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La Pininfarina ceduta alla Mahindra

14 dicembre 2015

L’accordo verrà completato soltanto la prossima estate, ma il gruppo indiano si impegna investendo 45 milioni.

La Pininfarina ceduta alla Mahindra
AFFARE FATTO - L’attesa fumata bianca è giunta nelle scorse ore: il gruppo Mahidra ha raggiunto un accordo per rilevare la società che detiene la Pininfarina, acquistando così un’azienda fra le più blasonate e di richiamo nel panorama automobilistico italiano e mondiale. La conferma ufficiale mette fine ad una serie lunghissima di indiscrezioni e smentite, ammissibili quando l’affare è di tal portata: la società indiana acquisisce un’eccellenza nel campo dello stile e del design e dell'ingegneria, guadagnando così un simbolo di prestigio ed acquisendo una dimensione internazionale finora sconosciuta. La chiusura dell’operazione è prevista nell’estate 2016.
 
LE CIFRE - La Mahindra ha investito una cifra superiore a 25 milioni di euro per acquisire la quota azionaria della Pincar, società che detiene il 76,06% della Pininfarina. Ciascuna azione è stata valutata 1,10 euro. In seguito la compagnia indiana lancerà un'offerta pubblica sulle azioni ordinarie della Pininfarina ed effettuerà un aumento di capitale, investendo 20 milioni entro l’estate 2016. Al momento non sono stati annunciati i programmi per rilanciare la Pininfarina, che rafforzerà comunque la sua presenza nel settore automobilistico come fornitore di servizi di design ed ingegneria.
 
LEGAMI STRETTI - La Mahindra e la Pininfarina avevano già collaborato per la realizzazione del prototipo Halo, disegnato in previsione di una utilitaria dal piglio sportiveggiante. L’azienda di Cambiano (Torino) è stata fondata nel 1930 da Battista Farina, soprannominato Pinin (Giuseppino in piemontese), che iniziò la propria carriera realizzando piccole serie speciali per la Lancia. Il suo nome è legato ad alcune fra le automobili italiane più belle e significative mai realizzate, come ad esempio la prima Alfa Romeo Spider, la Ferrari 288 GTO e la Lancia Flaminia. La Pininfarina ha disegnato alcune vetture oggi in commercio, fra cui la Ferrari F12berlinetta e la Maserati GranTurismo.
 
IL DECLINO - Nel 2011 l’azienda ha accettato di ridimensionarsi sacrificando la parte manifatturiera, vinta dalle difficoltà comuni ad altre aziende simili, come la Bertone: la Pininfarina fino ad allora si occupava anche di produzione, ma il calo del mercato e l’inizio della crisi economica hanno portato l’Alfa Romeo e la Ford a cancellare le ultime commesse. L’azienda dà oggi lavoro a 300 dipendenti, ma nel 2008 ne occupava ancora 2.000. La forza della Pinifarina è la specializzazione anche al di fuori dell'auto, con progetti di vario tipo: dai tram alle biciclette, dagli aerei alla torcia olimpica utilizzata durante i Giochi Invernali di Torino 2006.


