ALLARME - I nuovi obiettivi che l’Unione europea vuole darsi in materia di contenimento delle emissioni di CO2 delle automobili sono sostanzialmente impossibili da realizzare nei tempi previsti appunto dalla nuova normativa in via di elaborazione. È il succo di una nota inviata dall’Acea, l’associazione europea dei costruttori, alla Commissione europea, sollecitando un ripensamento sulla tempistica relativa all’entrata in vigore dei nuovi standard; in particolare chiedendo lo spostamento della entrata in vigore dal 2025 al 2030. Il documento non è ufficiale, nel senso che l’Acea non l’ha reso pubblico, ma c'è chi lo ha visionato. E del resto l’Acea ha anche di recente manifestato le proprie valutazioni in materia.
OBIETTIVI MOLTO SPINTI - La Commissione europea sta elaborando i nuovi standard che sposteranno ancora più in basso la soglia delle emissioni calcolata sulla media delle auto vendute da ciascun costruttore: da 95 g/km che dovranno essere rispettati dal 2021 a un livello tra 68 e 78 g/km. Ciò mentre la media delle emissioni registrata nel 2014 è stata di 123 g/km. Il documento in questione, afferma che per le case automobilistiche potrebbe non essere possibile compiere una ulteriore riduzione delle emissioni che equivarrebbe a un taglio del 30%.
COSTI ELEVATI - In pratica, dopo la diminuzione del 34% conseguita negli ultimi 20 anni, lo stato dell’arte convenzionale dell’industria automobilistica sarebbe vicina ai limiti tecnici. Perciò, prima di imporre ai costruttori gli sforzi tecnici ed economici per la ricerca necessaria per conseguire nuovi traguardi molto ambiziosi, occorrerebbe verificare come il mercato recepisce tutte le novità in materia di tecnica di mobilità: auto elettrica, ibrido, fuel cell, metano. In pratica i costruttori richiamano alla realtà di un mercato che finora si è dimostrato solo in parte disponibile a intraprendere altre strade diverse da quelle più tradizionali. Ciò mentre gli ipotizzati nuovi standard molto più bassi di quelli attuali potrebbero essere raggiunti (o anche solo avvicinati) con una diffusione molto forte della trazione elettrica, da sola o nelle ibride. Che, forse, è proprio quello che vuole l'Europa che, però, deve tenere presente anche aspetti economici che non dovrebbero pesare solo sull’industria automobilistica e sui consumatori.