Cambia il nome, ma non solo
Risale al 1988 la
Suzuki Vitara, fuoristrada piccola ma “vera”, in grado di districarsi bene anche sui sentieri di montagna. Nel tempo, l’auto è cambiata crescendo in dimensioni, soprattutto per la versione a cinque porte (tanto che al nome dell’ultima generazione era stato aggiunto l’aggettivo “Grand”, che ora viene nuovamente eliminato). Ma l’evoluzione più importante è quella di oggi: la nuova Suzuki Vitara strizza l’occhio più al mondo delle crossover e delle suv compatte che a quello delle fuoristrada (il che, del resto, è quanto il mercato richiede). Nasce quindi in versione sia a trazione anteriore, sia a quattro ruote motrici: ma, in questa variante, rinuncia alle marce ridotte. Addio anche alla ruota di scorta sul portellone, che “faceva” molto off-road, mentre l’altezza da terra si riduce da 20 cm a 18,5.
Ma qualcosa rimane…
Un richiamo al modello che sta per essere sostituito (la Grand Vitara a tre porte fino alla fine di febbraio) si ritrova nella forma dei fari e, soprattutto, del cofano piatto e con i bordi che scendono verso le fiancate. Altre analogie sono nei parafanghi muscolosi e negli inserti (in plastica) nei paraurti, che però hanno una forma molto diversa. In favore dell’aerodinamica (e quindi dei consumi di carburante), anche l’altezza della vettura si riduce parecchio: i “vecchi” 169 cm diventano 161. Ma è soprattutto la lunghezza, di soli 418 cm (la Grand Vitara a cinque porte ne misurava 430, a cui andava sommato l’ingombro della ruota posteriore), a far cambiare la “missione” di quest’auto: agile in città, ma ben guidabile anche nei percorsi misti, la nuova Suzuki Vitara si pone come alternativa a modelli quali la Renault Captur, la Peugeot 2008 o la Nissan Juke, con il vantaggio di poter offrire anche versioni a trazione integrale (2.700 euro in più per le V-Cool, 2.300 per le V-Top), al pari di altre rivali quali la Jeep Renegade, la Fiat 500X o la Opel Mokka.
Sta arrivando
Un paio di mesi fa avevamo provato i primi esemplari di preserie: oggi, in vista del debutto della nuova Suzuki Vitara nelle concessionarie (sarà in vendita all’inizio di marzo, con un weekend porte aperte nella prima metà di aprile), ci siamo messi al volante dell’auto così come dovrebbe arrivare tra le mani dei clienti. L’abitacolo è assai spazioso in rapporto agli ingombri esterni, e pure il bagagliaio non è affatto piccolo. A deludere un po’ sono semmai le plastiche rigide (anche se gradevoli alla vista) nella plancia, oltre che nelle porte e nel baule. Altri dettagli sottotono attorno alla bocca di carico: viti a vista e un meccanismo di blocco dall’aspetto povero. La posizione di guida è confortevole, mentre il cruscotto, anche se ben leggibile, ha un aspetto non dei più moderni: sarebbe bastato un display centrale a colori, tra gli strumenti a lancetta, per renderlo più accattivante. Inoltre, le lunghe "barrette" per resettare il computer di bordo e il tachimetro riportano indietro di una decina d’anni.
