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Quattro: trent'anni vissuti sportivamente

18 marzo 2013

Intervista a Franciscus van Meel, amministratore delegato della Quattro, la società dell'Audi che sviluppa e produce le RS.

Quattro: trent'anni vissuti sportivamente

SI INIZIA NEGLI ANNI 80 - Nel 1983, tre anni dopo il lancio della rivoluzionaria Audi Quattro (nella foto sopra), la casa tedesca ha fondato la consociata Quattro GmbH, che in due anni avvia la commercializzazione di accessori, dal 1995 personalizza le vetture Audi e dall'anno successivo produce direttamente le versioni a più altre prestazioni, marcate RS. Da trent'anni la Quattro rappresenta stile, tecnologia, dinamismo, prestazioni, sportività e individualità del marchio Audi, con passione. Come quella di Franciscus van Meel, amministratore delegato che incontriamo in una ristretta tavola rotonda, celebrando il compleanno "tondo". 

TRE SETTORI DI ATTIVITÀ - Lo scopo della società Quattro in seno all'Audiè quello di interpretare i desideri dei clienti più esclusivi, con attenzione alle evoluzioni dei tempi e dei mercati. Azienda di successo, che oggi è attiva in tre settori: sviluppo e costruzione dei modelli Audi ad alte prestazioni, personalizzazione con realizzazione degli accessori dedicati e gare automobilistiche per clienti privati. 
 
 
LE FORZE E LE BASI DI "QUATTRO"? - La società impiega 790 dipendenti, dei quali circa la metà nei settori produzione, logistica e controllo qualità. Settori che, unitamente a sviluppo (120 specialisti) e amministrazione, si trovano a Neckarsulm, luogo di costruzione alcune vetture RS con una fabbrica da 175 dipendenti, mentre i "commerciali" (acquisti, vendite e marketing) sono a Ingolstadt. La particolarità dei modelli richiede che l'80% della costruzione delle carrozzerie sia eseguito a mano. Le altre attività della Quattro occupano personale direttamente presso le sedi Audi di Ingolstadt, Bratislava (Slovacchia) e Györ (Ungheria).
 
UN PO' DI STORIA - La prima Audi firmata dalla Quattro è la S6 plus del 1996, che montava un 4.2 V8 da 326 CV, quattro anni dopo segue la prima generazione di RS 4 Avant  (oggi siamo alla quarta) con un 2.7 V6 biturbo da 380 CV, la seconda serie nel 2005 ha un 4.2 V8 aspirato da 420 CV e nel 2002 inizia la serie di RS, 4.2 V8 da 450 CV con “dynamic ride control” meccanico per il controllo delle sospensioni. È il 2004 quando RS 6 plus aumenta la potenza a 480 CV e nel 2008 arriva la seconda generazione di RS 6 con il mostruoso 5.0 V10 biturbo da 580 CV, che sarà l'Audi di serie più potente mai prodotta fino a quel momento. Poi l'evoluzione e l'ampliamento della gamma sono rapidissimi. 
 
 
Chiediamo a Franciscus van Meel (foto qui sopra) il punto sulla situazione a  questo momento: "Trent'anni di Quattro GmbH.
Abbiamo festeggiato a Ginevra con un regalo per i nostri clienti, anzi quattro. Quattro modelli RS in quattro carrozzerie differenti: RS Q3, RS 6 Avant, RS 7 Sportback, RS 5 Cabrio, così siamo presenti con otto modelli RS sul  mercato mondiale, maniera adeguata per celebrare l'anniversario. Altro regalo all'inizio dell'anno: la R8 Grand Am, vincitrice alla 24 Ore di Daytona con una doppietta, che si aggiunge alle sette vittorie dell'anno scorso (pensiamo  anche al Nürburgring), conquistando l'ultimo obiettivo che ci era rimasto, successo per il quale siamo molto felici. Al Salone è svizzero abbiamo esposto il modello che può essere acquistato dai clienti sportivi, e inoltre abbiamo la R8 con cambio a doppia frizione, molto amato dai nostri clienti. Le vendite della Quattro hanno visto 11.500 vetture vendute nel 2012, in linea con l'anno precedente, mentre per il 2013 contiamo di raggiungere le 15.000 unità per la gamma più ampia con un incremento del 30%". 
 
