*prezzo indicativo
Tanti motori, ma non subito
La
Volkswagen Tiguan che vedremo nelle concessionarie a partire da maggio va a sostituire il modello omonimo nato nel 2007, ed è tutta nuova. La piattaforma (cioé la struttura che supporta meccanica e carrozzeria) è quella modulare MQB che ha debuttato con la Golf nel 2012, e che viene utilizzata, di volta in volta con opportuni adattamenti, per i nuovi modelli medi e medio-grandi del gruppo tedesco. La Volkswagen Tiguan riprende poi la meccanica dalla più grande Passat: trasmissione (solo anteriore o 4x4, chiamata 4Motion); sospensioni (davanti di tipo McPherson e dietro multibraccio) e motori. Tutti quattro cilindri turbo a iniezione diretta, sono i diesel TDI, con potenze da 115 a 239 cavalli, e i TSI a benzina da 125 a 220 CV. Al momento del lancio, saranno disponibili solo le 2.0 TDI con 150 cavalli (come l'auto del test, che aveva la trazione 4x4 e il cambio robotizzato a doppia frizione DSG a sette marce) e la 1.4 TSI da 125 cavalli. I listini della nuova Volkswagen Tiguan non sono ancora stati comunicati; è ancora presto, quindi, per valutare la bontà del rapporto fra dotazione e prezzo. Tuttavia, si sa che le versioni a benzina e a gasolio più economiche costeranno, rispettivamente, 27.550 euro (1.4 TSI da 125 cavalli) e 32.550 (la 2.0 TDI da 150). In entrambi i casi, si tratta delle versioni a due ruote motrici e con cambio manuale. Per l'auto che abbiamo guidato, ipotizziamo invece un prezzo di circa 37.000 euro.
Guadagna spigoli
La nuova Volkswagen Tiguan ha proporzioni diverse da quelle del vecchio modello: più lunga di 6 cm (449 in tutto), nonché più bassa e larga di 3, dà l'impressione di essere meno “sui trampoli” e meglio “piantata a terra”. Anche se il frontale è arrotondato, le linee sono più tese e ricche di spigoli, in piena sintonia con le Volkswagen più recenti. Fari e mascherina (con spesse lamelle lucide) sono a sviluppo orizzontale e perfettamente raccordati; la fiancata è semplice, con tre finestrini per lato, e alleggerita da una profonda nervatura che termina poi sopra le luci posteriori, dal taglio deciso.
Digitale nel cruscotto
L’abitacolo della Volkswagen Tiguan è decisamente classico. La plancia, che riprende lo stile "spigoloso" degli esterni, ospita nella consolle centrale lo schermo “touch” di 8 pollici dell'impianto multimediale. Più sotto ci sono i comandi del “clima” automatico bizona (trizona a richiesta, a circa 500 euro), dai tasti piccoli e non immediatamente individuabili. Elemento di modernità è il cruscotto digitale di 12,3 pollici (optional a circa 600 euro) che si può configurare a piacimento, per esempio portando in primo piano le mappe dell'ottimo navigatore (anch'esso optional, a partire da circa 500 euro) oppure tachimetro e contagiri. Qualche perplessità viene dal volante, con le razze piene di piccoli tasti che richiedono un lungo apprendistato, nonché dal fatto che le spie del lunotto termico e, soprattutto, dei fendinebbia, siano sui pulsanti e non nel cruscotto: quindi, fuori dalla visuale del guidatore, che può dimenticarseli accesi. Le finiture sono complessivamente curate, e i materiali di buona qualità; l'auto del test, una delle prime prodotte, non era esente da fastidiosi "rumorini", ma riteniamo che con la messa a punto della catena di montaggio questi problemi verranno risolti.
