NEWS

La Volvo è ufficialmente nelle mani della Geely

02 agosto 2010

Come amministratore delegato è stato scelto Stefan Jacoby, che ricopriva lo stesso ruolo della divisione americana del gruppo Volkswagen. La Volvo manterrà le radici in Europa, ma punterà ad espandersi in Cina, un mercato in rapida crescita.

È UFFICIALE - Da oggi la Volvo non è più proprietà della Ford, ma della Geely che ha completato l'acquisto della casa svedese per 1,8 miliardi di dollari. Un'operazione che agli occhi degli analisti del settore ha sollevato più di qualche perplessità circa i vantaggi derivanti per il colosso americano, che aveva acquistato la Volvo nel 1999 per circa 6,5 miliardi di dollari (leggi qui per saperne di più). In ogni caso, con la cessione della Volvo, si completa il progetto di Alan Mulally, amministratore delegato della Ford, di liberarsi degli altri marchi per concentrarsi sulo solo su Ford: nel 2007 è stata ceduta l'Aston Martin a una cordata di imprenditori guidata David Richards della Prodrive, mentre nel 2008 la Jaguar e la Land Rover sono state vendute alla Tata. Una visione che è stata ancora una volta ribadita da Mulally, come riportano alcune agenzie di stampa: “Crediamo che la Volvo abbia un futuro sicuro sotto la gestione della Geely. Allo stesso tempo, la sua vendita ci permette di concentrarci sui prodotti della Ford”.


volvo_stefan_jacoby.jpg


NUOVO CEO - La Geely ha nominato come nuovo amministratore delegato della Volvo Stefan Jacoby (foto qui sopra): dal 16 agosto prenderà il posto di Stephen Odell che, come anticipato nei giorni scorsi, manterrà lo stesso incarico per la divisione europea della Ford. Già a capo della divisione americana del gruppo Volkswagen, Stefan Jacoby si è detto “onorato di unirsi a una società con il prestigio e il potenziale di crescita della Volvo. I nostri dipendenti, terzisti, venditori, e sopratutto i nostri clienti, possono stare sicuri che la Volvo continuerà a preservare lo speciale status di costruttore leader nella sicurezza dei veicoli e nell'innovazione”. Oltre a Jacoby, la Volvo ha annunciato anche i membri del suo consiglio di amministrazione, tra i quali ci sono come presidente Li Shufu, che mantiene anche la guida della Geely e, in qualità di vicepresidente, Hans-Olov Olsson, da tempo uscito dalla Volvo ma richiamato per la sua grande esperienza.
 

Volvo s60 60
La S60 è la berlina sportiva sulla quale la Volvo punta molto.


ESPASIONE IN CINA
- Secondo quanto si apprende da una nota della Volvo, come più volte annunciato, la casa svedese manterrà il proprio quartier generale e gli stabilimenti in Svezia e Belgio. Inoltre, Volvo e Ford manterranno una stretta collaborazione anche nel campo di motori, trasmissioni e altre componenti delle auto. Secondo le indiscrezioni, dal 2015 la Volvo dovrebbe essere in grado di vendere 150.000 auto l'anno in Cina, grazie al raddoppio della produzione. Oggi, il costruttore svedese assembla le S40 e S80 per il mercato cinese presso uno stabilimento di proprietà della Ford e della Chongqing Changan Automobile Co. Un impianto che la Volvo dovrebbe poter continuare ad usare, anche se ci sono diverse pressioni interne dalle amministrazioni di Shaghai e Pechino perché realizzi un nuovo sito produttivo.