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Ritratto di jabadais
14 dicembre 2015 - 19:44
Che immensa tristezza...a quelle cifre avrebbe potuto rilevarla qualche cordata italiana.
Ritratto di Dorian
14 dicembre 2015 - 20:00
Concordo! Comunque spero che si riveli una buona cosa in qualche modo
Ritratto di MAXTONE
14 dicembre 2015 - 20:01
Avrebbe potuto rilevarla il gruppo Toyota visto che spesso si leggono commenti tipo che i giapponesi sono tremendi nel design e dovrebbero assolutamente affidarsi a celebrati centri stile europei ma visto che non han preso proprio in considerazione l'idea penso che abbiano ben compreso il fatto che farsi tutto da soli paga.
Ritratto di jabadais
14 dicembre 2015 - 21:00
Per il gruppo Toyota sarebbe stata una manna dal cielo. Sono ottime auto ma ultimamente non si guardano. Poi vediamo di evolvere un pò si cambi automatici.
Ritratto di MAXTONE
14 dicembre 2015 - 22:47
E' sempre una questione di gusti, a me piacciono un sacco proprio per il design originale e di rottura dei soliti schemi, una giapponese che si vergogna delle sue origini vestendo europeo non mi trasmette nulla.
Ritratto di Fr4ncesco
14 dicembre 2015 - 23:12
2
In un certo senso già vestono europeo, visti i centri stile qui da noi, anche piuttosto consolidati ormai. Mi riferisco ovviamente ai modelli destinati alla massa.
Ritratto di MAXTONE
15 dicembre 2015 - 02:58
Di europeo hanno il luogo di nascita, a capo del centro stile c'è Dezi Nagaya.
Ritratto di Fr4ncesco
15 dicembre 2015 - 10:26
2
Certo, ma indubbiamente vari modelli sono concepiti per i nostri gusti, ma non è una critica, anzi.
Ritratto di Sepp0
14 dicembre 2015 - 23:30
I giapponesi da sempre considerano il mercato EUR del tutto secondario rispetto a quello USA. Per questo le loro auto 99 su 100 sono fatte ad uso e consumo del pubblico USA, se poi vendono qualcosa anche da noi bene, altrimenti pazienza. Sono scelte, le rispetto ma, soprattutto le Toyota, mediamente nun se possono guardà per un europeo. Chi le compra qui da noi lo fa quasi sempre attirato solo dall'aura di affidabilità del marchio. L'unica che sta facendo qualche sforzo per ven1re incontro anche ai nostri gusti è Mazda. Poi, vabbè, tu non fai testo, un cubo di rubik con 4 ruote e il marchio Toyota per te sarebbe comunque un'auto dal design della m4donna.
Ritratto di MAXTONE
15 dicembre 2015 - 02:51
GT86 stupenda, Auris certamente piu' attraente e personale di Kia Ceed, C4 e finora Megane (vedremo con la nuova), Aygo a detta di tutti la più attraente nel trio, lo stesso Hilux e' un gran bel pick up e il RAV4 2016 e'un botto di macchina soprattutto l'Hybrid bianco o nero metalizzato io penso che chi vede brutte le Toyota e' perché le vuole vedere esattamente così un po' come ai detrattori di FCA piace continuare a immaginare le fiat come auto dalla qualità scadente identica a quella di venti anni fa. Io non ci sto. E se non faccio testo sono lieto di restare una voce fuori dal coro.
Ritratto di Sepp0
15 dicembre 2015 - 17:59
Max, "stacce", le Toyota hanno un design un po' meh per l'utente medio europeo. Non è che uno vuol vederle brutte, è che spesso lo sono (e ti ricordo sempre che io ho un'Aygo vecchia serie, eh). A me il nuovo design spigoloso non convince per nulla (Yaris fa ven1re i brividi, pensare che prima era così carina). Nulla da dire, lo sai, sulla qualità, ma io farei fatica oggi a farmi piacere una Toyota di quelle a listino. Nuova Aygo forse è il meno peggio, ma ad esempio mia moglie ha detto che così com'è oggi non la ricomprerebbe. E dire che mi è arrivata pure la mia Honda HR-V, ormai sono 100% jappo. Però se trovo che un design "non ce la fa" (e non ce la fa manco Honda, si salva giusto la mia HR-V) lo dico senza problemi. :)
Ritratto di Fr4ncesco
14 dicembre 2015 - 20:20
2