Si può pensare a una evoluzione ibrida per le Audi RS? 
"La serie RS ha un'impronta estremamente sportiva, sono costruite per uso anche in pista: l'aspetto principale rimane il rapporto ottimale tra peso e potenza, che condiziona la configurazione della catena cinematica, rendendo l'ibrido plug-in meno adatto. Oggi raggiungiamo le prestazioni con motori tradizionali: tecnicamente però non escludiamo alcun concetto per le raggiungere le prestazioni, anche se questo prevede motori diesel o soluzioni ibride. La nuova RS 6 Avant è dotata di "cylinder on demand" (disattiva quattro cilindri su otto quando non necessari alle prestazioni), di start&stop automatico (eventualmente escludibile), soluzioni che fino poco tempo fa non parevano adatte a vetture sportive, invece eccole su una RS. Dimostrando che anche molte tecnologie di serie possono essere montate su una RS, con una nuova e diversa interpretazione. Per esempio una proposta della Quattro sono i dischi freno in design “wave” (con struttura a margherita), la cui sagoma ondulata riduce il peso complessivo dell’impianto frenante di circa 2,5 chilogrammi senza che condizionare le prestazioni. Dimostrando come la costruzione ultraleggera sia una delle competenze specifiche delle nostre auto. 
 
 
Quali sono i vostri obiettivi tecnologici?
“Le massime prestazioni: la nuova RS 6 (foto qui sopra) è alleggerita di 100 kg, è meno potente di 20 CV ma accelera 0-100 in mezzo secondo in meno rispetto alla precedente e consuma solo 10,2 km/l. Per noi l'argomento e l'obiettivo principale è ottimizzare il rapporto tra peso e potenza: se lo consideriamo come un'equazione, abbiamo i due componenti, il peso e la potenza che vogliamo sempre migliorare. Ogni automobile del futuro deve essere più leggera, consumare meno e offrire prestazioni migliori. Prossimamente le RS saranno sempre più vicine al lancio di modelli "normali": già oggi l'attesa si è ridotta a soli due anni, e diminuirà ancora". 
 
Quanto incidono le personalizzazioni?
“Ogni anno, vanno a completare il bilancio la personalizzazione di circa 160.000 vetture e la vendita di 2,5 milioni di accessori. La personalizzazione e gli articoli di Audi collection costituiscono l’ambito di attività della Quattro GmbH chiamato Audi Exclusive. Tipicamente si rivolgono a questo settore persone che amano distinguersi e che danno molta importanza a soluzioni personalizzate: numerose sono le proposte del programma Audi Exclusive pensate espressamente per loro”. 
 


