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L'Unione Europea al capezzale dell'automobile

28 marzo 2012

Al vaglio della Commissione un corposo piano di rilancio per il comparto auto. Ogni Marchio ha però esigenze diverse: sarà difficile mettere tutti d'accordo. Intanto slitta la norma Euro 7.

VOGLIAMO CHIUDERE - Già qualche settimana fa si era alzata la voce di Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler e presidente dell'ACEA, l'associazione dei costruttori di automobili europei: “l'eccesso di capacità produttiva, valutato in circa il 20%, va gestito a livello transnazionale”. Stephen Odell, responsabile di Ford Europa, è ancora più diretto: “l'Unione Europea la smetta di opporsi alla chiusura degli stabilimenti”. È forse questo il più pressante dei problemi che i costruttori devono affrontare oggi: il crollo delle vendite e il surplus di produzione (e conseguentemente di manodopera) che ne deriva.

VISIONI DIVERSE - Proprio di questo argomento si parlerà in seno alla Commissione Europea nel prossimo incontro, previsto per il 6 giugno a Bruxelles. “Il problema - spiega Antonio Tajani, commissario all'industria - è che ogni Gruppo ha una sua diversa visione di quale sarà il futuro degli insediamenti produttivi in Europa”. La Fiat-Chrysler crede che trovare nuovi sbocchi nei mercati di India, Cina e Stati Uniti sia essenziale per mantenere una sufficiente profittabilità delle fabbriche del Vecchio Continente, mentre la Volkswagen è intenzionata a puntare su un cospicuo aumento della produttività. Diversa la situazione dei produttori francesi, convinti a non abbandonare il suolo patrio da generose sovvenzioni statali, ora vietate dalla politica economica dell'Unione.

SEMPRE PIÙ VERDE - Per rispondere alle preoccupazioni dei produttori del comparto, Tajani ha anche evidenziato gli sforzi fatti della Commissione per rilanciare il settore dell'auto. Recentemente è stata infatti promossa la compilazione di nuove regole al fine di evitare nuovi costi, e quindi di limitare le delocalizzazione. Le case dovranno però fare la loro parte, destinando ancora più risorse nella ricerca tecnologica. Un buon punto di partenza può essere il rilancio della Green Car Initiative, la partnership tra il settore pubblico e privato avviata nel 2008, che promuove la costruzione e l'utilizzo di infrastrutture e autoveicoli a basso impatto ambientale e alimentati con il maggior contributo possibile di fonti rinnovabili. Il reperimento di nuovi fondi per il progetto sarà oggetto di discussione nel prossimo incontro di Tajani con Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, fissato per il 29 marzo.

IL PROGETTO “CARS 21”
- Al tavolo delle trattative sulla stesura della nuova linea politica sul futuro dell'auto parteciperanno, oltre ai produttori, anche i sindacati e le altre istituzioni competenti. Il tutto si inserisce nel progetto europeo “CARS 21”, attivo sin dal 2005, che si propone di elaborare raccomandazioni a breve, medio e lungo termine sulle politiche del trasporto pubblico, vigilando contemporaneamente sulla competitività e sostenibilità dell'industria privata dell'automotive.

L'EURO 7? NON PERVENUTA - Per ora l'unica iniziativa concreta intrapresa da Bruxelles è stata di congelare i termini per l'applicazione delle future norme antinquinamento Euro 7. L'orizzonte è comunque ancora molto lontano nel tempo (l'Euro 6 diventerà obbligatoria solo dal 1 gennaio 2016), anche se le ricerche su nuovi motori più efficienti richiedono molti mesi. Tuttavia è giunto il momento di prendere decisioni importanti, ne va del futuro produttivo dell'Europa. Non solo per quanto riguarda le autovetture.



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Ritratto di Ring 1927
28 marzo 2012 - 19:42
ho ritirato la macchina nuova 30 giorni fa' e e' un euro 5 mi tocca venderla subito hihihi sanguisughe!!!
Ritratto di marlon84
28 marzo 2012 - 19:58
4
dateci tregua, io ho convertito una euro 4 a gpl, tra un po pure quella inquina, cosa metto elio(magari)?
Ritratto di gig
29 marzo 2012 - 12:14
Io ho una euro 4 a benzina, e dovrei mettere anch' io elio...! ;)
Ritratto di yeu
28 marzo 2012 - 20:01
Ma quale collaborazione per le strutture delle fonti rinnovabili?Se proprio sta a cuore il lavoro europeo bisogna solo abbassare il prezzo dei carburanti, dimezzare l'iva e fermare la speculazione sulle RCA.
Ritratto di trautman
28 marzo 2012 - 21:32
Non servono tutte queste norme, rispetto alle euro0 le auto ora sono quasi pulite, bisogna ridurre l'inquinamento da altre parti. Senza contare che questi limiti imposti dai burocrati costano miliardi di euro di ricerca, che finiscono per aumentare il prezzo delle auto. E poi motori a 2 o 3 cilindri per abbassare le emissioni in fase di omologazione e altre diavolerie assurde che il cliente non ha richiesto ma deve pagare.
Ritratto di lucios
29 marzo 2012 - 00:41
4
...uno strumento inutile, costoso e inaffidabile
Ritratto di Porsche
29 marzo 2012 - 09:12
Il problema è sempre il solito, Vw. Troppo troppo ingombrante e adesso che si sposta verso il basso (nei segmenti auto) l'era delle vacche grasse è finita. Non serve aiuto, serve semplicemente rendersi conto che non si è in grado di reggere il confronto con i tedeschi.
Ritratto di Montreal70
29 marzo 2012 - 10:09
Scommettiamo che qualsiasi decisione dell'unione favorirà Vw? Già si prende i prestiti all'1%...
Ritratto di Porsche
29 marzo 2012 - 10:57
lo capite che la concorrenza non ce la fà ? Possibile che non vi è chiaro ?
Ritratto di Montreal70
29 marzo 2012 - 11:56
Fidati, tra qualche anno il periodo d'oro di Vw finirà. E' a questi livelli da un periodo relativamente breve, non è detto che continui così. Se non sarà l'attuale concorrenza, ci penseranno Cina a breve, India successivamente.
Ritratto di Porsche
29 marzo 2012 - 12:13
Non può esistere al mondo un'altra Porsche ne oggi ne mai. Mi dispiace, io la penso così.
Ritratto di Montreal70
29 marzo 2012 - 12:26
Questo è certo, pressochè ogni marchio europeo resterà unico nella storia (Germania premium, Italia, Francia e UK), ma ciò non significa che sia impossibile che un giorno entrerà in crisi. Qualora così non fosse, non esisterebbero tassi d'interesse. Il futuro è dell'oriente. Oggi si teme la Germania, domani persino i tedeschi dovranno far fronte comune con il resto d'Europa per contrastare l'inesorabile dominio indo-cinese.
Ritratto di Porsche
29 marzo 2012 - 12:40
quello che noi italiani chiamiamo paura, la cina, per gli altri (vedi tedeschi) sono stata una grande opportunità di sviluppo, basta vedere gli scambi fra i due paesi. I problemi/soluzioni vanno trovati da altre parti.
Ritratto di GM-one
29 marzo 2012 - 17:17
ciò che i costruttori non hanno capito è che la crescita infinita non è possibile,quindi o si razionalizza(spostandosi su qualità e servizi) o arriverà il giorno in cui ci saranno sempre meno marchi automobilistici che sforneranno miliardi di auto all'anno