Jaguar e Land Rover vanno a gonfie vele sotto gli Indiani, così come Volvo sotto i cinesi. Non ci vedo tutto questo dramma, è un normale processo di globalizzazione e i grandi capitalisti sono ad oriente adesso. Se la sede e gli uffici rimangono a Torino resta italiana, anzi ben vengano i nuovi investimenti piuttosto che la chiusura. Spero solo che possa continuare a collaborare con le varie aziende automobilistiche.
Ritratto di Davide Pellini
14 dicembre 2015 - 23:43
Ma guarda, io temo che da ora in poi Pininfarina non firmerà più vetture al di fuori delle Mahindra... spero vivamente che non sia così
Ritratto di Fr4ncesco
15 dicembre 2015 - 00:15
2
Anche io temo che adesso il gruppo indiano abbia l'esclusiva del lavoro della Pininfarina, come VW con l'Italdesign, anche se in questo c'è un range di auto e case più ampio e marchi di tutto rispetto come Lamborghini. Se dalle attuali F12 e GranTurismo passasse a disegnare solo Mahindra non sarebbe una cosa molto entusiasmante...
Ritratto di anarchico2
15 dicembre 2015 - 08:57
Hai ragione, per non parlare di Lamborghini e dei marchi del lusso fra borse e alta moda. Se aspettiamo gli imprenditori italiani, spesso senza euro ma collusi con la politica, stiamo freschi.
Ritratto di PongoII
14 dicembre 2015 - 20:28
7
AMEN. Potevano mettere sul piatto della trattativa pure i due marò... Almeno speriamo che ne risenta positivamente l'estetica dei veicoli del Gruppo indiano
Ritratto di gbvalli
14 dicembre 2015 - 21:13
1
Ma sì, e vai..! Tra poco ci venderemo anche il colosseo..! Maledetti imprenditori e politici italiani . E poi danno aria alla bocca propagandando il rilancio del made in Italy! Già abbiamo perso l'Italdesign e la Bertone, adesso la Pininfarina; e pensare che la nostra vera forza, in un mare di automobili stilisticamente tutte uguali e ormai tutte con meccanica-fotocopia, sarebbe il design! Buttiamo via i nostri know-how più strategici e validi, oltre a pezzi della nostra storia!
Ritratto di Sepp0
14 dicembre 2015 - 23:24
Mah. Come sempre son tutti omosessuali coi sederi altrui. Se era in bancarotta vuol dire che non se la passava bene. Se non se la passava bene, vuol dire che non riusciva a stare sul mercato. Non capisco perchè sarebbero dovuti sbucare imprenditori italiani a rilevare un marchio avviato verso il fallimento. Se gli indiani sono vogliosi di spendere soldi a babbo per rilanciare il marchio, buon per loro. Non chi ha creduto NESSUN costruttore di automotive europeo, qualcosa vorrà dire.
Ritratto di aquilale77
15 dicembre 2015 - 06:59
mi spiace che tutti questi marchi gloriosi che hanno fatto la storia del nostro paese finiscano all'estero.Stiamo diventando un paese,o forse lo siamo gia' da un pezzo,senza identita'.
Ritratto di anarchico2
15 dicembre 2015 - 09:01
Ma perché se una casa italiana acquista all'estero va tutto bene ma il contrario non ci piace. Altro che cercare di attrarre capitali stranieri, qualcuno vorrebbe ancora rinchiudersi. Ricordo che la tanto deprecata globalizzazione ha ridotto i poveri del mondo di 200 milioni negli ultimi 15 anni: i capitali si muovono ed è ora che a riempirsi la pancia non siano sempre gli stessi.
Ritratto di P206xs
15 dicembre 2015 - 09:02
1
Peccato.....speriamo almeno che lascino il lavoro in italia e non portino tutto in India, lasciando qui solo un operaio tanto per fregiarsi del made in italy.
Ritratto di maxstilo
15 dicembre 2015 - 12:09
E' un vero peccato che i paesi emergenti "pezzi" della nostra storia. Mahindra ha acquistato pochi mesi fa il 51% della quota di peugeot motorscooter e non ha ancora finito con gli "acquisti". Purtroppo o perfortuna l'economia và così, c'è chi scende e c'è chi sale. Ormai india e Cina la fanno da padroni (il gruppo tata costruisce di tutto e qui lo consideriamo zero), spero che Pininfarina non faccia la fine di saab (diventata 100% cinese) o rover (diventata roewe) meglio che diventi come volvo (controllata da geely ma con ampia autonomia). Purtroppo il know-how aziendale si costruisce negli anni e questi gruppi emergenti lo acquisiscono in un attimo con milioni di euro.
