L’INIZIO DI UNA AVVENTURA - La casa di Wolfsburg ha ricordato nei giorni scorsi i 65 anni dello “sbarco” negli Usa del Maggiolino, la Volkswagen per antonomasia. Era infatti il gennaio del 1949 quando il primo esemplare della Volkswagen Typ 1 (nelle foto) - subito soprannominata “Beetle” - arrivò nel porto di New York per affrontare il mercato americano. A decidere di importare l’auto in America fu l’uomo d’affari olandese Ben Pon, che credeva nelle potenzialità di quella vettura così diversa e lontana dagli standard automobilistici statunitensi. Ed evidentemente ci aveva visto lungo.
A MILIONI - Da allora a oggi le tre generazioni di Volkswagen Beetle negli Stati Uniti hanno totalizzato 5,5 milioni di vendite, costruendo anche in America la fama del marchio Volkswagen. Dai primi passi del 1949, la diffusione delle vetture tedesche aumentò con regolarità: a metà degli Anni 50 erano già oltre 35 mila quelle circolanti sulle strade statunitensi, una dimensione che indusse la casa a creare nel 1955 la Volkswagen of America. Nel 1960 furono superate le 300 mila unità circolanti, con un aumento costante delle vendite.
L'attuale Maggiolino con la sua antenata.
FASTI MAI PIÙ RIPETUTI - Nel 1968 negli Usa ne furono consegnate 423.008, ossia più del totale delle vendite che la Volkswagen realizza oggi nel mercato americano con 11 modelli in gamma e 633 concessionari sul territorio (407.704 unità in tutto il 2013, con un calo di circa il 7% in un mercato che globalmente è cresciuto dell’8%). L’attuale edizione della Volkswagen Beetle l’anno scorso è stata venduta in 43 mila esemplari.
L’IMPORTANZA DEL MODELLO “GIUSTO” - Dunque, il Maggiolino, come si chiama in Italia, è un chiaro esempio di quanto sia importante per una casa disporre di un modello che incontra i gusti del pubblico americano. Sarà anche per questo che recentemente nel valutare i deludenti risultati della Volkswagen negli Usa il capo del consiglio dei lavoratori del gruppo, che siede nel consiglio di amministrazione della VW, ha dichiarato che il 2013 negli Usa è stato “un disastro” e che occorre arricchire l’offerta secondo le aspettative del mercato.