* Prezzo indicativo
Piccina, ma suv
La piccola suv che abbiamo potuto guidare in anteprima raccoglie un'eredità pesante: fin dal 1989, la
Suzuki Vitara (poi diventata Grand Vitara nella seconda e nella terza serie) è uno dei modelli più rappresentativi della Suzuki, finora venduto in quasi tre milioni di esemplari in tutto il mondo. Tuttavia, a parte qualche richiamo estetico (il cofano anteriore “a coperchio”, cioè che sborda sui parafanghi, la forma squadrata delle luci, le linee decise), questa vettura non è soltanto tutta nuova, ma si posiziona anche in una categoria un po' differente. Se fino a oggi la Suzuki Vitara è stata una fuoristrada di quelle “toste” (scocca irrobusitita per reggere senza problemi anche le sollecitazioni più dure, trazione solo integrale, marce ridotte per affrontare salite davvero “in piedi”), il nuovo modello è invece disponibile anche con due sole ruote motrici (le anteriori), è maggiormente focalizzato per l'uso su asfalto ed è molto più compatto (lunghezza di 418 cm invece di 458, e praticamente a parità di spazio interno). Insomma, è una vera e propria suv compatta, comunque adatta ad affontare sentieri accidentati senza problemi, ma molto più maneggevole, leggera ed economa. Rispetto alla crossover S-Cross, che ha debuttato poco più di un anno fa e con la quale condivide buona parte della struttura e della meccanica, è un po' più piccola (12 cm di lunghezza in meno) e un po' più “avventurosa” e aggressiva, sia nelle forme sia nella capacità di cavarsela nel fuori strada (forte di un'altezza da terra di 185 mm invece di 170, di sbalzi più ridotti e del dispositivo elettronico di controllo della velocità in discesa).
Ricco e più ricco
Anticipiamo subito che il nostro test si è svolto davvero in anteprima: le Suzuki Vitara che abbiamo guidato erano ancora prototipi, per quanto definitivi, e i primi esemplari si vedranno nelle concessionarie soltanto a marzo del 2015, quando saranno comunicati anche i prezzi ufficiali. Tuttavia, la gamma è già definita. I motori saranno i “1600” a benzina e a gasolio, entrambi da 120 cavalli ed Euro 6; il turbodiesel è di origine Fiat. Il supplemento per passare dalla versione a due ruote motrici a quella a trazione intgrale (AllGrip) sarà di 2.200 euro. Molto probabilmente, gli allestimenti saranno due. Già quello denominato Cool è piuttosto ricco: cerchi in lega di 17”, sette airbag, “clima” automatico, vetri posteriori scuri, luci diurne a led e schermo “touch” di 7” per la radio, il vivavoce e la telecamera di retromarcia. Non solo: tramite la funzione Mirror Link si possono visualizzare in tempo reale le schermate del proprio smartphone e ottenere così, dopo aver scaricato una app, un navigatore che funziona offline. La versione Top (quella del nostro test, per la quale ipotizziamo un supplemento di circa 2.500 euro rispetto alla Cool) aggiunge, tra l'altro, l'apertura delle porte e l'avviamento “senza chiave”, i sedili in pelle e microfibra (invece che in tessuto), i sensori di parcheggio davanti e dietro, il navigatore integrato, il cruise control adattativo, la frenata automatica in caso di emergenza e persino gli anabbaglianti a led.
Internet, per averla prima
Chi non volesse attendere fino a marzo per ordinare la sua Suzuki Vitara, ha un'originale alternativa. A partire dal 9 dicembre, infatti, sarà già possibile comprare (versando una caparra di 500 euro attraverso il sito suzuki.it, e perfezionando poi l'acquisto in concessionaria) una versione speciale di lancio: la Web Black, ovvero una diesel 4x4 Top di colore nero metallizzato con, in più, il tetto apribile in vetro e quattro pneumatici invernali montati su cerchi in acciaio, in aggiunta alle ruote di serie. Questa Vitara “edizione internet”, le cui consegne sono previste per fine febbraio, è l'unica per la quale si sa già il prezzo: 28.000 euro. Da questa base, possiamo sbilanciarci nel dire che le 1.6 a benzina si potranno portare a casa a partire da circa 19.000 euro, mentre per le 1.6 DDiS a gasolio il prezzo “base” (per una Cool a due ruote motrici) sarà attorno ai 21.500 euro.
