AL COMPLETO - La Volkswagen Golf è offerta in numerose versioni sportive: oltre all’inossidabile GTI e alla pepata GTI Clubsport, ci sono anche la diesel GTD e l’ibrida ricaricabile GTE. Ad esse si aggiunge la nuova generazione della Volkswagen Golf R, la più potente del lotto (con i suoi 320 CV) e l’unica con la trazione integrale. Per potenza e tipo di trazione, la R andrà a sfidare le BMW M135i e Mercedes-AMG A 35, e infatti il prezzo dovrebbe essere allineato alle rivali: si parla di circa 47.000 euro per la versione d’accesso (le prime consegne iniziano a marzo 2021).
SENZA ESAGERARE - Pur essendo la Volkswagen Golf più potente di sempre, la nuova R non lo dà a vedere: il suo look è sportivo, ma senza esagerare. Questa versione, offerta soltanto a 5 porte, ha un nuovo fascione anteriore, impreziosito da fregi in tinta con la carrozzeria e con un pronunciato spoiler nella parte bassa, dove ci sono anche listelli trasversali al posto della griglia con trama a nido d’ape delle GT. Inoltre, il fregio luminoso fra i fari anteriori, sopra il logo della casa, si illumina di blu.
GRIFFATO AKRAPOVIC - Oltre ai retrovisori e alle bandelle laterali in grigio opaco, la nuova Volkswagen Golf R ha ruote di 18” (optional di 19”), l’alettone alla base del tetto e un rinnovato fascione posteriore: al centro, c’è l’estrattore per l’aria che passa dal fondo della vettura, per aumentare l’effetto suolo e migliorare la stabilità dell’auto alle velocità più elevate; ai lati, fanno bella mostra i quattro scarichi. A richiesta si può avere l’impianto dello specialista Akrapovic, realizzato in titanio e più leggero di 7 kg rispetto a quello standard.
SI DISTINGUE - All’interno, la Volkswagen Golf R riprende molti elementi delle altre Golf: la plancia spigolosa, i moderni comandi a sfioramento e la minuscola levetta del cambio robotizzato DSG con doppia frizione e 7 rapporti. Tuttavia, non mancano parti di aspetto sportivo, come la pedaliera in alluminio, i sedili con poggiatesta integrati e lo specifico volante, tagliato in basso come nelle auto da corsa e con comandi dedicati: nella razza sinistra c’è il tasto R, con cui selezionare le modalità di guida o richiamare la più grintosa Race. Rinnovata anche la grafica del cruscotto digitale.
CHE SPRINT - La Volkswagen Golf R monta il noto motore turbo benzina 2.0 TSI dal nome in codice EA888. È condiviso con le GTI e GTI Clubsport, ma è stato debitamente modificato e offre 320 CV di potenza e 420 Nm di coppia, 20 CV e 20 Nm rispetto alla “erre” di precedente generazione. Numeri di tutto rispetto per una compatta lunga 428 cm, e infatti le prestazioni sono all’altezza: 4,7 secondi per lo 0-100 e 250 km/h di velocità massima auto-limitata. Ma, con il pacchetto a richiesta R-Performance, la si può portare avere di 270 km/h.
NUOVO 4X4 - Per gestire l’elevata potenza, la Volkswagen Golf R si avvale della trazione integrale a controllo elettronico. Il sistema, chiamato 4Motion, è studiato non soltanto per migliorare la motricità su fondi difficili, ma anche per rendere più efficace la guida al limite: nelle curve strette, con la funzione torque vectoring, che simula un differenziale meccanico, può inviare fino al 100% della coppia alla ruota anteriore che ha più presa sul terreno. Inoltre, frena l’altra del medesimo asse, che ha meno trazione: così l’auto diventa più precisa da guidare.
TANTE NOVITÀ - Per migliorare le doti su strada, la Volkswagen Golf R ha l’assetto ribassato di 2 cm rispetto alle Golf meno esuberanti, freni maggiorati, molle e barre stabilizzatrici anteriori più rigide e modifiche per il retrotreno di tipo multilink, anch’esso con molle e barre più rigide per migliorare la reattività dell’auto. Ci sono infine lo sterzo a demoltiplicazione variabile e quattro programmi di guida: dal Comfort, per la guida di tutti i giorni, agli Sport e Race per quella sportiva, oltre all’Individual, personalizzabile dal guidatore. In più, con il pacchetto R-Performance, ci sono gli Special e Drift. Special, è ottimizzata per la guida sul circuito del Nürburgring, e quindi ha una taratura meno rigida per gli ammortizzatori elettronici, studiata per le ondulazioni di cui è ricco il Nordschleife, Drift, invece, sfrutta l’elettronica per consentire al pilota di controllare la derapata di potenza, che avviene quando la coda tende a partire verso l’esterno della curva.