NEWS

Porsche Taycan: prova di resistenza

Pubblicato 20 agosto 2019

A pochi giorni dal debutto, la Porsche Taycan, sul circuito di Nardò, ha percorso 3425 km in 24 ore.

Porsche Taycan: prova di resistenza

POCHI GIORNI AL DEBUTTO - La Porsche Taycan è la prima berlina elettrica del costruttore tedesco che ha come obiettivo quello di introdurre sul mercato un’auto a batteria in grado di garantire le stesse prestazioni e la stessa guidabilità tipiche di una Porsche. In vista del debutto del 4 settembre, che avverrà con tre eventi simultanei in Germania, Cina e Canada, la Porsche sta mettendo sotto torchio la vettura in pista. L’obiettivo è quello di offrire ai propri clienti un’auto capace di garantire le massime prestazioni per il maggior tempo possibile (il decadimento di potenza è infatti uno dei problemi comune alle elettriche quando se ne sfruttano le prestazioni).

A “MANETTA” PER 24 ORE - Dopo lo stress test che ha previsto 26 lanci da 0 a 200 km/h, nei quali, secondo la casa, l’auto non ha perso potenza, la Porsche ha sottoposto la Taycan ad un nuovo impegnativo test sul circuito di Nardò, in Puglia. In questa prova di resistenza la berlina elettrica ha percorso la distanza complessiva di 3425 km in 24 ore, ad una velocità compresa tra i 195 ed i 215 km/h. Questo test è stato eseguito senza interruzioni (le uniche soste effettuate sono state quelle per la ricarica rapida ed il cambio di pilota) da un team composto da sei collaudatori Porsche; la temperatura ambientale di 42° C ed i 54° della pista hanno messo a dura prova la resistenza dell’elettrica.

FANNO LE COSE IN GRANDE - Secondo la casa, la Porsche Taycan è riuscita a completare il test senza alcun problema, dimostrando così la bontà del progetto tecnico, soprattutto nella gestione della potenza e nel controllo delle temperature. Lo stesso test ha poi evidenziato i vantaggi della tecnologia a 800 volt, sfruttata durante i rifornimenti, che assicura tempi rapidi di rifornimento; in 4 minuti si può infatti imbarcare potenza sufficiente per percorrere 100 km (a patto di usare le potentissime colonnine da 350 kWh). A Zuffenhausen stanno facendo le cose in grande, curando tutto nei massimi dettagli. Prima del lancio sul mercato la Porsche Taycan avrà percorso oltre sei milioni di chilometri di test in tutto il mondo.

TRE VERSIONI - La Porsche Taycan costruita sulla base dell’inedita piattaforma J1 (sviluppata dalla casa tedesca e utilizzata anche dall’Audi per la prossima e-tron GT). Saranno tre le varianti previste: base, a trazione posteriore, con batteria da 80 kWh e potenza di 322 CV, Taycan 4S, con batteria da 96 kWh e trazione integrale e potenza di 429 CV o 483 CV e la top di gamma Taycan Turbo, con batteria da 96 kWh, un motore da 215 CV all’anteriore e uno da 402 CV al posteriore. Il prezzo di partenza dovrebbe oscillare tra gli 80mila ed i 100mila euro.

Porsche Taycan
TI PIACE QUEST'AUTO?
I VOTI DEGLI UTENTI
191
109
31
20
45
VOTO MEDIO
4,0
3.96212
396