Aggiungi un commento
Ritratto di tomkranick
2 agosto 2010 - 16:14
I cinesi adesso hanno un mare di tecnologia da sfruttare.Ah se Marchionne avesse ragionato prima di stabilirsi ad Aburn Hills
Ritratto di bubu
2 agosto 2010 - 17:06
nella prima parte dell'articolo-"E' UFFICIALE"-all'ottavo rigo c'è un errore.c'è scritto: sulo su Ford. dovrebbe essere solo su Ford. grazie.
Ritratto di bubu
2 agosto 2010 - 17:07
speriamo che a quelli della Volvo vada bene quest'articolo....altrimenti dovranno fare qualche puntualizzazione come per l'altro articolo...
Ritratto di Alessandro
2 agosto 2010 - 20:32
Un buon motivo per non comprarle.....
Ritratto di tomkranick
2 agosto 2010 - 23:25
Guarda che la direzione è affidata ad un europeo, si gestira quasi da sola, è cinese solo sulla carta stando alle dichiarazioni fatte
Ritratto di Alessandro
3 agosto 2010 - 18:18
Le vetture si comprano perchè ci piaciono ed hanno una sua personalità ben definita;dal mio punto di vista una Volvo a cui fanno capo dei cinesi,perde tanto del suo fascino di auto robusta,fatta per durare nel tempo.........Poi sai voglio vedere se con questa scusa non fanno arrivare parti auto dalla cina.......
Ritratto di Fede97
2 agosto 2010 - 21:12
grrrr ford del cacchioooo perchè l'hai venduta sapendo che non dovrebbe essere un investimento buono???
Ritratto di askarrabbad
3 agosto 2010 - 00:07
evviva l'itagliano correggiuto!
Ritratto di mix1977
3 agosto 2010 - 08:28
continuiamo così... diamo tutto ai cinesi... e poi lamentiamoci che arrivano auto fabbricate con processi inquinanti... e magari nocive... avremo presto le auto prodotte con acciai radioattivi (e.. in fonderia ci siamo sbagliati e alcune scorie sono finite nella fusione....) succederà come è successo per le pentole....
Ritratto di bananajoe24
3 agosto 2010 - 09:39
se i cinesi ci mettono solo i capitali,come fa la tata co land rover,a questo punto la volvo ci guadagna e molto. per tomkranick la fiat ha preso la chrysler perchè non ci ha messo neanche 1 euro mentre i cinesi per volvo hanno spesso un sacco di soldi che fiat non ha
Ritratto di Limousine
3 agosto 2010 - 12:35
Per il momento - ma non potrebbe essere altrimenti - Geely mette i capitali freschi e Volvo le tecnologie. Ma domani? Se ci sapranno fare, i tecnici cinesi potrebbero adottare e perfezionare le tecnologie occidentali per trasferirle sulla propria produzione. E, se a giovarne sarà soprattutto il consumatore, ciò non è necessariamente un male. Del resto è già accaduto. Prima i giapponesi che - per anni - "copiarono" design e tecnologie occidentali, col tempo son divenuti del tutto autonomi ed originali. Poi i coreani, che da carrettini su quattro ruote assemblati alla meglio, son passati ai pregevoli prodotti attuali. Domani, se tutto va bene, sarà la volta dei cinesi e degli indiani.
Ritratto di andy962
3 agosto 2010 - 19:42
speriamo che i capitali vengano solo dalla cina e la produzione rimanga in svezia,perche' se no saranno veramente c..... Ford ha fatto veramente una minchiata nello svenderla.Peccato.
Ritratto di volvo96
6 agosto 2010 - 22:12
secondo me è un bene cosi la volvo ha i fondi per restare la casa che produce le auto più sicure al mondo e sviluppare sempre nuove tecnologie ps anke la bmw ha stabilimenti in cina india e roba simile
Ritratto di pistone scemo
15 agosto 2010 - 00:06
La volvo si rovinerà........!
Ritratto di davidema68
19 agosto 2010 - 11:54
Audi, BMW e Mercedes SEMPRE PIÙ DIPENDENTI DALLA CINA Pubblicata il 18/08/2010 Audi produce la Q5 e le versioni a passo lungo di A4 e A6 e Q5 nell'impianto di Changchun in joint venture con Faw. BMW ha come partner cinese la Brilliance, con cui opera anche nello stabilimento di Shenyang. La notizia è di quelle che a prima vista non sembrano riguardarci granché: i costruttori di lusso tedeschi, Audi, BMW e Mercedes ringraziano i cinesi, che comprano sempre più i loro modelli e hanno permesso a luglio una crescita nelle vendite rispettivamente del 53, dell'82 e del 200 per cento sul mercato locale. Lo riporta il periodico specializzato "Automotive News". Salvati dalla Cina. Fatto sta che i risultati cinesi hanno compensato il rallentamento della domanda sui mercati occidentali, europeo e americano. Audi ha potuto registrare il miglior risultato trimestrale degli ultimi due anni grazie anche alla Cina. La sua parent company Volkswagen ha chiuso un bilancio 2009 con un saldo attivo delle vendite per merito dei compratori cinesi, altrimenti avrebbe registrato una flessione rispetto all'anno precedente. La General Motors è stata salvata, oltre che dal presidente Obama e dal Congresso americano, anche dalla Cina: quando le vendite in patria andavano a picco, nella Repubblica popolare proliferavano. Primo mercato per Volkswagen. Insomma, i costruttori di casa nostra, con tutto l'annesso di indotto, fornitori, servizi - in due parole, posti di lavoro - stanno diventando sempre più dipendenti dalla Cina. La Repubblica popolare è diventata già lo scorso anno il primo mercato per Volkswagen, con 1,4 milioni di unità (+36,7% rispetto al 2008); il gruppo tedesco prevede di portare la propria capacità produttiva locale, in collaborazione con le cinesi Faw e Saic, alle quali è legata da joint venture, oltre la soglia dei tre milioni di veicoli entro il 2014. E GM ha progetti analoghi sull'orizzonte del 2015. Potenzialità enormi. Oggi il mercato cinese ha già superato i 13 milioni di veicoli all'anno. Ma il potenziale è enorme, si parla di oltre 30 milioni di acquirenti ogni anno e, secondo autorevoli previsioni, potremmo arrivare a questi numeri già tra dieci anni. Certo, nel 2010, mentre continuano a salire le vendite di auto di lusso (e i marchi tedeschi premium gongolano), il tasso di crescita complessivo ha rallentato molto avvicinandosi allo zero, complice un'inflazione elevata che mina il potere di acquisto della classe media. Sul lungo periodo, in ogni caso, ci si aspetta che il mercato riprenda a tirare. In Cina il ricorso al credito è ancora molto basso, circa il 10%, contro il 90% degli Stati Uniti. C'è spazio, quindi, per la diffusione di questo sistema di finanziamento dell'acquisto dell'auto nuova. Bisogna puntarci per forza. In questa prospettiva, la Cina si conferma per le Case occidentali non solo un ammortizzatore utile nei momenti di flessione dei mercati domestici, ma anche un serbatoio fondamentale per la crescita futura. Tanto che forse è il caso di chiedersi se quei costruttori che oggi non hanno solide basi produttive e commerciali in Cina riusciranno ad arrivare sani e salvi alla fine del prossimo decennio. R.L.V.