La Porsche compie 70 anni

08 giugno 2018

Ripercorriamo la storia della Porsche, che festeggia in questi giorni il suo primo modello ma è già proiettata nel futuro.

La Porsche compie 70 anni

70 ANNI DI SUCCESSI - Ferdinand Porsche era già piuttosto anziano l'8 giugno 1948, quando lo stato della Carinzia registrò la targa K 45286 e ammise alla circolazione su strada la Porsche 356 “No.1” Roadster. Fu un gran giorno per l'ingegnere nato 73 anni prima nell’Impero Austro-Ungarico (la sua città natale oggi è in Repubblica Ceca), che 17 anni dopo aver fondato il suo studio di progettazione riuscì a coronare la sua ambizione di realizzare un'auto "tutta sua", non sapendo che la Porsche sarebbe diventata un marchio fra i più ricchi di storia, prestigiosi e vincenti in pista. La Porsche festeggia i suoi 70 anni in tutto il mondo attraverso molteplici eventi che coinvolgono tutta la rete delle concessionarie e i clienti, invitati a partecipare a raduni e tour previsti per tutta la stagione estiva. Ne parliamo con Pietro Innocenti, direttore generale della Porsche Italia, intervenuto al Salone di Torino 2018 (guarda il video più in basso).


La prima Porsche, datata 1948.

NEL 1963 ARRIVA LA 911 - La 356 “No.1” Roadster era una sportiva priva del tetto che anticipava fedelmente l’aspetto della Porsche 356, rimasta in vendita dal 1948 al 1966 e ricordata come la prima Porsche costruita in grande numero: stando ad alcune ricostruzioni, gli esemplari realizzati furono circa 76.000. Il progetto venne portato avanti da Ferdinand "Ferry" Porsche, figlio di Ferdinand Porsche e padre di quel Ferdinand Alexander Porsche che avrebbe disegnato la 911. La 356 aveva un motore a quattro cilindri raffreddato ad aria e collocato dietro i sedili, linee morbide e fu aggiornata tre volte prima del 1966, quando per sostituirla arrivò il modello più conosciuto della Porsche: la 911 del 1963, un'auto mitica grazie alla sua inconfondibile sagoma laterale e ai motori sei cilindri boxer, che ancora oggi rimangono un marchio di fabbrica della casa tedesca.


Una Porsche 911 del 1973.

LA 928 FA FLOP - La Porsche 911 è arrivata oggi alla sesta generazione (la settima arriverà nel 2019) ed è sempre rimasta fedele alle sue caratteristiche, a partire dal motore a sbalzo sull'asse posteriore, una soluzione tecnica non ideale per bilanciare i pesi ma a cui la casa tedesca non vuole rinunciare. Il primo grosso cambiamento per la 911 è arrivato nel 1997, in occasione del passaggio ai motori raffreddati ad aria, più moderni e al passo con i tempi rispetto agli storici 6 cilindri raffreddati ad aria. La 911 avrebbe dovuto lasciare il posto nel 1978 alla Porsche 928, una coupé più moderna e al passo con i tempi (aveva un motore V8 in posizione anteriore) che però non venne gradita dai clienti più fedeli della casa e la costrinse ritornare sui propri passi, rilanciando la 911 al posto di eliminarla.


La prima generazione della Porsche Boxster.

ARRIVA WIEDEKING - La Porsche non è sempre stata un costruttore di successo, visto che negli Anni 80 e fino alla prima metà degli Anni 90 scontò una crisi tecnica e si trovò in difficoltà finanziarie. La crisi viene risolta anche attraverso l'intraprendenza del nuovo numero uno Wendelin Wiedeking, che rese più efficienti i processi produttivi e "scommise" su un nuovo modello, la Boxster del 1996, una spider più economica e corta della 911 che ha il motore in posizione centrale (dietro i sedili) e non a sbalzo. Wiedeking ebbe il merito inoltre di voler puntare sulla suv Cayenne, quando i modelli alti da terra non erano ancora affermati: siamo nel 2003. Un altro modello fondamentale per la casa tedesca è stato la berlina Panamera, in vendita dal 2009, un modello usabile tutti i giorni ma con lo stesso dna della 911.


Le supercar: Porsche 959, 918 Spyder e Carrera GT.

