LE ORIGINI - I giorni successivi al Natale del 1945 furono un momento significativo per l’industria automobilistica: in quel periodo vennero assemblati i primi esemplari della nuova utilitaria della Volkswagen, la Käfer (che in Italia avrebbe preso il nome di Maggiolino) destinata a trasformarsi in una vettura fra le più note e facilmente riconoscibili di tutti i tempi. Oggi vogliamo ricordare il 70° anniversario dalla sua nascita, avvenuta in condizioni non certo ottimali: l’industria tedesca doveva far fronte ad una sistematica povertà di materie prime e stentò a lungo prima di tornare in forze, ragion per cui solamente cinquantacinque unità della Type 1 vennero costruite entro la fine del 1945. Quel numero sarebbe aumentato in maniera esponenziale fino al 2003, ultimo anno di produzione: i 21.529.464 esemplari costruiti valgono il record assoluto per l’automobile costruita in più esemplari sulla medesima piattaforma.
LA NASCITA - Il progetto della Volkswagen Maggiolino risale all’aprile 1934, quando Adolf Hitler assegna all’ingegnere Ferdinand Porsche (nella foto qui sopra del 1938 è seduto a destra sul sedile posteriore) la responsabilità di progettare l’automobile del popolo (Volkswagen appunto). Hitler fissa requisiti molto stringenti, nella speranza che la Type 1 possa diventare uno strumento di propaganda. Si impone una meccanica facilmente riparabile e la soluzione tecnica del motore raffreddato ad aria, considerato più affidabile e facile da mantenere. La Type 1 avrebbe dovuto percorrere non meno di 14 chilometri con un litro di benzina, risultato da conseguire per di più in una determinata situazione d’utilizzo: con cinque passeggeri a bordo (due adulti e tre bambini) ed alla velocità costante di 100 km/h. Porsche disegna una vettura dalle forme tondeggianti e simpatiche, equipaggiata con sospensioni basiche e spinta da un motore quattro cilindri boxer, da 1.0 litro, capace di 25 CV. Solo più tardi si scoprì che il progetto era ispirato a quello della cecoslovacca Tatra V570 (il paese era occupato dalla Germania a quel tempo) alla quale la Volkswagen nel 1961 pagò un indennizzo di 3 milioni di marchi.
LA PRODUZIONE - Una serie limitatissima di esemplari viene costruita già nel 1941, ma in quel periodo le fabbriche devono soddisfare la vorace domanda di mezzi da combattimento: il progetto della Volkswagen Type 1 finisce così in subordine. Gli anni fra il 1941 ed il 1945 sono colmi di violenza e dolore. Ne paga le conseguenze anche la Volkswagen, privata dello stabilimento di Wolfsburg in seguito alla sconfitta della Germania nella II Guerra Mondiale: l’impianto fu riservato alla Volkswagen Maggiolino, ma viene prima controllato dagli statunitensi (11 aprile 1945) e poi finisce sotto l’influenza della Gran Bretagna. Il suo destino è deciso il 22 agosto 1945, quando un Maggiore dell’Esercito Britannico (Ivan Hirst) convince l’esercito a formulare un ordine da 20.000 mezzi: in questo modo garantisce occupazione ai tedeschi e veicoli nuovi ai suoi connazionali. Dal marzo 1946 la fabbrica di Wolfsburg inizia a produrre 1.000 Type 1 al giorno. È l’inizio di un’epopea.
IL SUCCESSO - La Volkswagen Type 1 viene presto soprannominata Käfer, parola tradotta in tutte le lingue del mondo: dall’inglese Beetle all'italiano Maggiolino, dallo spagnolo Escarabajo al portoghese Fusca. Il modello non perde l’impostazione originaria e rimane sempre fede a se stesso, nonostante riceva continue migliorie: la cilindrata del motore sale a 1.200 cc (1954) e raggiunge poi i 1.600 cc (1970), vengono introdotti accessori più moderni e la carrozzeria diventa con il tempo meno spartana ed essenziale. Il Maggiolino riuscirà a conservare per sempre la sua proverbiale affidabilità, che lo mantiene competitivo anche rispetto a modelli più recenti e sofisticati. La produzione in Germania si interrompe nel 1978, ma prosegue in Messico e soprattutto in Brasile: qui viene costruito fino al 2003. Nel 1970 debutta la versione con frontale allungato, chiamata Maggiolone, mentre le cabriolet erano in vendita fin dal 1949.