NEWS

Uno sguardo sul futuro dell’auto

16 marzo 2018

Come sta cambiando la mobilità? Tra auto elettrica e guida autonoma, trasporti intelligenti e realtà virtuale, l’Automotive Disruption Radar ha fatto il punto sui possibili scenari di domani. 

Uno sguardo sul futuro dell’auto

AUTONOMA E CONDIVISA  - Come sarà l’auto del domani? Se ne è discusso all’Automotive Disruption Radar, uno degli eventi che parlano di futuro organizzati, fra il 15  il 18 marzo, nell’ambito della Milano Digital Week. Andrea Marinoni, senior partner della società di consulenza Roland Berger Italia, ha iniziato citando un numero impressionante: al mondo, ogni anno, ci sono 1,3 milioni di morti per incidenti stradali. Inoltre, ogni vettura viene usata una sola ora al giorno; per il resto del tempo, occupa spazio inutilmente. Tutto questo, secondo Marinoni, è destinato a cambiare grazie allo sviluppo del car sharing e della guida autonoma. Che vanno di pari passo: la condivisione, già oggi prevista nelle grandi città, sarà indubbiamente facilitata quando potranno circolare vetture senza guidatore, che sarà possibile chiamare tramite una app. Certo, servirà ancora del tempo: anche per le auto più sofisticate, per un discorso tecnico e normativo la responsabilità della guida è lasciata a chi sta al volante. Ma è un futuro inevitabile, che già oggi vede interessati il 45% dei guidatori (a patto che sia conveniente) e che dovrebbe portare (Marinoni ipotizza a partire dal 2025-2030) a una progressiva riduzione delle vendite e, poi, delle auto circolanti: ce ne saranno meno perché, grazie alla condivisione, ogni singolo esemplare verrà utilizzato di più. Un altro tema caldo, considerando che il 17% della CO2 prodotta al mondo è legata al traffico, è quello delle auto a motore elettrico. Anche qui, la previsione a livello globale è di un cambiamento molto progressivo: nel 2025 si stima che il 10-15% delle auto vendute sarà elettrico, mentre le ibride saranno tra il 20 e il 32%. E il resto, cioè la maggioranza? Ancora a benzina o a gasolio.


Nelle foto i relatori: da sinistra, Andrea Marinoni, Barbara Galli e Paolo D’Ammassa.

ODIO E AMORE - Barbara Galli, direttore della Business Unit Mobility della società di ricerche di mercato Doxa, ha invece presentato i risultati di analisi sulla mobilità specifiche per l’Italia (altre informazioni sono qui). Ebbene, oggi il 31% degli intervistati, se pensa agli spostamenti, non ne ha un’immagine positiva: si immagina “intrappolato” nel caos. Ma è anche vero che il 20% parla di “opportunità di essere liberi” e un 10% addirittura della scoperta del viaggio. Insomma, al di là del tran tran quotidiano, muoversi ha ancora un certo fascino. E che cosa vorrebbero per il futuro gli italiani? La risposta più gettonata (il 34%) parla di “efficienza ecologica”, ovvero un mix tra possibilità di non spendere troppo e, al contempo, di preservare il pianeta e ridurre l’inquinamento nocivo per l’uomo. A questo punto, Doxa ha voluto verificare se gli italiani si stanno interessando all’argomento “diesel, che fare”, legato alle emissioni inquinanti di questo tipo di motori e alle conseguenze sulla libertà di circolazione in alcune città. Ebbene, monitorando i social network, si è visto che ogni giorno vengono pubblicati 170 post al proposito, e nel corso dell’ultimo anno il numero di italiani intenzionato a scegliere un’auto a benzina, a gas o ibrida è cresciuto sensibilmente. Paolo D’Ammassa, Ceo dell’agenzia di comunicazione Connexia, ha infine tratteggiato le possibilità che si aprono, con il progredire della tecnologia, anche nell’ambito dell’acquisto di un’auto. Per esempio, grazie alla realtà aumentata, in alcuni paesi è già possibile esaminare da vicino e provare (in maniera virtuale, ma assai realistica) l’automobile cui si è interessati, senza uscire di casa. Anche se, per ora, chi vuole davvero acquistare fa sempre seguire una visita in concessionaria…



