NON ERANO TURISTI - Magari gli operatori turistici locali ci sono rimasti male. Vedevano tutte quelle auto targate Bulgaria e traevano un po’ di speranza per le prospettive degli affari. Invece, no. Le auto erano sì targate Bulgaria, ma di bulgari pronti a spendere qualche soldo da turisti non ce n’erano proprio. Le auto in questione erano di italianissimi “furbetti” che attraverso l’auto immatricolata nel Paese dell’est europa evitavano di pagare il bollo e le multe, oltre - o forse soprattutto - a non risultare intestatari delle auto sui pubblici registri.
ANCHE CON DOPPIA “NAZIONALITÀ” - È il traffico illegale scoperto dai Carabinieri di Alba con l’indagine “Supercar”, avviata in seguito alla constatazione della presenza di numerose vetture targate Bulgaria ma presenti normalmente sulle strade tra Liguria e Piemonte. Tra le auto notate una risultava essere immatricolata sia i Italia che in Bulgaria. L’inchiesta ha portato alla denuncia di 51 di automobilisti liguri e piemontesi, con l’accusa di truffa aggravata e falso. Oltre a denunciare le persone, gli inquirenti hanno proceduto al sequestro di 22 vetture. Inoltre, in seguito al lavoro dei Carabinieri di Alba anche la Polstrada di Savona ha avviato proprie indagini nella stessa direzione, e sviluppi analoghi a quelli dell’inchiesta di Alba sono previsti anche da questa attività.
DIPENDENTI COMPLICI - Da notare che il meccanismo truffaldino veniva attivato senza neanche andare una volta in Bulgaria, Paese d’immatricolazione delle auto. Le pratiche burocratiche necessarie venivano infatti effettuate grazie a cittadini di quei Paesi, spesso dipendenti dei proprietari delle auto, che si curavano di attivare conoscenti e amici nelle località d’origine per provvedere all’immatricolazione in loco del veicolo, questo mentre in Italia la stessa vettura veniva cancellata dal PRA. Una buona parte delle auto veniva immatricolata a nome di cittadini presumibilmente ignari della cosa, molti residenti in piccole località nella zona ai confini tra Bulgaria e Macedonia.