GRANDE È MEGLIO - L’unione dei due grandi gruppi automobilistici FCA e PSA, per formarne uno ancora più grande denominato Stellantis, si concretizzerà nei primi mesi del 2021. Le due aziende hanno sempre parlato di “fusione fra uguali”, ma il prospetto informativo (qui per saperne di più), pubblicato da pochi giorni, fa venire qualche dubbio.
FUSIONE O ACQUISIZIONE? - Infatti, nel corposo documento che è stato presentato presso la Borsa italiana, francese e americana, si parla, almeno ai fini contabili, di acquisizione di FCA da parte PSA. La questione sembra più che altro formale, dato che gli International Financial Reporting Standards (IFRS) richiedono l'indicazione di un “acquirente e della società che viene acquisita”. A pagina 28 di questo documento, per esempio, si legge che “considerando tutti i fatti pertinenti e le circostanze, il management di FCA e PSA ha stabilito che PSA è l'acquirente a fini contabili”.
IL CDA - Nel prospetto si legge che l'accordo è una "fusione di uguali", cioè "una transazione nella quale gli azionisti sia di PSA sia di FCA possiederebbero una quota uguale nel gruppo risultante dalla fusione". Come è noto, l'operazione darà origine, secondo gli accordi, a un dividendo speciale distribuito agli azionisti FCA di 2,9 miliardi di euro (qui per saperne di più). Il consiglio di amministrazione di Stellantis sarà composto da 11 membri (qui per saperne di più), molti dei quali saranno indipendenti anche se non saranno esecutivi; il ceo Carlos Tavares ne farà parte. A FCA spetta il presidente John Elkann e l’amministratore senior indipendente Andrea Agnelli; un altro amministratore senior Indipendente sarà Robert Peugeot. PSA esprimerà 6 membri del CDA, compreso l’amministratore delegato, e FCA 5.
EXOR MAGGIORE AZIONISTA - Si tratta quindi di un vantaggio numerico che in qualche maniera si riflette sull’azionariato, ma è anche vero che Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli, diventerà il maggior azionista di Stellantis con il 14,4%. Il secondo azionista è la famiglia Peugeot, con il 7,2%, seguita dallo Stato francese (6,2%) e dal gruppo Dongfeng (5,6%). Aggiungiamo il fatto che gli attuali membri del consiglio rimarranno in carica almeno quattro anni mentre Carlos Tavares avrà un mandato di cinque anni come ceo.