UNA SAGA - Non rispetta il week end il flusso di aggiornamenti sullo
scandalo del software che rileva quando sta eseguendo il test d'inquinamento ed attiva una speciale modalità a basse emissioni, montato dalla
Volkswagen sulle auto mosse dal 4 cilindri 2.0 TDI nome in codice EA 189 (
qui per saperne di più). Le notizie si succedono con riferimenti diversi ma sempre clamorose. Secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera la Volkswagen Italia ha inviato una lettera ai concessionari chiedendo loro di sospendere le vendite delle vetture in stock dotate del motore “incriminato” in versione Euro 5 (le Euro 6 non sono soggette al problema). A quanto pare si tratterebbe di alcune migliaia vetture che, forse, la casa vuole regolarizzare prima di consegnare. A questo proposito il gruppo Volkswagen non ha ancora comunicato cosa farà in concreto per porre rimedio alla crisi del "dieselgate", limitandosi a dire che ci sta lavorando.
LA BOSCH AVEVA AVVISATO - Da fronte tedesco, il quotidiano tedesco Bild dice di essere in possesso di un “documento esplosivo” secondo cui la Bosch nel 2007 aveva fornito alla Volkswagen il software al centro dello scandalo. Ma ciò sarebbe avvenuto per impieghi di sperimentazioni e ricerca, con la stessa Bosch che aveva fatto presente alla casa automobilistica l’illegalità di un eventuale impiego del software sulle vetture di produzione.
DAL 2013 - Sempre di avvertimenti non ascoltati si tratta nella cronaca pubblicata sabato dal Financial Times a proposito di uno studio di un centro ricerche dell’Unione europea che nel 2013 aveva riscontrato anomalie nel motore 2.0 Volkswagen. Lo studio era stato materia di un rapporto dettagliato consegnato alla Commissione europea con invito a prendere provvedimenti a proposito delle modalità di compiere i rilevamenti delle emissioni. Anche in questo caso però non ci furono conseguenze alla messa in guardia. Mentre è l'inglese Sunday Times che riporta un'altra notizia negativa per la Volkswagen: la Banca centrale europea ha temporaneamente sospeso l'acquisto del debito della finanziaria con la quale la casa offre finanziamenti ai suoi clienti.
NEGLI USA LA VW PASSAT RESTA AL PALO - In precedenza, dall’America è arrivata una sibillina dichiarazione di qualche giorno fa di Christopher Grundler, direttore dell’ufficio dell’EPA (Environmental Protection Agency) incaricato delle omologazioni e del conseguente rilascio dei certificati di conformità necessari per le immatricolazioni. Grundler ha detto che l’EPA ha rifiutato il rilascio del suddetto certificato per la Passat 2016, sino a che non ci sarà la certezza che il modello è completamente in regola con le norme antinquinamento. Il che significa che la Volkswagen America non può vendere la nuova Passat, presentata pochi giorni a New York.
SVIZZERA: STOP ALLE DIESEL - Significativa è stata anche la news proveniente dalla Svizzera: le autorità elvetiche hanno vietato la immatricolazione delle vetture diesel del gruppo Volkswagen. Una notizia che sebbene il mercato svizzero sia poco interessato ai modelli diesel, è oggettivamente emblematica della situazione: ormai le iniziative cominciano a essere molto concrete, non più solo richieste di chiarimenti o annunci di indagini, ma blocchi delle vendite.