PRIMA ERA PARMA - L’America è il punto di riferimento per lo sviluppo della guida autonoma. Ma anche l’Italia ha un solido know-how nel settore. Basti pensare al prof. Alberto Broggi che nel lontano 2009 fondò VisLab proponendo le prime sperimentazioni sulle vetture a guida autonoma basate su intelligenza artificiale e telecamere. Nel 2015 la società americana Ambarella ha poi acquisito VisLab, lo spin-off dell’Università di Parma guidato da Broggi.
IL PROGETTO MASA - Ma l’esperienza di VisLab non deve essere considerata un episodio. Infatti, sempre in Emilia Romagna, è stato ideato un altro progetto che ha messo in primo piano lo sviluppo dei veicoli connessi, prerequisito propedeutico per un organico sviluppo delle auto a guida autonoma. Stiamo parlando del progetto MASA, acronimo di Modena Automotive Smart Area, che vede la partecipazione di tre attori principali: il Comune di Modena, l’Università di Modena e la Maserati. Abbiamo intervistato il prof. Francesco Leali dell’Università di Modena che ci ha spiegato più da vicino la finalità di questo interessante progetto.
LA SPERIMENTAZIONE - MASA nasce con l’obiettivo di sviluppare un’area urbana da utilizzare per la sperimentazione dei veicoli di nuova generazione; i due temi principali sono quelli del veicolo connesso e a guida autonoma. “Il progetto è cresciuto molto rispetto alla sua versione originaria e attualmente coinvolge molte più imprese. Ad oggi abbiamo anche il supporto del Ministero dei Trasporti (il decreto “Smart Road” è stato promulgato negli scorsi mesi) che considera il progetto MASA come uno dei più promettenti a livello nazionale. Inoltre, oltre all’area urbana, abbiamo un accordo con l’autodromo di Modena che consentirà di studiare i veicoli in ambiente non urbano ma privato. Stiamo poi predisponendo l’acquisto di un simulatore per accumulare chilometri in ambienti virtuali”, ci racconta il Prof. Leali. Il Comune di Modena mette a disposizione la parte infrastrutturale della città e fa da garante all’apertura dell’area alla sperimentazione a chiunque voglia lavorare all’interno di essa. L’Università mette a disposizione le proprie competenze che sono di carattere ingegneristico, giuridico, economico e medico. L’interconnessione tra i veicoli e l’infrastruttura e le driveless car toccano dei problemi molto complessi e multidisciplinari. Come ad esempio quelli legati alla privacy e quindi alla gestione della proprietà dei dati.
IL SUPPORTO DELLA MASERATI - Il Comune di Modena, l’Università di Modena e la Maserati hanno lavorato a stretto contatto sfruttando la disponibilità dell’area e chiedendo dei finanziamenti europei per lo sviluppo dei progetti. Il Comune di Modena sta adeguando l’infrastruttura dell’area installando la fibra ottica, le camere ed i sensori adeguati. La Maserati nell’ambito di questi progetti europei ha messo a disposizione dei veicoli che sono stati dati in comodato d’uso all’Università per lo sviluppo delle tecnologie. Nello specifico il tridente in questo specifico momento è fortemente interessata allo sviluppo del veicolo connesso, tecnologia che consentirà di comunicare con gli altri veicoli e con l’infrastruttura cittadina.
I PRIMI RISULTATI - Il prof. Leali ci racconta che questi progetti finanziati hanno una propria timeline e che essi sono stati avviati all’inizio dell’anno e stanno iniziando a produrre i risultati tecnici previsti. “Come area MASA ci stiamo attrezzando per offrire i servizi di sperimentazione e certificazione dei dispositivi al mercato dell’auto, quindi a costruttori o ricercatori che intendano sviluppare le proprie tecnologie”, ci ha detto. Sistematicamente vengono organizzati degli eventi per dare evidenza dello stato di avanzamento del progetto MASA. L’ultimo il 27 settembre, occasione dove è stato possibile vedere le diverse dimostrazioni delle tecnologie. Il prossimo evento del 19 maggio sarà in occasione del Motor Show di Modena.
ANCHE L’ITALIA DICE LA SUA - Il prof. Leali sottolinea l’eccellenza dell’Italia nel settore della guida autonoma citando il prof. Broggi. “Tutte le case automobilistiche si stanno muovendo nello sviluppo delle tecnologie di ausilio alla guida (i cosiddetti ADAS), quindi non necessariamente verso la guida autonoma, bensì in tutti questi sistemi che sono implementati per supportare il guidatore nel miglioramento della sicurezza. Noi crediamo che per sviluppare queste tecnologie bisogna sperimentarle molto, i 10 milioni di miglia di Google Waymo danno l’idea dell’importanza dei test, e quindi ci auguriamo che il progetto MASA, in collaborazione con gli altri progetti esistenti, possa offrire l’opportunità per sperimentare”.
LE TECNOLOGIE DEL FUTURO - Le tecnologie a disposizione del miglioramento della guida esistono e sono pronte ma, come afferma il prof. Leali, è opportuno risolvere dei problemi di carattere assicurativo, giuridico e legislativo. Oltre alla guida autonoma, possiamo dire che il veicolo connesso è un’altra grande realtà e la Maserati, con l’ausilio dell’Università di Modena, sta sviluppando questo specifico tema. “Sempre meno spesso si parla di proprietà del veicolo e ci si focalizza sul servizio di mobilità il cui stato di avanzamento è direttamente correlato allo sviluppo delle infrastrutture intelligenti” ci ha detto il prof. Leali, che prosegue: “Il veicolo, che deve comunicare con l’infrastruttura, è come un grande sensore che si muove sulle strade delle città e che quindi raccoglie dati che possono essere utilizzati per migliorare in modo significativo la viabilità delle città, oppure per sviluppare dei nuovi servizi che oggi non esistono, anche nell’ottica dello sviluppo delle smart city”.