UN BUON AFFARE - Lo Stato francese ha venduto una parte del suo pacchetto azionario della Renault. Si tratta 14 milioni di azioni, pari al 4,7% del capitale societario, che sono state cedute per un controvalore di circa 1,21 miliardi di euro. È esattamente la stessa quantità di titoli che la mano pubblica di Parigi acquistò nell’aprile del 2015 per assicurarsi il pieno controllo del costruttore. Per le casse statali l’operazione significa un utile di 55 milioni di euro. Lo stato francese resta comunque il principale azionista della Renault, continuando a detenere il 15,01% delle azioni.
AZIONI DOPPIE - La decisione di acquisire ulteriori azioni della Renault era stata presa dal governo parigino per poter arrivare assicurarsi un controllo più pieno della società. Secondo la normativa francese, infatti, valgono doppio le azioni dei soci di lungo termine (e lo stato in questo caso lo è perché azionista Renault dal 1945). Con ciò, il governo di Parigi poteva contare sul 19,74% delle azioni con il 23,2% dei diritti di voto, che in seno al consiglio di amministrazione della Renault significava avere il diritto di veto. La cosa era stata voluta perché c’erano timori di un cambiamento dei rapporti con la Nissan nell’ambito dell’Alleanza tra le due case (attualmente la casa giapponese detiene il 15% delle azioni Renault, ma sono senza diritto di voto; ciò mentre la Renault possiede il 43% delle azioni Nissan). Il governo di Parigi non intendeva vedere modificata la situazione e si premunì appunto con l’aumento della sua quota azionaria.
CONTRASTI CON LA SOCIETÀ - La vicenda aveva innescato un pesante scontro tra il governo e il management della Renault, contrario alla nuova situazione per timore che rompesse l’equilibrio su cui si basava l’Alleanza con la Nissan. E in effetti quest’ultima aveva manifestato, sia pure con misura e discrezione, la propria contrarietà a quanto deciso dalle autorità pubbliche parigine. Dopo alcuni mesi di discussioni e trattative, alla fine del 2015 le parti arrivarono a un accordo in base a cui ognuna si impegnò a rispettare determinate condizioni operative. Per esempio, la Renault si impegnò a non modificare l’accordo di alleanza con la Nissan. Quanto allo stato prese l’impegno di far valere i suoi diritti di voto solo su questioni strategiche e di non immischiarsi nella gestione aziendale.
CONTINUITÀ POLITICA - Va sottolineato che la decisione dell’acquisto delle azioni fu presa sotto la presidenza di François Hollande, ma il ministro dell’economia che la volle assolutamente era Emmanuel Macron, l’attuale presidente. Dunque la vicenda si è svolta in una sostanziale continuità politica. Proprio Macron due anni fa aveva peraltro garantito che lo stato non avrebbe conservato quelle azioni. Nel comunicato dell’APE che ha riferito dell’operazione, è anche specificato che il 10% delle azioni cedute saranno acquistate dalla Renault che le offrirà in vendita ai dipendenti ed ex dipendenti della casa automobilistica.