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Quanto inquinano i diesel più recenti?

Pubblicato 03 novembre 2020

Veramente poco, secondo Mercedes e Bosch, che hanno voluto effettuare i 3 città italiane i test RDE con apparecchiature PEMS.

Quanto inquinano i diesel più recenti?

DIESEL IN CALO - Le attuali normative antinquinamento varate dall’Unione Europea impongono limiti piuttosto restrittivi per le emissioni di CO2 (anidride carbonica) e di NOx (ossido di azoto). Le case automobilistiche, al fine di evitare multe salate, hanno elettrificato la propria gamma e cessato lo sviluppo di motori diesel di piccola cilindrata, diventati troppo onerosi da conformare alle normative. In generale è proprio il diesel che sta conoscendo un calo dei consensi (in dieci anni la sua quota di mercato è passata dal 50 al 24,8% in Europa).

I TEST RDE - I costruttori però sono ancora convinti che i nuovi diesel debbano essere considerati motori puliti. Rientra tra di essi la Mercedes che insieme alla Bosch, al fine di dimostrare la sostenibilità dei nuovi propulsori, ha organizzato una serie di test RDE (Real Driving Emissions) nel cuore di tre delle maggiori metropoli italiane: Torino, Milano e Roma.

IL PEMS - Rispetto ai test in laboratorio, che avvengono sui rulli, i test RDE sono le prove alle quali vengono sottoposte le nuove auto per misurare gli inquinanti emessi durante l’effettiva guida su strada. Vengono realizzati su strade aperte al traffico, quindi il veicolo partecipa attivamente a tutte le dinamiche che avvengono in città nelle normali condizioni di traffico; code, stop ai semafori e rotatorie. Per misurare gli inquinanti viene utilizzato un dispositivo chiamato PEMS (Portable Emission Measurement System); si tratta di un analizzatore portatile e compatto, che permette la misura dei principali inquinanti emessi dal veicolo come gli ossidi di azoto (NOx) e il particolato (PN).

VARIE VETTURE - Nei test Mercedes-Bosch, materialmente eseguiti dal CSI (società del Gruppo IMQ autorizzata da Euro NCAP e da Green NCAP), sono stati misurati gli ossidi di azoto e le polveri sottili, comparando i risultati di tre diversi tipi di alimentazione: una Classe A 200 d, equipaggiata con un propulsore diesel 2.0 da 150 CV, una Classe B 160, con motore 1.3 benzina da 109 CV e una Classe C 300 EQ-POWER, alimentata da un 2.0 diesel con sistema ibrido plug-in e una potenza di 194 più 122 CV.

IN CITTÀ E FUORI - I test hanno affrontato tre diverse tipologie di scenario: il primo, a Torino, in condizioni equivalenti a quelle del ciclo di omologazione, con oltre 200 parametri e un percorso di circa 90 minuti su strade urbane, extraurbane e autostrade; nel secondo, a Milano, eseguito su percorrenze esclusivamente urbane, è stata comparata la concentrazione della massa di particolato in aspirazione con quella allo scarico; nel terzo, che ha avuto luogo a Roma, sono state riproposte le modalità di quello effettuato a Milano.

EMISSIONI BASSE - Secondo le rilevazioni tutte le auto coinvolte nel test hanno registrato valori di emissioni inferiori ai limiti consentiti, sia in laboratorio, che in condizioni di guida reale, con valori medi delle emissioni di ossido di azoto e del numero di particelle allo scarico del motore diesel Euro 6d inferiori rispetto a quelli della vettura con motore benzina a iniezione diretta (entrambe sono rimaste in una fascia al di sotto dei limiti). Anche la concentrazione delle polveri allo scarico è risultata fino a 2.000 volte inferiore rispetto a quella dispersa nell’aria dell’ambiente circostante.



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Ritratto di servalanbis
8 novembre 2020 - 18:36
domanda, quanto costerà cambiare le batterie di un'auto elettrica o forse converrà sostituire l'auto,stesso discorso x l'ibrido ?!
Ritratto di Mark R
8 novembre 2020 - 19:08
Io ho un'ibrida ormai da 15 anni (a Marzo prossimo) e fino ad ora mai un problema, mai sostituita e l'auto è sempre rimessata fuori anche al lavoro; tutte dipende da come viene gestita la batteria. Mentre per le elettriche prova a guardare il degrado delle batterie Tesla e noterai che è limitato... Vita prospettata superiore a 300.000km; c'è anche chi ha fatto 600.000km. Vero, i difetti ci sono sempre... Ma è anche vero che la garanzia, esempio Tesla, è di 8 anni con garanzia della capacità del 70%; e vedendo il trend odierno.. L'auto non si tiene più di 4-5 anni con queste formule di noleggio attuali.
Ritratto di servalanbis
8 novembre 2020 - 20:58
mi hai convinto sull'ibrido,probabilmente sarà toyota toyota è stata forse se non la prima una delle prime a fare l'ibrido.bene
Ritratto di Mark R
8 novembre 2020 - 22:09
Toyota è presente sul mercato con l'ibrido dal 1997... Vanta un'esperienza pluriennale e ogni volta hanno migliorato il sistema HSD in base a quanto riscontravano. Oggi, sulla Prius, siamo alla quarta generazione di ibrido senza contare le versioni plug-in e awd-i.. Migliorato notevolmente su comfort, percorsi autostradali e non solo rispetto alla seconda generazione che ho io. Poi hanno commercializzato il 2.0 e nelle ultime versioni le batterie non sono più Ni-MH ma al litio dando ulteriori benefici. Tutto ciò senza contare Lexus dove ci sono powertrain superiori. Toyota ad oggi permette di estendere la garanzia fino a 10 anni sull'ibrido... Penso sia l'unica sul mercato; per dire la mia, nel 2006, vantava 8 anni di garanzia di serie sulla parte ibrida. Io sulla mia oltre alla manutenzione ordinaria non ho mai fatto nulla.. A circa 100.000km le candele e ho cambiato per vecchiaia per la prima volta le pastiglie anteriori (al 50%) dopo 231.000km. Mai cambiato l'olio e nessuna manutenzione all'e-CVT. Scaduta la garanzia di 8 anni ho iniziato, anche su questa auto, a fare io la manutenzione.. Con 50€ faccio il tagliando (ogni 15-20.000km), non prendo il filtro aria motore perchè ho preso quello lavabile migliorando leggermente consumi e prestazioni dato che si sta parlando di motore aspirato. Ad oggi ho più di 255.000km, continuo a fare i 25km/l di media (con punte su alcuni pieni di quasi 29km/l) e in autostrada sul piano a velocità reale di codice i 16km/l sono assicurati.