TIRA E MOLLA - Le tariffe assicurative tra nord e sud, in particolare tra nord e certe province del sud (come Napoli), continueranno a essere sensibilmente differenti anche per gli automobilisti più virtuosi, quelli che da anni non sono coinvolti in alcun incidente. Il decreto sulle liberalizzazioni, poi convertito in legge, comprende una norma che alla prima lettura pareva imponesse alle compagnie di praticare le stesse tariffe in tutta Italia per questi clienti, ma una interpretazione autentica del ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera ha spiegato che non è così. Le compagnie possono continuare ad applicare parametri che tengono conto del contesto in cui vive l’assicurato (sinistrosità, numero delle truffe, costo delle riparazioni, eccetera).
POCA CHIAREZZA - La vicenda era stata sollevata dall’Isvap, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo, che aveva chiesto come doveva essere interpretato l’articolo 32 della norma in questione, in quale recita “per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive e oggettive, ciascuna delle compagnie di assicurazione deve praticare identiche offerte” e che aveva fatto pensare alla fine della discriminazione tariffaria tra nord e sud. La richiesta di chiarimenti era stata fatta di fronte all’obiezione che la norma così interpretata era in contrasto con le normative europee sul libero mercato.
IL MINISTRO PRECISA - La risposta è stata in senso contrario: "una ragionevole e legittima interpretazione della norma in oggetto - ha scritto il ministro Passera -dovrebbe includere nelle differenziazioni tariffarie, possibili anche per le classi di massimo sconto, quelle legate alle oggettive differenze delle condizioni di rischio rilevate nei singoli territori (frequenza dei sinistri, livello dei risarcimenti, ecc)".
SOLITA CONFUSIONE - La vicenda è anzitutto l’ennesima testimonianza della scarsa qualità dei testi di legge, che il giorno dopo la loro approvazione già suscitano dubbi con la possibilità di diverse interpretazioni. Ma in concreto la conseguenza è che anche il più corretto e prudente automobilista meridionale, con la polizza nella classe di merito più vantaggiosa, si ritrova a pagare tre-quattro volte tanto quanto invece paga un assicurato con le sue caratteristiche residente al nord. L’interpretazione del ministro è fortemente contestata dalle associazioni dei consumatori.