Come va su strada…
Nel nostro test della nuova Suzuki Vitara ci siamo concentrati sulla 1.6 VVT V-Top Start&Stop 4WD, rimandando alla rivista alVolante, in edicola dal 10 marzo, la prova di quella che si candida a essere la versione più diffusa, la turbodiesel a trazione anteriore. L’allestimento V-Top è davvero ricco e offre, oltre ai sedili in pelle e microfibra, anche il navigatore, il cruise control con radar antitamponamento, i fari anabbaglianti a led e i sensori di parcheggio anteriori e posteriori (la V-Cool, che costa 2.000 euro in meno nelle versioni 2WD e 2.500 in meno nelle 4WD, monta invece “solo” la telecamera di retromarcia). Il 1.6 a benzina da 120 cavalli è silenzioso al minimo, ma non è dei più vispi: del resto è un motore aspirato, che si “sveglia” solo dopo i 4000 giri, regime che raramente si oltrepassa nell’impiego di tutti i giorni (da questo punto di vista, meglio la turbodiesel di pari potenza, che costa 2.500 euro in più, ma che fino al 30 aprile sarà in promozione allo stesso prezzo). Il cambio manuale, poi, ha solo cinque marce, e non favorisce i tempi in ripresa. Ma c’è anche una versione automatica a sei rapporti (1.500 euro in più), mentre la turbodiesel dovrà aspettare la seconda metà del 2015 per ricevere un cambio a doppia frizione (prodotto dal gruppo Fiat-Chrysler, come il motore a gasolio). A prestazioni non eccezionali (12,0 secondi lo scatto dichiarato per lo “0-100” della 4WD), corrisponde per contro una buona guidabilità in curva: lo sterzo non è granché diretto ma risulta abbastanza preciso, il rollio è contenuto e le asperità dell’asfalto sono ben filtrate.
…e in fuori strada
In Portogallo, nei dintorni di Cascais, ci siamo anche cimentati in un breve test off-road, in cui la nuova Suzuki Vitara si è dimostrata a proprio agio nonostante l’altezza da terra non elevata e l’assenza delle marce ridotte. La trazione integrale è efficace, come il sistema che impedisce a una ruota che dovesse sollevarsi dal suolo di slittare a vuoto. Utile il dispositivo contro gli arretramenti involontari nelle partenze in salita (che, però, non è più una peculiarità solo delle suv), mentre ci sembra da ripensare il controllo della velocità nelle discese ripide: il limite di 10 km/h (mantenuto automaticamente, una volta premuto il pulsante a sinistra del volante, dall’auto che agisce da sola sui freni) è eccessivo. L’ideale sarebbe un sistema che permette di regolare l’andatura fra i 3 e i 7 km/h.
Tutti i prezzi della nuova Suzuki Vitara
La gamma della nuova Suzuki Vitara 2015 è piuttosto semplice, e prevede solo due versioni: ricca la V-Cool, ricchissima la V-Top. Già la prima comprende i cerchi in lega di 17 pollici a cinque doppie razze color antracite (sono invece bicolore per la V-Top), la radio controllabile dal monitor a sfioramento di 7”, la retrocamera, il “clima” automatico, i vetri posteriori scuri, il cruise control (nel caso della 4WD anche con radar di distanza), il sistema anti-tamponamento (solo per la 2WD), quello di accesso senza chiave e 7 airbag (ce n’è uno anche per le ginocchia del guidatore). La V-Top aggiunge il navigatore, i fari anabbaglianti a led, i sedili in pelle e microfibra (gli anteriori riscaldabili), il bracciolo centrale in pelle, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori, il regolatore di velocità con radar di distanza e sistema contro i tamponamenti, l’avviamento a pulsante e poco altro. Per entrambe, il pacchetto V-More (1.000 euro) prevede tinte bicolore (quelle metallizzate costano invece 500 euro), oltre a uno spoiler posteriore, dettagli cromati per i paraurti e un inserto nella plancia che riprende il colore della carrozzeria. Il tetto panoramico in vetro, apribile elettricamente, costa invece 1.000 euro ed è riservato alla V-Top.
Secondo noi
Pregi
> Dotazione. La V-Top è davvero ricca: di serie ha interni in pelle e microfibra, cruise control con radar anti-tamponamento, navigatore e fari anabbaglianti a led.
> Guida. Rispetto al modello precedente, su strada la Vitara è più piacevole: lo sterzo è abbastanza preciso e il coricamento in curva non eccessivo.
> Spazio. Considerati gli ingombri della carrozzeria, questa piccola suv ha un abitacolo molto arioso.
Difetti
> Dettagli. Il cruscotto ha un aspetto poco moderno e le lunghe leve per resettare computer di bordo e contachilometri parziale hanno un aspetto anacronistico.
> Finiture. Le plastiche della plancia non sono delle migliori: peccato, perché per il resto l’auto è ben fatta.
> Spinta ai bassi regimi. Il “millesei” aspirato a benzina dà il meglio di sé oltre i 4000 giri: per il normale utilizzo di tutti i giorni, è un po’ fiacco.