La Volkswagen ID.3 è una media a cinque porte di dimensioni simili a quelle della Golf (è solo più alta di una decina di centimetri) ma con la "sorella" non condivide nulla. Si tratta, infatti, di un'auto elettrica sviluppata su una piattaforma specifica (siglata MEB), con motore posteriore, batteria sotto il pianale e sbalzi anteriore e posteriore molto contenuti. La linea si distingue anche per le grandi ruote (da 18 a 20"), il frontale corto e semplice, privo di mascherina, e i tre finestrini (c'è anche un ampio triangolo vetrato fra la porta e il parabrezza). Il tetto scende in modo evidente verso la parte posteriore, dove spicca il portellone (non molto ampio) di colore nero, con il piccolo lunotto sormontato da un enorme spoiler. Gli interni sono ariosi e hanno pannelli dalle forme spigolose; non proprio lussuosi i materiali, anche perché sono derivati da materie prime già riciclate in precedenza. Due i display a sbalzo nella plancia: il minuscolo cruscotto e quello centrale di 12", da cui si attiva la gran parte delle funzioni (anche con comandi vocali che non richiedono frasi specifiche). Non male la capienza del baule, anche se da un'elettrica (che ha un motore meno ingombrante) ci saremmo attesi qualcosa di più. La ID.3 c'è solo con 204 CV, ma con due taglie della batteria: da 58 kWh e da 77 kWh. La ricarica è fino a 11 kW in corrente alternata (quella che si trova nel box e nelle colonnine pubbliche più diffuse) e fino a 120 kW in continua per la versione con la "pila" più piccola e a 170 per l'altra (la Pro S). Molte le "chicche" tecnologiche: dagli aiuti alla guida (come il cruise control adattativo), alla connessione costante alla rete, al "dialogo" con altre vetture e strutture per anticipare le situazioni di pericolo (Car2X), fino all'head-up display con realtà aumentata.