Materiali un po' così
Una volta entrati nella Suzuki Vitara 1.6 DDiS Top del test, notiamo subito che la posizione di guida, pur ampiamente personalizzabile, è più rialzata della media; ci abituiamo in fretta, scoprendo che è comoda e garantisce una visibilità di buon livello, soprattutto in marcia. Peccato solo che manchi un bracciolo centrale, utile soprattutto nei viaggi. La strumentazione, classica e priva di particolari raffinatezze, è molto ben leggibile, mentre i comandi di uso più frequente (display centrale incluso) sono abbastanza ben disposti, e soprattutto intuitivi da azionare. La plancia e i vari pannelli, invece, sono realizzati con plastiche di aspetto e consistenza piuttosto “andanti”, adatti più a una citycar che a una suv che vuole essere anche modaiola (al proposito, a 1.500 euro c'è il pacchetto Bicolor, che include il tetto in tinta contrastante, nero o bianco, uno spoiler sopra il lunotto, alcune finiture esterne cromate, la fascia centrale della plancia colorata e la possibilità di scegliere fra tre diversi tipi di un orologio analogico collocato tra le bocchette del “clima”). Quanto a praticità e spazio, il giudizio è complessivamente positivo: il divano, benché non scorrevole, è morbido e comodo anche per tre persone, i portaoggetti non mancano e il baule ha una capacità apprezzabile (375/1120 litri), oltre a disporre di un pianale posizionabile su due altezze diverse fra loro (di 10 cm) per favorire la regolarità del piano o la sua massima capienza.
Guidarla è un piacere
La Suzuki Vitara è agile, pronta ai comandi del volante e dell'acceleratore e concede un'immediata confidenza al guidatore. Grazie anche alle dimensioni contenute, al brio del “1600” a gasolio e al cambio a sei marce dagli innesti precisi (e con breve corsa della leva), questa suv invoglia a una guida dinamica. Nel corso del test non abbiamo risparmiato la meccanica; tuttavia, al termine di un percorso misto tra montagna, autostrada e città, abbiamo letto nel cruscotto una percorrenza di oltre 15 km/litro, valore solo indicativo, certo, ma senz'altro soddisfacente. Quanto al comfort, il giudizio è buono in autostrada, dove la sesta marcia molto lunga tiene il motore giù di giri (2100, a 130 orari) limitandone la rumorosità (le doti di ripresa restano buone). Quando si accelera a fondo, invece, la “voce” un po' rauca e poco gradevole del quattro cilindri si fa sentire. Discreta la capacità di assorbire le asperità della strada.
Quattro modi di spingere
Non abbiamo avuto modo di provare a fondo la trazione integrale AllGrip (quella che abbiamo già apprezzato nella S-Cross, con una diversa messa a punto), ma le premesse per un funzionamento valido ci sono tutte. Gestita elettronicamente, consente di scegliere fra quattro diverse modalità di guida (Auto, Sport, Snow e Lock) tramite la rotella e i tasti sul tunnel centrale. In Auto, la Suzuki Vitara viaggia con la sola trazione anteriore, per limitare attriti di trascinamento che peggiorerebbero i consumi, ma diventa 4x4 se una delle ruote anteriori inizia a slittare in accelerazione; in Sport, la trazione è integrale con una suddivisione tra avantreno e retrotreno continuamente variabile, per limitare le perdite di aderenza all'uscita delle curve strette e ridurre l'allargamento della traiettoria; inoltre, la risposta dell'acceleratore si fa più decisa. In modalità Snow (“neve”), la trazione è sempre integrale, ma con una taratura specifica per i fondi più viscidi. Infine, in Lock si viaggia (al massimo fino a 60 km/h) con trazione 4x4 e ripartizione “bloccata” al 50% davanti e altrettanto dietro, la soluzione migliore per riuscire a cavarsela quando ci si trova nel fango (o nella neve molta alta).
Secondo noi
Pregi
> Dotazione. La Vitara è davvero molto ben equipaggiata.
> Guida. L'auto è maneggevole, facile da gestire e precisa nelle traiettorie. Ok pure il brio del motore e il cambio.
> Trazione integrale. Il sistema AllGrip 4x4 aiuta sia su strada normale, sia, soprattutto, sui fondi con aderenza molto scarsa. E la scelta tra le varie funzioni è semplice.
Difetti
> Bracciolo centrale. Manca (sia davanti sia dietro), anche in questa versione superaccessoriata.
> Plastiche. Quelle interne sono tutte rigide, di qualità poco adeguata al prezzo.
> Rumore in accelerazione. Oltre a essere piuttosto evidente, ha un timbro tipicamente “diesel”, poco gradevole.