NUOVI PROGRAMMI IN VISTA - Domani, 10 luglio, il parlamento europeo dovrebbe varare i nuovi obiettivi in materia di limiti alle emissioni di CO2 di auto e veicoli commerciali leggeri. Sul tappeto ci sono proposte di standard molto ambiziosi. Troppo ambiziosi, secondo l’ACEA, l’associazione dei costruttori automobilistici europei, che li definisce semplicemente irrealizzabili. Il nodo della questione è il numero delle colonnine di ricarica per i veicoli elettrici.
L’IMPORTANZA DELL’ELETTRICO - Nella strategia di riduzione delle emissioni di CO2 un ruolo chiave lo svolge la diffusione della mobilità elettrica, sia con veicoli funzionanti esclusivamente con motori elettrici, che con quelli ibridi plug-in. Ma è chiaro a tutti che affinché questa maggiore diffusione si verifichi deve esserci una adeguata rete di punti di rifornimento. Senza di quest’ultima è inesorabile che ci siano forti resistenze a passare dalle auto a benzina o diesel a quelle elettriche. La prospettiva di rimanere bloccati per strada con le batterie scariche, o di doversi muovere con grande attenzione suscita infatti un sostanziale rifiuto della novità, anche se la si apprezza e la si desidera.
PROPOSITI AMBIZIOSI - In questo quadro, secondo i calcoli fatti dall’ACEA, il parlamento europeo affronta l’argomento dandosi l’obiettivo di moltiplicare per 20 l’attuale numero di punti di ricarica nel giro di sette anni. A oggi infatti le colonnine in funzione sono (secondo lo studio dall’ACEA) circa 100.000, mentre per raggiungere gli obiettivi desiderati in tema di emissioni di CO2 bisognerebbe che per il 2025 ne fossero in funzione 2 milioni. Va ricordato che la a commissione europea ha proposto una riduzione della CO2 del 30%, mentre il parlamento europeo vuole andare oltre, sino a un taglio del 50%. Prospettive che in praticano scaricano sulla mobilità elettrica quasi tutto il peso di tale strategia.
NUMERI ENORMI - L’ACEA fonda la sua valutazione negativa sulle risultanze di uno studio effettuato dal commissario europeo al clima Manuel Canete: per arrivare a realizzare l’obiettivo della riduzione del 50% delle emissioni di CO2 occorrerebbe attivare almeno 700.000 colonnine ogni anno per sette anni. Ciò in termini generali. La cosa diventa ancora più particolare se si considera la situazione della diffusione delle colonnine nei diversi paesi.
GRANDE CONCENTRAMENTO - Secondo le statistiche elaborate dall’ACEA il 76% dei punti di ricarica è situato in soli quattro paesi, Olanda, Germania, Francia e Gran Bretagna, che complessivamente rappresentano il 27% della superficie dell’Unione Europea. Il restante 24% delle colonnine è distribuito in modo disomogeneo negli altri 24 paesi dell’UE. L’ACEA cita l’esempio della Romania che pur con una grande superficie conta soltanto 112 punti di ricarica, pari allo 0,1% del totale europeo.
QUADRO MOLTO DIVERSIFICATO - L’ACEA ha anche elaborato un istogramma che mette in evidenza il rapporto tra superficie del territorio dei vari paesi UE e la rispettiva percentuale dei punti di ricarica (sul totale europeo). Il quadro che ne esce è impressionante, e pone seri interrogativi sulla possibilità di realizzare obiettivi anche parecchio meno ambiziosi di quelli anticipati dal parlamento europeo. Oltre a ciò l’ACEA ha anche diffuso una tabella con i numeri dei punti di ricarica nei 28 paesi UE. Alcuni esempi: il paese più virtuoso in materia è l’Olanda che con un territorio che non arriva al 3% del totale UE, dispone di una rete di colonnine che rappresenta quasi il 30% del totale europeo: 32.875 su 116.842, pari al 28,4%. Dietro l’Olanda c’è la Germania, che conta 25.241 punti di ricarica, pari al 21,6% del totale UE. Per contro, sono 16 i paesi che registrano una percentuale sotto l’1%, e di questi 5 sono sotto lo 0,1%.
LA RICHIESTA ACEA - Di fronte a questa realtà l’ACEA ha avanzato la richiesta dell’introduzione di step intermedi più abbordabili, per evitare che gli obiettivi troppo ambiziosi finiscano con il far fallire totalmente la strategia di potenziamento delle vendite dei veicoli elettrici.
LE COLONNINE DI RICARICA NELL'UE
PAESE | N. PUNTI RICARICA | % SU TOTALE UE |
AUSTRIA | 3.706 | 3,17% |
BELGIO | 1.765 | 1,51% |
BULGARIA | 94 | 0,08% |
CROAZIA | 436 | 0,37% |
CIPRO | 36 | 0,03% |
REP. CECA | 684 | 0,59% |
DANIMARCA | 2.582 | 2,21% |
ESTONIA | 384 | 0,33% |
FINLANDIA | 947 | 0,81% |
FRANCIA | 16.311 | 13,96% |
GERMANIA | 25.241 | 21,60% |
GRAN BRETAGNA | 14.256 | 12,20% |
GRECIA | 38 | 0,03% |
IRLANDA | 1.009 | 0,86% |
ITALIA | 2.741 | 2,35% |
LITUANIA | 102 | 0,09% |
LUSSEMBURGO | 337 | 0,29% |
MALTA | 97 | 0,08% |
OLANDA | 32.875 | 28,14% |
POLONIA | 552 | 0,47% |
PORTOGALLO | 1.542 | 1,32% |
ROMANIA | 114 | 0,10% |
SLOVACCHIA | 443 | 0,38% |
SLOVENIA | 495 | 0,42% |
SPAGNA | 4.974 | 4,26% |
SVEZIA | 4.733 | 4,05% |
UNGHERIA | 272 | 0,23% |
TOTALE UE | 116.842 | 100% |