*Indicativo
**il consumo omologato di benzina e le emissioni di CO2 beneficiano dei chilometri percorsi in modalità elettrica
Quel filetto blu
Sobria e moderna come tutte le
Volkswagen Golf, la
GTE (sigla che sta per Gran Turismo Elettrica) ha una caratterizzazione sportiva che richiama quella della GTI e GTD: doppio terminale di scarico, cerchi di 18” (specifici per questa versione) e un sottile filetto inserito nella mascherina e prolungato nei fari (a differenza della GTI, blu anziché rosso). Le luci diurne a led integrate nel paraurti, per questa Golf ibrida, sono a forma di C e il logo VW della mascherina “nasconde” la presa di corrente per ricaricare gli accumulatori del motore elettrico.
Volendo, va solo a batteria
La Volkswagen Golf GTE (che debutterà a gennaio 2015) sfrutta la meccanica della “cugina” Audi A3 e-tron (già in vendita): sotto il cofano ha il medesimo quattro cilindri 1.4 TSI da 150 CV turbo a iniezione diretta di benzina che insieme al motore elettrico, eroga 204 CV combinati e 350 Nm di coppia massima. Il motore elettrico, integrato nella parte anteriore della vettura, in prossimità della trasmissione, sviluppa 102 CV e può funzionare separatamente da quello termico (si attiva premendo il tasto E-Mode), garantendo da solo, secondo la casa, una velocità massima di 130 km/h e una percorrenza di 50 chilometri (l’autonomia complessiva dichiarata è di 940). L’unità elettrica della Volkswagen Golf GTE è alimentata da una pacchetto di batterie agli ioni di litio: pesano 120 kg e si ricaricano anche allacciandosi alla presa della corrente di casa, in tre ore e mezza. Questa soluzione ha condizionato la capacità del serbatoio della benzina, che perde dieci litri (da 50 litri a 40), e la capienza del baule; quest’ultima diminuisce di 108 litri passando a 272 con i cinque posti disponibili (un valore più che accettabile per un’utilitaria, ma non per una berlina media).
Ti mostra come risparmiare
Saliti a bordo della Volkswagen Golf GTE, ritroviamo l’abitacolo ben rifinito e spazioso delle altre versioni (tuttavia, anche qui, chi siede al centro del divano deve fare i conti con la seduta un po’ troppo alta e con lo schienale sporgente). Questa variante ibrida si distingue per i tessuti dei rivestimenti dei sedili, che riprendono la fantasia a scacchi della “sorella” GTI (il colore dominante, però, è il blu e non il rosso). Blu anche le cuciture del volante e del pomello del cambio, e i bordi dei tappetini. L’alimentazione ibrida comporta una modifica della strumentazione: il contagiri, di diametro più piccolo, è affiancato da un quadrante che indica il flusso di potenza in accelerazione (la lancetta si sposta nella zona blu) o in fase di recupero dell’energia (zona verde), e il display del cruscotto mostra lo stato di carica delle batterie. Invece, i flussi di energia tra il motore elettrico e le batterie sono indicati dallo schermo a sfioramento (di 6,5”) nella consolle centrale, che gestisce anche l’impianto audio. A richiesta il sistema Discover Pro: oltre ai comandi vocali, include il navigatore con la rappresentazione grafica del raggio d’azione residuo consentito dalle batterie (si può anche scegliere di visualizzare le stazioni di carica e acquisirle come tappe intermedie del percorso).
L’unione (dei motori) fa la forza
Nonostante il carico di tecnologia dalla Volkswagen Golf GTE, l'approccio alla guida è intuitivo e non richiede alcun cambiamento delle proprie abitudini. In partenza, la vettura è spinta dal motore elettrico (lo spunto è immediato, e permette di trarsi d'impaccio con rapidità, oltre che in silenzio); successivamente, quando si aumenta la pressione sull'acceleratore, interviene anche il motore a benzina, fornendo una spinta aggiuntiva energica ma non brusca (complice la rapidità nei passaggi di rapporto del cambio DSG a doppia frizione con sei marce, sviluppato appositamente per questa vettura). I 7,6 secondi per lo “0-100” promessi dalla Volkswagen, infatti, sono sembrati alla portata della Golf GTE. I rigidi limiti di velocità in vigore sulle strade svizzere (dove si è svolto il test) non ci hanno permesso di raggiungere la velocità massima (222 km/h, secondo la casa). Fuori città, comunque, abbiamo avuto modo di apprezzare le buone doti di guida della Golf GTE, assicurate dallo sterzo preciso e dal buon bilanciamento dei pesi, che permettono di togliersi delle belle soddisfazioni nei percorsi ricchi di curve: i 280 kg in più dovuti al sistema ibrido (non pochi...) non hanno influenzato in maniera avvertibile il comportamento della vettura. Note positive anche per il comfort, grazie alle sospensioni ben tarate (assorbono a dovere le buche, nonostante i cerchi di 18” di serie), alla silenziosità di marcia e ai sedili ben conformati (trattengono il corpo in curva senza essere troppo rigidi). Infine, una nota sulle emissioni (basse: la Volkswagen dichiara appena 35 grammi di anidride carbonica ogni 100 chilometri) e sui consumi. Partendo con le batterie cariche, in un breve percorso misto che comprendeva una buona fetta di traffico cittadino, la media indicata dal computer di bordo è stata di 36 km/litro. Un risultato interessante, specie considerando le prestazioni brillanti della Golf GTE, ma non facile da replicare (quando le batterie si scaricano, i consumi di benzina aumentano) e lontano dai 66,7 km/l di omologazione, ottenuti con il funzionamento in modalità elettrica nei primi chilometri.
Secondo noi
PREGI
> Accelerazione. Lo scatto della Golf ibrida è quasi sportivo.
> Consumi. In base a quanto riporta il computer di bordo, sono decisamente bassi.
> Guida. È un’auto facile, con uno sterzo preciso e una tenuta di strada sempre sicura.
DIFETTI
> Bagagliaio. Perde 108 litri rispetto a quello delle Golf alimentate a benzina o a gasolio.
> Comandi. Troppi i pulsanti nelle razze del volante: una caratteristica che la GTE condivide con le altre Golf.
> Quinto posto. Chi siede al centro del divano non sta comodo a causa della seduta rialzata e dello schienale sporgente.