LE SUPERCAR - La 911 è la Porsche di cui tutti si ricordano, ma nel passato della casa tedesca non mancano vere e proprie supercar entrate nella storia grazie a prestazioni e tecnologia: sono le 959 del 1986, Carrera GT del 2004 e 918 Spyder del 2013. La Porsche 959 è stata costruita fino al 1993 in circa 350 esemplari ed era una vettura da corsa "travestita" da stradale, come dimostra il record di velocità stabilito nel 1986: il suo motore biturbo 2.8 riuscì a farle raggiungere i 317 km/h e la fece diventare stradale l'auto più veloce del periodo. La Carrera GT risale al 2004 e ha un motore V10 aspirato da 603 CV, evoluzione di un progetto per la Formula 1. La carrozzeria non è coupé come sulla 959 ma spider con il tettuccio rigido amovibile. La stessa caratteristica si ritrova nella 918 Spyder del 2013, una potentissima ibrida da 899 CV dotata di un motore V8 4.6 da 616 CV e due motori elettrici da 283 CV.


La Porsche 917.

19 VITTORIE A LE MANS - Il successo della Porsche è legato inevitabilmente alle sue vittorie in pista, a partire dalla 24 Ore di Le Mans, dove è la casa automobilistica con più successi: ne ha ben 19, contro le 13 dell'Audi e le 9 della Ferrari. La Porsche viene da tre affermazioni consecutive ma ha costruito la sua reputazione negli Anni 70, quando arrivò davanti a tutte nel 1970, 1971, 1976, 1977 e 1979. Lo fece con le Porsche 917, 936 e 935, mentre nel 1994 trionfò la 962 e nel 1998 la 911-GT1. Non meno vincente fu la Porsche 956  del 1982, in grado di vincere per quattro edizioni consecutive (dal 1982 al 1984) il campionato mondiale Sportprototipi.



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Ritratto di Fr4ncesco
8 giugno 2018 - 23:10
2
Sarebbe interessante fare una 928 moderna da aggiungere a 911 e 718.
Ritratto di Agl75
9 giugno 2018 - 08:42
Bravi a stare sul mercato per così tanto tempo, re-inventandosi costruttori di SUV, di berlinone come la Panamera, per la Porsche consulting, Porsche design, ... I tempi cambiano, la Porsche pure e il rischio di perdersi è costante.
Ritratto di cris25
9 giugno 2018 - 09:27
1
Tanti Auguri Porsche! Fra tutte la mia preferita rimane la Carrera del 1997, secondo me ancora bellissima...
Ritratto di Montreal70
9 giugno 2018 - 11:56
Va benissimo omaggiare una casa automobilistica storica, ma omaggiare anche il fondatore omettendo i crimini nazisti e che ha rovinato dusio e quindi cisitalia, mi pare fuori luogo. La memoria storica non deve essere un optional come i fari LED sulle Audi. Senza Porsche oggi avremmo cisitalia, e considerando ciò che è stata nei pochissimi anni di attività, sicuramente avremmo un panorama automobilistico migliore. Ma tanto ormai, con il ritorno della xenofobia che è arrivata pure in Parlamento a soli 70 anni dalla guerra, che ce ne frega, facciamo di Porsche un eroe. Tra 20 anni anche Hitler verrà rivalutato in martire. Già con Mussolini ci siamo quasi
Ritratto di IloveDR
9 giugno 2018 - 12:52
3
anche H.Ford simpatizzava per il nazifascismo, eppure spesso viene citato per essere l'uomo che si toglieva il cappello al passaggio di una AlfaRomeo...quei regimi autoritari dovrebbero essere giudicati anche nel contesto storico in cui si sono inizialmente sviluppati, crisi economica, posti di lavoro, interessi degli industriali, paura del diverso...stesse condizioni che si stanno avendo adesso...l'importante è che non degeneri il tutto...
Ritratto di Montreal70
9 giugno 2018 - 13:27
In realtà Henry Ford fu proprio il padre del nazismo. Scrisse lui il libro sulle teorie antisemite che ispirarono Hitler. La Ford è considerata anche tedesca perché furono i legami di Henry con Hitler che crearono il consolidamento di Ford proprio in Germania. Ford va ricordato per essere il padre dell'industria moderna, ma io da alfista me ne frego dei suoi complimenti passati alla storia. Fu lui a scegliere di produrre in Germania per approfittare della manodopera gratuita degli ebrei offerta da Hitler