RISPOSTA A UN AZIONISTA - Carlos Tavares, ceo di PSA, ha ufficialmente negato che ci sia l’intenzione di rivedere i termini dell'accordo di fusione con FCA a causa della crisi economica dovuta alla pandemia di coronavirus. Lo riporta un articolo di Automotive News dove il numero uno del gruppo francese, nel corso dell’assemblea annuale degli azionisti di PSA, ha ribadito il suo no a un azionista di riferimento, Phtrust, che gli stava chiedendo di rivedere i termini dell’accordo a causa della recessione dell'industria automobilistica globale.
I TERMINI SONO QUELLI - Per Tavares, mai come in questo periodo l'accordo con Fiat Chrysler è di fondamentale importanza per accelerare i processi di ottimizzazione e di risparmio sui costi vivi industriali. Una preoccupazione inutile anche perché FCA ha appena ricevuto l’ok per un prestito di 6,3 miliardi di euro sostenuto dal governo italiano, mentre i bilanci del gruppo francese stanno al momento reggendo bene al repentino crollo economico. Tavares ha inoltre aggiunto che è necessario essere professionisti seri: PSA ha firmato un accordo equilibrato e soddisfacente per entrambe le parti. E in un momento difficile come questo non sarebbe corretto e nemmeno opportuno cambiare le carte in tavola.
PORTERÀ GRANDI RISPARMI - Nel corso dell’assemblea Tavares ha aggiunto che l’accordo porterà grandi benefici a lungo termine: nei prossimi dieci anni e forse anche di più queste sinergie si tradurranno in enormi vantaggi per i due gruppi. Entro il quarto anno, dice sempre Tavares, queste sinergie permetteranno un guadagno netto di 3,7 miliardi di euro, somma che per larga parte deriverà dal risparmio dovuto all’utilizzo di piattaforme comuni.
LA UE NON È UN PROBLEMA - Tavares ha poi aggiunto che 25 team, in rappresentanza di 500 manager della PSA, stanno lavorando alla fusione con FCA, mentre ha minimizzato sulle conseguenze delle possibili misure antitrust della UE nel comparto dei veicoli commerciali leggeri. Non è un problema, dice, anche perché almeno 10 dei 20 dossier presentati dall’antitrust sono già stati approvati in sede UE.