“Non vogliamo chiudere nemmeno una delle fabbriche in Germania”, ha spiegato il numero uno di Fiat, “ho bisogno di questi impianti per fabbricare un numero sufficiente di automobili nel futuro. Ma, naturalmente, dovremo ridurre il personale. Questo non può evitarlo nessuno”.
Marchionne, nella capitale tedesca per capire se il governo tedesco è disposto a trattare eventuali prestiti per l'operazione, ha assicurato che “se l'accordo andrà a buon fine, Fiat sarà in grado di restituire tutto entro tre anni”. È infatti nelle intenzioni del numero uno italo-canadese ottenere circa 5-7 miliardi dal governo tedesco. Finanziamenti che dovranno essere decisi di concerto con l'Unione Europea.
Per Marchionne, “Opel non potrà mai fare profitti con le sue dimensioni attuali. Comprendo i timori dei sindacati, ma questa è la realtà». Il top manager italo canadese ha anche sottolineato che sarebbe sorpreso se Berlino decidesse di dare la sua preferenza alla cordata austro-russa di Magna. “La divisione auto di Fiat”, ha detto, “si fonderebbe con Opel e Chrysler, così diventeremmo il secondo gruppo mondiale”.
Secondo fonti non ufficiali il gruppo torinese starebbe pensando a una cifra vicina al miliardo di euro per l'acquisizione di Opel. Se così fosse però il sindacato tedesco ha già fatto sapere che l'offerta sarebbe insufficiente. Nulla di ufficiale dunque circa i piani finanziari dell'accordo, ma secondo diversi esponenti sindacali, Opel avrebbe bisogno di almeno tre miliardi di euro per continuare le sue attività.