Renault 5: la storia di un’utilitaria mitica 

L’idea di una Renault 5 a corrente, sondata dalla casa nel 2021 con una concept car e diventata realtà con il modello appena svelato al salone di Ginevra, ha radici molto più lontane di quanto si potrebbe pensare. Già nella prima metà degli anni ’70, infatti, nei suoi laboratori di Renardières di Moret-sur-Loing, circa 70 km a sud di Parigi, il colosso francese dell’energia EDF studiò un sistema per convertire in elettrico la R5. L’auto era identica alle versioni a benzina, salvo proprio il motore elettrico, alimentato da un pacco di 34 accumulatori al piombo che, secondo la casa, si ricaricavano in dieci ore e garantivano un’autonomia di 110 chilometri nel traffico cittadino.

La prima versione sportiva della Renault 5 porta la firma dell’Alpine, la casa specializzata nella costruzione di auto da corsa fondata da Jean Rédélé nel 1955 e dal 1973 di proprietà del colosso parigino. Grazie a una serie di modifiche, tra cui un rapporto di compressione più elevato e l’adozione di un carburatore a doppio corpo invertito, il 1.4 a quattro cilindri delle più “tranquille” R5 TX e TS passa da 63 a 93 CV. Ne deriva un piglio molto brillante, con uno scatto da 0 a 100 km/h in circa 9 secondi e una punta massima di 175 orari.

Nel corso della sua lunga carriera, la Renault 5 è stata proposta in svariate versioni speciali. Nella foto, una delle duemila Monte Carlo prodotte a partire dal marzo del 1978. Basata sulla TS e ispirata alla gara di rally più famosa al mondo, questa serie limitata si distingue a colpo d’occhio per l’accesa livrea giallorossa e la vistosa scritta “RENAULT 5” sulle fiancate.  

A sette anni dal lancio la Renault 5 viene proposta anche con due porte in più, a tutto vantaggio dell’abitabilità. Altre importanti novità riguardano la gamma dei motori, con l’ingresso di un inedito 1.1 da 47 CV (più fiacco, ma meno “assetato” del “950” della TS), e gli interni, che guadagnano un nuovo cruscotto, un inedito volante e sedili di nuova foggia.

A parte la somiglianza della carrozzeria, allargata a dismisura e resa più “cattiva” da una serie di prese d’aria e appendici aerodinamiche, con l’utilitaria da cui deriva la Renault 5 Turbo non ha niente a che vedere. Questa “belva”, progettata per correre nei rally, ha due soli posti, la trazione posteriore e, montato in posizione centrale, il 1.4 delle versioni Alpine alimentato non più da un carburatore ma da un più moderno impianto di iniezione elettronica. La guida brillante richiede impegno e perizia, anche perché i 160 CV forniti dal motore, chiamati a muovere un peso di appena 900 kg, sono “selvaggi” e offrono prestazioni da sportiva vera, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e una velocità di punta superiore ai 200 orari.  

A quattro anni dal debutto la versione più “pepata” delle Renault 5 guadagna un turbocompressore Garrett T3: il 1.4 fornisce 17 cavalli in più, raggiungendo quota 110 CV e regalando scatti e allunghi ancor più vigorosi, con uno “0-100” in 7,5 secondi e una velocità massima di 185 km/h. Le maggiori prestazioni suggeriscono ai tecnici di rivedere l’impianto frenante, rimpiazzando i tamburi posteriori con una coppia di più performanti dischi in grado di garantire decelerazioni più energiche e spazi d’arresto inferiori. 

Dopo 12 anni di carriera, la Renault 5 diventa Supercinque. Pur se modificato con l’aggiunta di vistosi paraurti e fascioni laterali di plastica scura, secondo la moda in voga negli anni ’80, lo stile (per la cui definizione la casa interpella anche Marcello Gandini) rimane fedele a quello, riuscito e ancora gradevole a distanza di molti anni, del vecchio modello. Sotto la “pelle”, invece, le novità sono assai più consistenti, a cominciare dalle sospensioni anteriori, del tipo MacPherson e non più a barre di torsione. Tutti nuovi anche i motori, che derivano da quelli delle più grandi berline R9 e R11 e sono montati in senso trasversale anziché longitudinale. Leggermente aggiornata nel 1987, la Supercinque rimane sulla breccia fino al 1996, quando l’erede Clio è già a listino da sei anni. 

Erede naturale della Alpine Turbo, la Renault 5 GT Turbo ne mantiene il motore, che può contare su 5 cavalli in più, mentre le sospensioni ribassate e irrigidite migliorano l’agilità e la tenuta di strada. Nel 1987 l’aggiornamento che riguarda tutta la gamma comporta, per la Turbo, un ulteriore incremento di potenza di 5 CV. La casa promette allunghi oltre i 200 orari e uno scatto da 0 a 100 km/h in 8 secondi.