Di fuori non cambia
La nuova versione
Leon ST 4Drive a quattro ruote motrici della wagon spagnola non modifica il proprio aspetto: l'altezza da terra non cambia, e anche la linea è quella già conosciuta, con il lunotto inclinato (assieme ai larghi montanti del tetto limita la visibilità all’indietro), il tetto spiovente e l’evidente scalfatura che attraversa la fiancata. Se non fosse per la targhetta identificativa (in basso a destra, nell'ampio portellone) non ci si accorgerebbe di alcuna differenza.
Il baule non perde capacità
Gli interni della Seat Leon ST 4Drive si confermano ben fatti. Ritroviamo la plancia, un po' squadrata, che sembra "avvolgere" il guidatore: la parte superiore è morbida al tatto e gli assemblaggi sono precisi (non si avvertono scricchiolii). Al centro, tra le bocchette, lo schermo (sensibile al tatto) di 5”, tramite cui si gestisce la radio (con CD e ingressi Aux). Questi dispositivi sono di serie per la Style (l'unico allestimento disponibile per la ST 4Drive), mentre è a pagamento il display di 5,8” con sensore di prossimità (visualizza le icone semplicemente avvicinando le dita al dispositivo) che integra il navigatore. L'abitacolo è accogliente per il guidatore e il passeggero anteriore, mentre dietro non si sta altrettanto comodi: il pavimento ha un tunnel piuttosto imponente (l'ingombro, comunque, è lo stesso della versione a trazione anteriore) e il divano, più alto al centro, è rigido e un po' stretto per tre persone. Il baule, la cui capacità non viene intaccata dalla trazione integrale, rimane uno dei punti di forza della vettura. Sfruttare i 587 litri (che passano a 1470 litri abbassando il divano, tramite il semplice azionamento di due leve) è agevole: ampia, infatti, la bocca di carico (larga 110 cm e alta 85) e bassa la soglia d’accesso (65 cm dal suolo). Davvero pratici gli anelli nel pavimento, utili per bloccare con corde elastiche valigie e scatoloni, e i ganci cui appendere borse e sacchetti.
Guida sicura e divertente
La Seat Leon ST 4Drive si conferma piacevole da guidare anche in questa variante a quattro ruote motrici che, anzi, fa valere la miglior trazione, grazie all'efficace sistema Haldex di quinta generazione, che funziona unitamente al differenziale a bloccaggio elettronico. Nella guida sportiva, infatti, la potenza (distribuita uniformemente a tutte e quattro le ruote) garantisce una maggiore presa nelle curve e, quindi, una guida più reattiva e agile. Lo sterzo, piuttosto diretto, e le sospensioni “solide” (ma efficaci nel filtrare le asperità della strada) contribuiscono a migliorare l’agilità e la qualità di guida. Promosso anche il cambio (la cui leva mostra il logo 4Drive incorporato nel pomello): i rapporti non sono troppo lunghi e la manovrabilità è molto buona. Tuttavia, va segnalata l'impossibilità di avere il valido automatico robotizzato a doppia frizione DSG a 7 marce. Il 2.0 da 150 CV (la ST 4Drive si può avere anche con il 1.6 TDI da 105 CV) è poco rumoroso in tutte le condizioni e si fa apprezzare per la grinta notevole, abbinata a una notevole fluidità nell'erogazione della potenza già a partire dai 1600 giri. Quando si guida in modo "allegro", il 2.0 turbodiesel common-rail tira fuori un bel carattere (le prestazioni dichiarate parlano di soli 8,7 secondi per raggiungere, da fermo, i 100 km/h), ma si dimostra anche attento ai consumi: con un guida attenta (ma non troppo), è facile percorrere 16 km/l misurati dal computer di bordo. I consumi omologati sono comunque più ottimistici (20,8 km/l in media), e superiori di un buon 15% rispetto a quelli della versione a sole due ruote motrici (dotata, però, del sistema Start/Stop di serie).
Secondo noi
PREGI
> Finiture. Di livello molto buono: assemblaggi rigorosi e plastiche di qualità.
> Guida. Tenuta di strada e stabilità, già notevoli sulla versione a due ruote motrici, sono ancora migliorate.
> Motore. Brillante, poco rumoroso e sempre pronto il 2.0 turbodiesel common-rail.
DIFETTI
> Quinto posto. Il tunnel ingombrante e la seduta rigida al centro rendono scomodo viaggiare in cinque.
> Gamma. Peccato non siano disponibili varianti con il cambio automatico.
> Visibilità posteriore. Il lunotto molto inclinato e i larghi montanti del tetto la penalizzano.