IL VEICOLO PER IL XXI SECOLO - Era il 1993 quando in Toyota si inizia a discutere su come dovrebbe essere il “veicolo per il XXI secolo”, quello che poi sarebbe diventato la Toyota Prius. Un dibattito che porta all’avvio del progetto G21 con a capo Takeshi Uchiyamada e l’obiettivo di migliorare l’efficienza del carburante di 1,5 volte rispetto alle vetture tradizionali. Un traguardo innalzato da Akihiro Wada, vicepresidente esecutivo per la ricerca e lo sviluppo, a un miglioramento di due volte che induce a seguire la via della tecnologia ibrida che abbina al motore termico uno elettrico. L’approvazione definitiva della G21 arriva nell’estate del 1994 con il fine di arrivare a esporre un prototipo al Tokyo Motor Show in programma nell'autunno dell’anno successivo. Il programma è rispettato e il 27 ottobre 1995 alla 31° edizione della rassegna giapponese appare una concept di berlina 4 porte dalla linea aerodinamica e dalla meccanica innovativa. È la Prius, “prima”, “precedente” in latino. A muoverla è il motore diesel a iniezione diretta 1.5 D-4 abbinato a un cambio a variazione continua a cinghia denominato CVT. A contribuire alla trazione, però, c’è anche un motore elettrico e il sistema di gestione EMS con la rigenerazione di energia in decelerazione e l’arresto del motore a veicolo fermo, ossia lo Start/Stop. Una combinazione, quella dei due motori, che permette di innalzare l’efficienza sfruttando l’elevata coppia e trazione dell’unità elettrica alle basse velocità per ridurre consumi ed emissioni. L’esito del è una percorrenza media di 30 km/l, il doppio di una vettura della stessa categoria del periodo.
DA DIESEL A BENZINA - Prima dell’avvio della produzione di serie della Toyota Prius passano due anni e vengono apportate numerose modifiche. La linea diventa più spigolosa, ma aerodinamica (Cx 0,29), e sotto il cofano sparisce l’unità a gasolio per fare posto a un motore appositamente sviluppato, il 1.5 VVT-i da 43 kW, per funzionare in combinazione con il propulsore elettrico da 30 kW. Un sistema ibrido capace di erogare un potenza complessiva di 58 kW, di fornire prestazioni equivalenti ai modelli a benzina del periodo, ma di avere consumi (28 km/l nel ciclo di prova giapponese) e emissioni di CO2 (120 g/km) dimezzate. Innovativo è pure l’abitacolo con il quadro strumenti centrale arricchito da un display a Led con i consumi di energia e altra strumentazione pensata per ottimizzare i consumi. Il debutto della Toyota Prius NHW10 avviene in Giappone nell’autunno 1997 con lo slogan “Giusto in tempo per il XXI secolo” e vince i premi Auto dell’anno e Nuova auto dell’Anno nel paese del Sol Levante. Dal 2000 viene esportata negli Stati Uniti e in Europa in una variante evoluta (NWH11 dal 2000) con 73 kW di potenza complessiva.
COPERTA DA 530 BREVETTI - La seconda generazione della Toyota Prius, la NWH20, arriva sul mercato nel 2003 e presenta diverse novità come confermano i 530 brevetti registrati. La carrozzeria non è più a tre volumi, ma a due volumi tipo hatchback con ampio portellone posteriore voluto per rendere più efficiente l’aerodinamica (Cx 0,26). Il sistema ibrido, l’Hybrid Sinergy Drive (HSD), è di seconda generazione e prevede batterie, sempre al nichel-metallo idruro, più piccole e leggere e due motori più potenti (57 kW il 1.5 a benzina, 50 l’unità elettrica) per un totale di 82 kW disponibili. Aumenta pure l’autonomia in modalità elettrica che passa da poche centinaia di metri a 2 km. Pur con dimensioni e peso superiori, la seconda serie riduce la sete di carburante (35,5 km/l) e le emissioni di CO2 (104 g/km). L’abitacolo, ampio per cinque passeggeri, mantiene la propria originalità con la strumentazione centrale dominata dallo schermo multimediale a colori. Alta la dotazione di serie che comprende, tra l’altro, cruise control, navigatore, Bluetooth, telecamera posteriore, sistema di controllo della stabilità del veicolo (S-VSC) e un climatizzatore automatico capace di funzionare anche a vettura spenta. La Prius II vince il premio Auto dell’Anno in Europa nel 2005.
IL MODELLO DEI RECORD - Passano altri sei anni e nel gennaio 2009 al Naias (North American International Auto Show) di Detroit Toyota fa debuttare la ZVW30, cioè la terza generazione della Toyota Prius. Lo stile è un’evoluzione del precedente con cura aerodinamica ancora più efficiente che consente di ridurre il Cx a 0,25. Più grande delle antesignane, ha sistema ibrido rinnovato nell’efficienza e nel 90% delle componenti, ma senza radicali modifiche rispetto al modello precedente se non per il nuovo motore da 60 kW. A cambiare è il 4 cilindri a benzina, ora da 1,8 litri a ciclo Atkinson con 73 kW dotato per la prima volta di pompa ad acqua elettrica e sistema di ricircolo del gas di scarico (EGR). L’erogazione della potenza combinata arriva a 100 kW consentendo prestazioni superiori, ma senza penalizzare i consumi, che si attestano a 38 km/l secondo i rilevamenti giapponesi, e le emissioni (89 g/km). Debuttano i pannelli fotovoltaici (a richiesta) sul tetto per alimentare i sistemi di bordo e consentire il funzionamento del climatizzatore durante la sosta. Vincitrice del premio Auto dell’Anno in Giappone nel 2009, è il modello che segna l’incremento delle vendite a partire dal debutto, quando arrivano 180.000 ordini contro i 10.000 previsti dai dirigenti Toyota.
ARRIVANO PLUS E PLUG-IN - Nel 2012 la gamma Toyota Prius si arricchisce delle varianti Prius+ e Prius Plug-in. La prima è, di fatto, la versione familiare con bagagliaio più ampio con la possibilità di aggiungere una terza fila di sedili per portare a 7 i posti disponibili. Rivisto il sistema elettrico, in particolare con l’adozione di batterie specifiche in grado di supportare la maggiore richiesta energetica dovuta agli ingombri e alla massa superiore. La Plug-in adotta le nuove batterie al litio da 4,4 kWh (contro 1,3 kWh della versione normale) e ospita la presa per la ricarica presso le colonnine. Modifiche che allungano l’autonomia a zero emissioni da 2 a 25 km, seppur con velocità limitata agli 80 km/h, e riducono le emissioni, omologate a 49 g/km. Nel 2016 è il momento della quarta serie della Prius che allunga la percorrenza nel ciclo giapponese a 40,8 km/l e abbatte le emissioni fino a 70 g/km, 22 nella variante Plug-in omologata per un consumo di 1 l/100 km e un’autonomia in modalità elettrica di oltre 50 km. Ma questa è storia recente.