Aggiungi un commento
Ritratto di studio75
17 marzo 2018 - 08:20
5
mai sentito "intrappolato" nel caos. Se sono in coda continuo ad ascoltare la radio e mi passa.
Ritratto di bombolone
17 marzo 2018 - 12:32
Già, è un piacere stare ore in coda sul raccordo anulare... ti ascolti Venditti...
Ritratto di Mbutu
17 marzo 2018 - 09:53
Personalmente non vedo l'ora. I numeri sono impietosi. Il combinato esigenza-status ha moltiplicato il numero di auto in maniera assolutamente spropositata. Mobilità elettrica condivisa sarebbe una manna dal cielo.
Ritratto di Rav
17 marzo 2018 - 11:41
4
Mi piacerebbe vedere la differenza tra gli stessi sondaggi fatti a Milano, Roma, Napoli... e nei piccoli comuni che sono la maggior parte in Italia. Credo che il quadro sarebbe ben meno futuristico. Tralasciando il fatto che per me l'auto è un bene e che essere proprietario mi appaga, io stesso se abitassi in una grande città, servita da una buona rete di trasporti e servizi che non comportano lunghi spostamenti, preferirei un car sharing o noleggio piuttosto che un'auto di proprietà. Ma vivendo in un paese dove l'auto mi serve per andare al lavoro, a fare la spesa, al cinema e dove con la bici arrivo giusto in piazza, che ce ne facciamo del car sharing? Nella grande città può essere comodo raggiungere la piazzola dove si trova l'auto con la metro, prenderla e andare. Fuori vuol dire camminare per 1km, magari sotto la pioggia, bene che vada. La stessa cosa vale per i carburanti. Per come uso l'auto, il diesel è ancora l'unico carburante che mi permette buona autonomia senza spendere troppo. Perchè devo per forza cambiare le mie abitudini e spendere più soldi per una moda? L'attuale fenomeno diesel è scaturito dal precedente fenomeno diesel, quello per cui anche chi abitava nelle grandi città e faceva sì e no 2km al giorno ha comprato un diesel. La cambiassero quelli. Io il futuro dell'auto e il futuro in generale lo vedo buio, perchè seguendo i titoloni e le parole di media e governanti che ragionano solo in termini di Capitali europee e mondiali, non si tengono conto delle esigenze di gran parte della popolazione, almeno quella italiana, che vive in zone mal servite dai trasporti pubblici o che per la conformazione territoriale non si sposano con le nuove tendenze. Il problema è che nessuno ci pensa ma prima di parlare del risultato occorre pensare all'infrastruttura.Questo è successo prima coi bus, poi coi treni, ora con l'auto. Ci sono paesi dove non è ancora arrivata la fibra ottica e internet è lentissimo e questi ci vogliono fare arrivare il car sharing prenotabile con l'app.
Ritratto di Mbutu
17 marzo 2018 - 12:50
Rav, facciamo dei distinguo. Quello di cui parli tu è lo scenario attuale. Ed hai perfettamente ragione. Ci sono un sacco di luoghi e di esegienze che mal si conciliano con con un certo tipo di mobilità. Però, allo stesso modo, bisogna riconoscere che già oggi si potrebbe fare molto in tanti frangenti. Ed invece non viene fatto (tu stesso evidenzi come l'auto sia status ed appagamento o come il diesel venga usato a sproposito). Noto troppo spesso che i "critici" di questa visione della mobilità del futuro la trattano come se questa evoluzione dovesse avvenire dall'oggi al domani travolgendo tutto il resto dalla sera alla mattina. Non è così, ci sono i tempi intermedi. Momenti in cui i due mondi convivono. Ps: nello scenario futuribile, non sarai tu a farti un chilometro a piedi sotto la pioggia per raggiungere l'auto, sarà lei a venirti a prendere. ;)
Ritratto di Rav
17 marzo 2018 - 16:41
4
Concordo, infatti quando dico che prima di parlare di guida autonoma e/o condivisa bisognerebbe occuparsi dell'infrastruttura è questo il senso. Il problema è che quando sento parlare chi dovrebbe attrezzarsi per compiere questo cambiamento, beh la sensazione è che in testa pensino di farlo in 2 minuti, cosa che chiunque ha un po' di testa sa che non è possibile.
Ritratto di v8sound
17 marzo 2018 - 16:58
Da un lato è vero che, tendenzialmente, secondo i "critici" questa evoluzione viene vista dall'oggi al domani, dall'altro ci sono gli "avanguardisti" convinti che tale scenario si presenterà nel breve - medio termine, facendo lo svalutato quanto inappropriato esempio dello smartphone. Sinceramente non vedo i presupposti per alcuna evoluzione epocale in tal senso, noto piuttosto come i vari orizzonti temporali vengano costantemente spostati in avanti ogniqualvolta l'articolo di turno riporti previsioni e/o sondaggi a riguardo delle tematiche in oggetto. Non che non ci possa essere spazio per auto condivise e/o car sharing, ritengo però che all'atto pratico possano interessare una percentuale marginale di automobilisti. Personalmente ritengo che in futuro l'automobile sempre meno sarà di proprietà, visti il moltiplicarsi di servizi di noleggio ad hoc proposti anche per i privati.
Ritratto di federico p
18 marzo 2018 - 00:55
2
Avere un auto a chi è appassionato appaga e non importa se essa é una supercar o una citycar é sempre la nostra auto e il pensiero di condividere l'auto a me non piace,ben vengano le auto elettriche ma sempre di proprietà.Capisco che le auto facciano caos in città quindi tassare chi entra in città con l'auto propria di giorno ma non obbligate nessuno a non possedere più un auto
Ritratto di money82
19 marzo 2018 - 16:49
1
E' ovvio che molti come il sottoscritto storcano il naso, per me guidare la mia auto è un piacere, l' ho scelta con cura e in base alle mie esigenze. Il passaggio a guida autonoma o tramite il car sharing probabilmente sarà si il futuro ma molto, molto lontano. Basta solo pensare all' annuncio di alcuni comuni di vietare il diesel nei centri storici da qui a 7-8 anni...sembra abbiano dichiarato la terza guerra mondiale a vedere certi commenti...
Ritratto di Davelosthighway
19 marzo 2018 - 20:25
Ogni tanto meglio che questa rivista si occupi più del presente http://www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2018/03/19/news/uner_blocca_l_auto_a_guida_autonoma-191701544/
Ritratto di Ninja
26 marzo 2018 - 16:44
Davelosthighway, complimenti per la tempestività! A parte che tutti hanno dato la notizia (compreso alvolante, https://www.alvolante.it/news/guida-autonoma-incidente-mortale-uber-356302), qui stiamo appunto discorrendo per approfondire la questione