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Ritratto di tomkranick
18 marzo 2013 - 12:59
Grandi innovatori, sopratutto nel campo dei rally con la loro rivoluzionaria (per l'epoca) trazione integrale
Ritratto di romeo64
18 marzo 2013 - 13:46
M in quanto ad innovazione ricordiamoci sempre la SUBARU già nel 1972,e poi JEEP......
Ritratto di Montreal70
18 marzo 2013 - 14:12
Alla radio si sente continuamente la pubblicità della "leggendaria" trazione Quattro. Di leggendario ha un bel nulla, hanno vinto un mondiale quando tutta la concorrenza era a due ruote motrici, e hanno pure perso l'anno seguente contro una trazione posteriore, senza considerare i seguenti 6 anni di stradominio dell'Integrale. Ora vengono qui a parlarci della loro storia. E' come se i Backstreets Boys si pubblicizzassero manco fossero i Queen...
Ritratto di Delicious
18 marzo 2013 - 14:17
3
Allora non sono l'unico a pensarla così. Ti do piena ragione in tutto.
Ritratto di Subaru_Impreza
18 marzo 2013 - 14:19
Pure io mi associo in tutto.
Ritratto di Porsche
18 marzo 2013 - 15:53
ahahahahahahahahhhaha
Ritratto di grandedanny
19 marzo 2013 - 07:05
Quotone... e poi l'Integrale è leggenda allo stato puro mica audi...
Ritratto di Merigo
18 marzo 2013 - 15:31
1
Audi non è stato né il primo né il migliore a produrre auto a quattro ruote motrici, ma diamogli atto di averci creduto commercialmente. Tanto per cominciare avendo registrato il marchio Quattro, un numero, anzi una parola che non significa nulla se non in lingua italiana, eppure registrato, con lungimiranza, worldwide, mentre noi, i migliori in quegli anni con la Delta 4WD, poi 4WD 16V e infine con la Delta Integrale, abbiamo dormito. La Lancia infatti, nonostante tutto il palmares di quegli anni (6 titoli mondiali consecutivi) propose solo le Delta di cui sopra per l'omologazione e una Prisma 4WD, mentre nel successivo modello della Delta (orribile) lascio perdere ogni opportunità commerciale di una integrale, fino a sprofondare dove è ora la Lancia. A livello di Gruppo c'è per altro solo da ricordare la Autobianchi Y10 4WD, un carciofo senza differenziali con cui, con le 4 ruote motrici inserite non potevi farci i tornanti, come sui Quad, e dovevi disinsire le 4WD, ed era quindi inutile in montagna dove i tornanti non mancano ed è proprio dove serve trazione. Comunque, correggetemi se sbaglio, questo fu l'ultimo tentativo di trazione integrale del Gruppo FIAT ante Chrysler. Audi invece, al di là delle rabastrate che si prese in campo sportivo dalla Lancia ma non solo (Toyota Celica e Peugeot 205 la scoppolarono mica poco), continuò perseguendo il progetto Quattro con i risultati commerciali ed il blasone di oggi, con quella parola italiana che è diventata marchio sinonimo di agilità e sportività anche se, chi se ne intende, scrive su questo blog come funzionino meglio i sistemi 4Matic Mercedes e XDrive BMW. Quindi, tanto di cappello ad Audi!
Ritratto di Subaru_Impreza
18 marzo 2013 - 15:49
E' quello che io sostengo da sempre: onore x riuscire a mettere il fumo negli occhi alla gente. Alcuni sbandierano ancora i titoli rally quando perfino la fiat ne ha vinti di + (3 vs 2), con la 131 Abarth ahahahahahahahah :D
Ritratto di Merigo
18 marzo 2013 - 17:14
1
Il successo del marchio Quattro non è fumo negli occhi ma capacità. Chi ti scrive è da sempre tifoso Lancia perché, nato a Milano, a 6 mesi si trasferì a Torino in quanto mio padre andò a lavorare appunto in Lancia (parlo del 1957) seguendo il professor Fessia, inventore della trazione anteriore moderna, Suo professore al Politecnico di Milano e Direttore Tecnico di Lancia. Quindi, tributare onori a Audi mi disturba, ma mi disturba ancora di più ammettere l'imbecillità della Dirigenza Fiat di fine anni '80 che non sfruttò il marchio Lancia. Ma, mi chiedo, a cosa serve l'attività sportiva, se non a trasferire la sperimentazione nella produzione di serie e, se vinci, a sfruttare la pubblicità che le vittorie ti danno (a fine anni '80 la Delta Integrale era sognata in Giappone come in USA)? Bene, gli Agnelli (Gianni e Umberto) a fine epoca generazionale, consigliati da nullità come Cantarella e Testore, non ne fecero nulla, e sai perché? Perché Lancia era stato terreno di conquista e, quindi, con demenzialità assoluta, disturbava gli Agnelli, perché il suo successo appannava il nome FIAT, e fu così che la lasciarono appassire. VW invece, con ben maggiore intelligenza, ripose in Audi, anch'esso terreno di conquista (per di più sottratto a Mercedes) le aspettative per il marchio del Gruppo che doveva posizionarsi ad un livello alto