Aggiungi un commento
Ritratto di Andre_a
20 agosto 2019 - 19:53
So che è un nome storico per Porsche, ma Turbo su questa macchina suona ancora più ridicolo che sulla 911 attuale (dove sono tutte turbo).
Ritratto di Ercole1994
20 agosto 2019 - 21:01
Già, è vero. Se ci fosse stata anche una turbina a gas (o gasolio), poteva avere anche senso la dicitura "Turbo". Così, te ne fai poco...
Ritratto di tramsi
20 agosto 2019 - 22:00
Non va inteso alla lettera, ma retoricamente, con un trasferimento di significato; al limite, una sorta di svuotamento semantico. D'altronde, si tratta di una sigla dal forte significato nella tradizione della Casa. Qualcosa di analogo è già da tempo attuato da altre Case con le varie versioni numericamente declinate di uno stesso modello: il motore delle BMW 530d, 540d e 550d, ad esempio, è sempre un 3 litri, ma la sigla si indica la cilindrata virtuale e, quindi, la performance che quel motore virtuale avrebbe sviluppato. Alcune sigle, poi, sono fortemente legate alla nomenclatura classica della Casa: 535, 635, 745, 750, etc. Idem opera Mercedes. Audi, invece, ha introdotto un nuovo sistema di denominazioni meno immediato a cui occorre ancora fare abitudine.
Ritratto di Andre_a
20 agosto 2019 - 23:45
Certo, capisco la logica ma non mi piace li stesso. Avrei preferito, ad esempio, Taycan, Taycan 4 e Taycan 4s. La dicitura Turbo non mi piaceva neanche sulle 911 dove anche la Carrera base adesso è turbo. E pure in casa Bmw storco il naso sapendo che la 330i monta un 2000cc a 4 cilindri.
Ritratto di Gordo88
21 agosto 2019 - 02:06
1
Anche secondo me potevano evitare di usare la dicitura "turbo" per un elettrica.. Servirà come operazione di marketing ma la trovo alquanto avvilente per i possibili acquirenti
Ritratto di Gwent
21 agosto 2019 - 12:34
2
Ma no, non avete capito nulla: Hanno preso il significato della parola "Turbo" dalle Gig/Nikko in vendita negli anni 80 le quali sul radiocomando, avevano "l'effetto Turbo" il quale aumentava la velocità dell'auto semplicemente spostando la levetta più in alto. Fu un invenzione che fece sognare tutti i bambini dell'epoca ed è comprensibile che si voglia adottare anche sulle EV le quali altro non sono che Gig-Nikko in scala reale. Questo naturalmente imho e con rispetto parlando per un auto della quale non potrebbe importarmi meno. Un saluto. Il Gwent.
Ritratto di mazda121
20 agosto 2019 - 20:07
altro che tesla
Ritratto di GiO420
21 agosto 2019 - 09:18
senza ombra di dubbio
Ritratto di DavideK
20 agosto 2019 - 22:28
Colonnine da 350 kWh però non credo sia corretto. Saranno 350 kW di potenza. Quindi "senza pause" a patto di avere un'utenza elettrica industriale, in media tensione, con tanto di comoda ed economica cabina di trasformazione in bassa tensione dedicata. Poi figuriamoci quanto durano le batterie ad usarle in questo modo. Insomma solito esperimento privo di senso. Lo stupro della dicitura "Turbo" non si può sentire.
Ritratto di Gordo88
21 agosto 2019 - 01:48
1
Certamente è 350kw ma mi chiedevo se essendo batterie ad una tensione doppia di quelle tradizionali necessitassero di colonnine specifiche o meno...
Ritratto di otttoz
21 agosto 2019 - 14:46
ci sono le ionity da 350
Ritratto di otttoz
21 agosto 2019 - 14:48
coi motori a combustione queste prove avrebbero inquinato inutilmente,se la corrente è prodotta da fotovoltaico invece l'inquinamento è nullo...nulla servono quattro scarichi posteriori!
Ritratto di DavideK
21 agosto 2019 - 15:18