Ritratto di SINISTRO
15 dicembre 2015 - 12:32
3
di questo passo, ci giochiamo anche il figliol prodigo de Silva....
Ritratto di monodrone
15 dicembre 2015 - 13:54
Mi sembra ovvio. L'Italia industrialmente è (fortunatamente) morta. A comandare ora sono cina e india. Altrimenti pinin sarebbe morta. W il masala!
Ritratto di SINISTRO
15 dicembre 2015 - 16:09
3
Come fortunatamente?
Ritratto di Utente_1976
15 dicembre 2015 - 14:10
Aspetta…aspetta…com’era la filastrocca?? Ah ecco, ora ricordo: „Non è Mahindra che ha comprato Pininfarina, ma Pininfarina che ha comprato Mahindra“. Firmato: il 70% degli italiani. Traduzione per i non-capenti: Io non sono a priori né pro né contro le acquisizioni di industrie italiane da parte di gruppi stranieri. L’importante è che siano buone acquisizioni anche per chi viene acquisito. Ma fare i nazionalisti con Pininfarina e poi osteggiare, con le parole e coi fatti, quei pochissimi imprenditori italiani che sono in grado di acquisire aziende straniere (ben più grandi di Pininfarina), grazie alle quali possono investire in Italia (vedi Jeep-Melfi) in un momento di crisi devastante, ecco questo lo trovo un comportamento da tafazzi-cerebrolesi e, a quanto pare, molto diffuso nel Belpaese, che con ciò mostra una totale incapacità di identificarsi con qualcosa di proprio (d’altronde la storia insegna: “Franza o Spagna, purché se magna”). E ovviamente gli altri ne approfittano, perché non dovrebbero? Inutile prendersela coi politici, in questo caso la colpa è diffusa anche e soprattutto tra la popolazione, che di fatto ha un bisogno endemico di avere un Padrone Straniero (vedi il giustificazionismo ad oltranza per la truffa Volkswagen). Dispiace dirlo, ma non c’è nulla, a questo proposito, di cui essere orgogliosi (l’altra filastrocca: “sono orgoglioso di essere italiano”).
Ritratto di Ale94
15 dicembre 2015 - 14:20
Sempre peggio dopo il fallimento di Bertone altro colpo...
Ritratto di FRANCESCO31
15 dicembre 2015 - 14:49
se la doveva comprare la Ferrari , e sulle vecchie strutture produttive avviare la produzione di una V6 ferrari + economica assieme ad una Alfa Romeo , magari la 8C col motore 1750 da 250 hp e forse anche una piccola coupè generalista con un 1.6
Ritratto di GuglielmoDiffusion
15 dicembre 2015 - 16:20
Per violazione della policy del sito.
Ritratto di Alfa85
15 dicembre 2015 - 19:55
Un altro pezzo di storia dell'auto italiano che muore,tra qualche anno diventerà qualcosa di simile alla versione Ghia della Ford
Ritratto di 11kar11
15 dicembre 2015 - 20:41
Certamente Mahindra aveva bisogno di Pininfarina e ne beneficerà largamente, visto che l'estetica dei suoi modelli non è definibile certamente come "eccelsa"... Ma Pininfarina aveva proprio bisogno di Mahindra o poteva optare per partners un po' più adeguati ed egualmente se non più danarosi??? Che spreco! Che tristezza.... L'unica luce di tutta la questione è da individuarsi nell'incremento momentaneo di commesse per i lavoratori italiani (se ci sarà e sarà durevole). Allora in tal caso viva Mahindra!
Ritratto di lucios
15 dicembre 2015 - 22:26
4
ITALIAN DECADENCE!
Ritratto di SINISTRO
16 dicembre 2015 - 09:35
3
Purtroppo, ahimè!
Ritratto di slim aru
16 dicembre 2015 - 18:36
un 'era si é chiusa! oramai le auto si disegnano internamente alle case ,compresa la stessa Ferrari ,che dava tanto prestigio alla pininfarina .il logo é sparito sulle ultime auto di maranello .la pininfarina si é riconvertita in studio di industrial design ,dalle caffettiere alle bici . ora forse dara' piu' identita' alle auto indiane !!.
Ritratto di caronte
31 dicembre 2015 - 20:40
Sono dispiaciuto dal fatto che non si sia fatta avanti nessuna azienda italiana ma sono contento dal fatto che non sia stata chiusa definitivamente come è accaduto con la Bertone.