PROBLEMA DIFFUSO - In 39 città italiane l’anno scorso è stato superato la soglia dei 35 giorni di “sforamento” del limite massimo di PM10, cioè le polveri sottili considerate molto dannose per l’organismo umano. Nel 2016 le città che erano andate oltre il numero di 35 giorni furono sette in meno. Il dato emerge dallo studio “Mal’Aria 2018” redatto da Legambiente: sette in più rispetto al 2016.
LA GRADUATORIA - Il dossier di Legambiente stila anche la classifica delle città che hanno dovuto rilevare il maggior numero di sforamenti. In “testa” (ma sarebbe più giusto dire all’ultimo posto) c’è Torino, come nel 2016. Il limite massimo di legge di 50 microgrammi per metro cubo nel capoluogo piemontese è stato superato per 112 giorni, che significano 26 più del 2016. Vengono poi Cremona (105 giorni) e Alessandria (103), che registrano pesanti peggioramenti rispetto al 2016. A Milano gli sforamenti sono stati 97, cioè 24 giorni più del 2016. Ma nonostante ciò, in seguito al peggioramento di diverse altre città, il capoluogo lombardo è passato dal terzo posto al settimo.
C’È ANCHE IL PROBLEMA OZONO - La ricerca di Legambiente considera anche l’inquinamento da ozono, e in quest’altra graduatoria a risultare “leader” è Catanzaro, con 111 giorni di sforamento, seguita da Varese (82 giorni) e Bergamo (80 giorni). Legambiente ha anche redatto una classifica ponderata che tiene conto dei due inquinamenti e in questo caso a risultare la città nelle condizioni peggiori è Cremona.
A RAPPORTO CON L’EUROPA - Sulla base di questa realtà l’Italia (peraltro assieme a diversi paesi dell’Unione) deve affrontare il confronto con le autorità comunitarie, presentando programmi credibili per la riduzione delle emissioni inquinanti. In caso contrario potrà esserci l’apertura della procedura di infrazione, con la prospettiva di pesanti sanzioni economiche. L’argomento è al centro dell’incontro previsto oggi, 30 gennaio, a Bruxelles, tra il commissario all’ambiente Karmenu Vella e i rappresentanti di Italia, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Romania, Slovacchia, Spagna e Ungheria.