e sportiveggiante. Sembra incredibile quello che scrivo ma mentre Lancia vinceva tutto con una tecnologia mostruosa e che già produceva in serie, lasciò cadere tutto, mentre Audi sviluppò sia la tecnologia sia il marketing, arrivando sia Lancia che Audi dove sono oggi, come entrambe si meritano: Audi sugli altari e Lancia nella polvere. Non tutti ricordano che Sergio Marchionne ha ereditato questa situazione (analoga in Alfa-Romeo) e che se fosse stato AD di FIAT con ancora vivo un Agnelli, probabilmente, anzi certamente, non sapremmo nulla di Lui perché, alla proposta di gettarsi nell'avventura Chrysler, Umberto Agnelli (l'ultimo dei due fratelli) gli avrebbe detto, con la r moscia: ma Lei è un crrretino, Chrrrysler è decotta! Invece e per fortuna, Sergio Marchionne si è trovato come Presidente Luca Montezemolo prima e John Elkann poi, entrambi con una visione del mondo ben meno limitata degli ultimi Agnelli; soprattutto il secondo che pur rappresentando la Famiglia, cioè l'Azionista di controllo, ha dimostrato spregiudicatezza dando l'indispensabile "carta bianca" a Sergio Marchionne. Un Sergio Marchionne che, trovandosi con la patata in mano nella peggiore crisi dal dopo guerra, deve andare a nozze con i fichi secchi e non può certo reinventarsi il blasone ormai perso di Lancia (dall'ultimo dei 6 Mondiali consecutivi vinti sono ormai passati 21 anni, cioè una generazione!) se non procedendo per gradi, ovvero ripartendo da dove il blasone c'è, con il nuovo stabilimento Maserati da cui uscirà la Ghibli, da cui se tutto andrà come previsto (e se la crisi si allenta un poco), deriveranno una nuova berlina Alfa-Romeo e una Lancia e, siccome già la Quattroporte sarà disponibile a 4 ruote motrici, chissà che non torneremo a dare del filo da torcere a Audi. Ma intanto Audi festeggia, meritatamente, i trentanni di Quattro, mentre Lancia non si sa neanche più dove sia e scusami, è una soddisfazione inutile "attaccarsi" al fatto che Audi abbia vinto meno di FIAT, perché quello che conta è solo l'immagine percepita oggi dal mercato, non ieri o 21 anni fa (certo però che, ricordare quando quel mostro di Walter Rohl, massacrato dalle Delta Integrale, disse pubblicamente che la sua Quattro S era un paracarro, e l'Audi lo cacciò via offesa, è sempre un bel ricordo!). Saluti.
Ritratto di Subaru_Impreza
18 marzo 2013 - 17:43
Capacità di capire cosa serve x vendere OK, riuscire a farsi una ottima fama in giro OK, far credere che i propri prodotti siano i migliori OK , ma fare auto che sono alla pari, se non vogliamo dire x forza meglio, della concorrenza assolutamente NO. Fanno delle generaliste rifinite un po' meglio, con un po' + di personalizzazioni e motori un po' + grossi e le spacciano x innovazioni assolute, il top che offre il mercato oggi. E i pecoroni ci credono. Lancia non risorgerà + , ormai dobbiamo rassegnarci alla morte di questo marchio, che si aggiunge ad altri prestigiosi, prestigiosissimi, marchi italiani, come De Tomaso (fallita x altre ragioni), in parte Alfa (speriamo che il rilancio avvenga davvero e non solo in teoria) e, probabilmente, in futuro, Lamborghini. Sì, proprio Lamborghini perchè se consideriamo la storia e il prestigio del marchio, sapere che la nuova Gallardo sotto sarà una R8 (e non il contrario come adesso), una bruttissima e volgarissima audi, mi piange il cuore.
Ritratto di Montreal70
18 marzo 2013 - 20:20
Sottoscrivo ogni parola. Vorrei porre maggiormente l'attenzione sulla netta superiorità tecnica delle Lancia rispetto a qualunque altra concorrente dell'epoca. A metà degli anni '80, c'era un vero abisso. Figurarsi che già allora, esistevano vetture torinesi con doppia sovraalimentazione e alettone attivo, roba che la concorrenza tedesca ha riesumato da poco. Purtroppo, oggi come allora, il marchio era troppo legato alla nostra nazione. In un'epoca in cui la parola globalizzazione era sconosciuta ai più, era molto più sensato investirci. Oggi, non si tratta di ridare lustro a Lancia, ma di farlo conoscere al mondo che ne ha sempre ignorato l'esistenza. Oggi i marchi devono avere visibilità globale. Scomparirà anche Vaxhuall, in una situazione del tutto analoga al brand di Chivasso. Investirci in un gruppo che ha già Chrysler, non ha senso. L'unica via possibile, è quella di reinventarlo, posizionandolo ad un gradino appena inferiore a Maserati e innalzare quest'ultima.
Ritratto di P206xs
18 marzo 2013 - 19:08
1
Complimenti ad Audi ha il miglior marketing!!! INDISCUTIBILE!!!
Ritratto di saab91
19 marzo 2013 - 21:24
come al solito i crukki nn hanno fantasia capci solo di copiare