Non è assolutamente "nullo". In primis perchè l'energia non viene solo dal fv, nel mondo reale (anzi, ragionando in termini marginali, lo 0% viene dal fv). In secondo luogo, perchè produrre ed installare pannelli fv costa energia ed inquinamento. In terzo luogo, perchè la maggiore fonte di polveri sottili, da parte delle auto, sono oggi pneumatici e freni, ergo coi camion elettrici da 2t non cambia nulla. In quarto luogo, produrre e smaltire svariate centinaia di kg di batterie per i camion elettrici costa energia ed inquinamento. Se non basta, fammi sapere che si può proseguire.
Ritratto di Gordo88
22 agosto 2019 - 01:54
1
Tutto ciò non vuol dire nulla senza numeri certi che attestino ciò che stai dicendo.. così a naso direi che l inquinamento prodotto dal fv è immensamente meno di quello prodotto dai motori endotermici e ci puoi aggiungere smaltimento di batterie ( che comunque ora si possono riutilizzare in larga parte) e dei pannelli. Se derivano da centrali termiche ho letto che comunque producono meno co2 e polveri nell intero ciclo di vita utile dell auto rispetto ai fossili perché le turbine a vapore raggiungono efficienze superiori rispetto ai motori termici quindi...
Ritratto di DavideK
22 agosto 2019 - 15:19
Tu a naso puoi credere anche agli asini che volano, ma è un problema tuo. Ci sono fior di studi (google è tuo amico) che da tutte le parti (anche CNR) mostrano come la produzione di CO2 sia pari se non superiore, col mix produttivo attuale (ma, ripeto, bisogna ragionare in ottica marginale, e la produzione marginale non è di certo quella rinnovabile). Che le polveri siano prodotte in parte preponderante da freni, pneumatici ed abrasione asfalto è un altro dato, noto da anni, certificato da tutti gli enti preposti alla tutela dell'ambiente, sia italiani che europei. Basta cercare. La maggiore efficienza delle centrali elettriche è solo fumo negli occhi, perchè l'energia non viene usata in centrale, ma in auto prelevandola da una batteria: la "catena" di distribuzione dell'energia, dalla centrale al motore stesso, fa perdere completamente questa maggiore efficienza. Ciò è dovuto ai vari processi di trasformazione (sia cambiamenti di tensione che raddrizzamenti e loro contrario) e trasporto dell'energia stessa, sia per arrivare alla "colonnina" sia per ricaricare le batterie stesse, che per erogare energia da parte loro. Infine: devo davvero mostrarti che le auto elettriche pesano svariate centinaia di kg in più, grazie alla zavorra di batterie che devono portarsi sempre dietro? Credi che questo non pesi sull'efficienza dell'auto stessa?
Ritratto di Santhiago
22 agosto 2019 - 15:38
Bravo DavideK, finalmente uno che parla con cognizione di causa sull'aspetto energetico e ambientale. Condivido in tutto e per tutto, poiché non opinione "a naso", ma basato su dati e studi, che già tempo fa anche io avevi indicato, ma molti piuttosto che affidarsi a dati e studi preferiscono dare aria alla boccabe sciorinare opinioni e ragionamenti propri. Rettifico solo dove hai scritto che questi studi "mostrano come la produzione di CO2 sia pari se non superiore, col mix produttivo attuale" : togli "pari o"
Ritratto di Gordo88
22 agosto 2019 - 19:39
1
A naso era riferito alla produzione di energia col fotovoltaico che ovviamente è notevolmente meno inquinante di qualsiasi combustibile( non ci vuole uno studio per arrivarci). Tralasciando il discorso delle polveri dei freni ( che al limite vengono consumate in misura minore dalle elettriche utilizzandole di meno per il brake by wire) proprio su alvolante avevo letto di un minore apporto di co2 di un auto ibrida nei confronti della stessa auto ma alimentata a gasolio ovviamente nell intero ciclo di vita .. a maggior ragione varrà il discorso per un auto elettrica. Comunque visto che non sono prevenuto posta qualche link di studio in merito, così magari approfondiamo con qualche numero alla mano..
Ritratto di DavideK
23 agosto 2019 - 15:41
