FENOMENO INARRESTABILE - I casi di pirateria in Italia sono in continua crescita. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio il Centauro-Asaps, lo scorso anno si sono registrati ben 482 incidenti (159 in più rispetto al 2008). L’aumento è preoccupante se si considera che soltanto in questo primo mese del 2010 (a data 26 gennaio) si sono verificati 38 episodi, nei quali 11 delle persone coinvolte sono decedute e 42 sono state ferite.
CI VORREBBE UNA GIUSTA RIFORMA - Ma cosa succede a chi provoca un incidente e poi non si ferma a prestare soccorso? Anche in questo caso l’analisi lascia perplessi. La pena varia da sei mesi a tre anni di carcere, ma solo nel caso di incidente mortale con fuga si rischia davvero di finire in cella. Il problema è che il sistema processuale attuale necessiterebbe di una vera riforma per infliggere pene più severe, e considerate le tempistiche di giudizio, sarebbe poi il caso che venissero scontate davvero.
TROPPO ALCOL, E POI LA DROGA - E quanti di questi pirati vengono effettivamente ritrovati? Solo il 75,5%. Tutti gli altri riescono a farla franca. Risulta perciò ancora più difficile analizzare concretamente le cause di incidente. L’Asaps ha rilevato che la maggior parte dei casi di pirateria sono dovuti all’abuso di alcol e droghe. Facendo riferimento ai dati del 2009, sui 482 episodi registrati, almeno 364 sono ricollegabili a stato di ebbrezza e droga.
A PIEDI O IN BICI - Infine dai dati è emerso anche che la categoria più colpita dai pirati della strada è quella che comprende gli anziani (9,1%) e i bambini (11,4%). A farne le spese sono quasi sempre i pedoni (218 i casi, di cui 48 morti e 195 feriti), e a seguire i ciclisti (40 episodi con 8 decessi e 26 ricoveri). Numeri molto elevati, ma ancora troppo poche le soluzioni trovate per arginare questo fenomeno vergognoso.