UN PROBLEMA DEI GIORNI NOSTRI - Molte statistiche dicono che all’origine di molti incidenti c’è la distrazione causata dall’uso del telefonino mentre si guida. Per l’Ania, l’associazione che riunisce le compagnie di assicurazione si tratta del 20,1%. Il ministro dei Trasporti Graziano Del Rio è arrivato a parlare di una percentuale dell’80% degli incidenti gravi. Una realtà che da tempo ha convinto molti della necessità di combattere più efficacemente il problema. Ora il governo pare che voglia rompere gli indugi inserendo una apposita misura in un decreto legge che anticipi la riforma del codice in discussione al Senato.
NON SOLO MULTE - L’intenzione del governo sarebbe quella di punire l’infrazione con la sospensione della patente da uno a tre mesi. Questo quando attualmente per chi viene colto a usare il telefonino mentre guida. il codice della strada prevede una multa che va da un minimo di 160 euro a un massimo di 646 euro con la possibilità di pagare solo 112 euro se si paga entro 5 giorni dalla notifica del verbale d’accertamento. Non poco, ma ben altro rispetto a vedersi togliere la patente per uno o tre mesi. La cosa non è una ipotesi campata per aria, ma un progetto ben preciso. Ne ha parlato il vice ministro del Trasporti Riccardo Nencini, il quale ha affermato che di fronte alla gravità del problema e ai tempi lunghi dell’approvazione delle modifiche al codice della strada «potremmo intervenire con un decreto a maggio». Una intenzione che testimonia la gravità con cui viene avvertita la questione.
PUGNO DI FERRO - Si vedrà se l’intenzione troverà l’attuazione annunciata, cioè un decreto entro il mese di maggio, ormai molto vicino. I presupposti però ci sono tutti. Anche perché il provvedimento riguarderebbe anche un altro argomento riguardante il codice della strada, i veicoli pesanti. Lo stesso viceministro Nencini ha infatti affermato che assieme a potenziamento delle infrastrutture di controllo del traffico «saranno anche modificate le norme che regolano la circolazione dei veicoli stranieri e a chi non rispetta le convenzioni internazionali cui l’Italia aderisce sarà vietato l’ingresso nel Paese. Questo assieme - anche in questo caso - a un inasprimento delle sanzioni».