Possiamo cominciare dalla presentazione del CNR: http://www.unrae.it/sala-stampa/conferenze-stampa/4190/intervento-del-primo-ricercatore-istituto-motori-del-cnr-carlo-beatrice
Ritratto di Gordo88
25 agosto 2019 - 16:09
1
Mi limito a rispondere sul confronto della co2 prodotta ( che secondo l articolo sarà il parametro di riferimento più importante a medio e lungo termine) constatando che in effetti un veicolo ibrido ne emette effettivamente meno di uno omologo a benzina ed inoltre i risultati sono influenzati dalla sostituzione di 1 batteria che secondo me per un auto di 160k km non è proprio necessario. Comunque sia un evoluzione delle batterie potrebbe portare dei vantaggi anche in questi campo aumentandone la vita utile e quindi diminuendo il computo complessivo della co2 prodotta.
Ritratto di DavideK
23 agosto 2019 - 15:48
Sulle polveri, sono note da anni tabelline come quella postata in questo articolo (fonte ARPA): https://renovate-italy.org/2016/01/01/inquinamento-locale-una-proposta-di-intervento/ Come vedi, abrasione di freni, pneumatici ed asfalto è nettamente preponderante sulle emissioni allo scarico già dai diesel €4 col filtro (la cui efficacia è stata ampiamente testata dal CNR in altri studi). Quindi figurati ora con gli €5/6.
Ritratto di GeorgeN
21 agosto 2019 - 16:39
se la corrente è prodotta dalle centrali nucleari; o a carbone: o fossile avrebbe inquinato come 150 tir
Ritratto di remo la barca
21 agosto 2019 - 16:55
Una media di poco superiore a quella ottenuta, quasi cinquant'anni fa, con un'Alfa Montreal. Su strada aperta. Con due passaggi alla frontiera. Oppure la metà dei chilometri percorsi a Nardò con una 928 s. Circa quarant'anni fa. Bella dimostrazione.
Ritratto di DavideK
21 agosto 2019 - 23:02
Mitica quella prova della Montreal. Prima che il politicamente corretto, fondato su fobie, luoghi comuni, ignoranza e leggende metropolitane, distruggesse il mondo dell'auto italiana.
Ritratto di stefano.zoppi56
22 agosto 2019 - 15:29
Il politicamente corretto è l'esatto opposto di quello che sostieni tu, si sforza pur con molti limiti di comprendere anche le ragioni degli altri dalla scienza alla politica, religione, economia, ecc. Tu invece hai elencato le principali caratteristiche dell'imperante populismo (principalmente fobie ed ignoranza) che di certe cose invece si nutre. E poi vediamo, dacci una spiegazione convincente su come il politicamente corretto abbia distrutto l'auto italiana, sono pronto ad ascoltarti,io un colpevole ce l'ho in mente ma magari mi sbaglio. Posso suggerirti il nome di una famiglia?
Ritratto di DavideK
23 agosto 2019 - 15:40
Il politicamente corretto populista ha, dagli anni '70, colpevolizzato prestazioni e libertà dati dall'auto. La famiglia che hai in mente è altrettanto colpevole perchè ha avallato il tutto, ma la cosa non nasce da loro. Un'industria all'avanguardia (basta pensare a dove erano Alfa e Lancia e dove i tedeschi fino agli anni '60 inclusi), in un paese con una rete autostradale (senza limiti) estesa ed all'avanguardia, trasformata in una "poverata" da cui sono sparite la auto di grossa cilindrata, con autostrade non più costruite e castrate da limiti ridicoli. Distruggendo, tra l'altro, la produzione stessa delle auto, sabotando le fabbriche dall'interno. Il tutto per l'ideologia di quegli anni, che oggi è pieno appannaggio di chi si ritiene "esperto" in opposizione al presunto populismo. D'altronde il loro obiettivo era far passare tutti alla Trabant dalle Alfa, come nei paesi loro modello. Oggi ci riprovano con l'auto elettrica, la guida autonoma, il tutor e tutta la disinformazione antiscientifica fatta sull'auto, per creare una massa di beoti ingabbiati ed incapaci di guidare, oltre che di pensare.