Spaziosa e pratica, ma non del tutto
La Volkswagen Tiguan è ospitale: sedili e divano sono confortevoli, e cinque adulti possono viaggiare senza doversi “strizzare” uno contro l'altro; dà solo un po' fastidio, a chi siede dietro al centro, la presenza di un tunnel piuttosto alto. Bene pure il bagagliaio, da 615 litri se si sfrutta anche il sottofondo (alto 15 centimetri) togliendo il pianale; c'è poi la possibilità di far scorrere il divano (di ben 18 centimetri) in modo da aumentare, se necessario, la profondità del vano. Così facendo, però, si crea un “buco” nel pavimento: gli oggetti più piccoli possono caderci dentro, incastrandosi poi sotto la seduta. E chi li trova più? Stesso discorso per le tasche nelle porte anteriori, che sono molto più lunghe della loro apertura: per capire se cè qualcosa sul fondo, occorre andare a tastoni infilando (a fatica) la mano. Tornando al bagagliaio, troviamo molti altri elementi positivi: il portellone è ampio e si può avere (per circa 800 euro) a comando elettrico, con apertura azionabile anche facendo scorrere un piede sotto il paraurti posteriore. Non mancano un paio di ganci appendiborse, le comode levette per abbassare il divano dal bagagliaio senza doversi allungare fino allo schienale e persino una seconda plafoniera a led estraibile, che fa da torcia in caso di necessità. Molto utile, poi, il sedile anteriore destro con schienale abbattibile, che consente di caricare oggetti lunghi fino a 260 cm. Peccato solo per la soglia di accesso a 75 cm da terra: non proprio comoda.
Per il fuori strada
La trazione integrale 4Motion della Volkswagen Tiguan è simile a quella del vecchio modello: di norma, la potenza del motore viene inviata alle ruote anteriori, ma una frizione multidisco a comando elettroidraulico (tipo Haldex) si può chiudere progressivamente, facendone fluire una parte (più o meno elevata) al retrotreno. Lo slittamento dei singoli pneumatici è controllato poi dal sistema elettronico EDS, che, azionando il freno della ruota interessata, trasmette automaticamente la coppia motrice sulla gomma del lato opposto, che ha più grip. Al sistema 4Motion, però, sono stati apportati miglioramenti sostanziali. Il meno evidente riguarda il sistema idraulico: la pompa è stata sostituita con una di portata maggiore, consentendo di eliminare il serbatoio di accumulo del fluido in pressione; si risparmiano, così, 1,5 chilogrammi, pur garantendo una notevole prontezza di intervento (la frizione si attiva in 80 millesimi di secondo). La novità più significativa è invece la possibilità di variare (tramite una manopola sul tunnel centrale) la risposta di motore, Esp, Abs e cambio robotizzato, per ottenere il miglior comportamento possibile su strada “normale”, su fondi innevati (Snow) o fuori strada (Offroad). In passato, invece, c'era solo un generico tasto “Offroad”. Dal punto di vista della guida, la differenza tra le varie modalità è assai evidente; scegliendo la Snow (il test si è svolto sulla neve, con gomme invernali) la guida è molto più facile e sicura che in Offroad (quando i sistemi di controllo elettronico intervengono meno, come invece conviene sui fondi sterrati).
Comoda e facile da guidare
Avendo provato la Volkswagen Tiguan 2.0 TDI 4Motion solo su fondo innevato, il giudizio sulla guida può essere solo parziale. Già su terreni così particolari, però, abbiamo apprezzato lo sterzo preciso, praticamente privo di reazioni e piuttosto pronto, il rollio e il beccheggio limitati (la nostra auto aveva le sospensioni a controllo elettronico, optional a circa 1.000 euro) e, al contempo, il buon comfort. Il 2.0 ci è parso più che adeguato in termini di spinta, e gira sempre “liscio” come l'olio; è solo piuttosto “romboso” in accelerazione. Giudizio positivo anche per il cambio DSG a sette marce: è rapido nella risposta, fluido nei passaggi di marcia e consente di viaggiare a 130 orari a soli 2200 giri, mantenendo sotto controllo il rumore nell'abitacolo (basso a velocità costante), mentre per quanto riguarda i consumi (in base a quanto indicava il cruscotto dopo un tratto senza traffico percorso tra i 90 e i 120 km/h) dovrebbero aggirarsi sui 15 km/litro: se confermato, sarebbe un risultato abbastanza buono.
Secondo noi
Pregi
> Finiture. I materiali sono di buona qualità; riteniamo che i piccoli problemi di assemblaggio verranno risolti sulle auto in vendita al pubblico.
> Guida. Già sulla neve, si percepisce che è una suv precisa e facile da guidare.
> Spazio. Abitacolo e bagagliaio sono decisamente ampi.
Difetti
> Comandi. Alcuni tasti e spie non sono il massimo della praticità.
> Dettagli interni. Il divano scorrevole e le tasche anteriori possono "far sparire" i piccoli oggetti.
> Rombosità del motore. Accelerando, il 2.0 si sente abbastanza nell'abitacolo.