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Anche VW e Toyota credono nel trasporto “on demand”

25 maggio 2016

La Volkswagen e la Toyota hanno annunciato due accordi rispettivamente con l’inglese Gett e l’americana Uber.

Anche VW e Toyota credono nel trasporto “on demand”

TENDENZA GENERALE - Per l’industria automobilistica la ricerca di nuovi orizzonti e nuove sponde non legate alla produzione ma all’uso dei veicoli, è ormai è una tendenza consolidata. Da qualche mese non c’è discorso di top manager che non indichi nei nuovi business della mobilità gli scenari verso cui guarda la casa che dirige. In poche settimane discorsi quasi uguali sono stati fatti da Carlos Tavares per il gruppo PSA (Peugeot, Citroën e DS), Rupert Stadler per l’Audi, Matthias Müller per il gruppo Volkswagen, e altri ancora. Ai discorsi strategici poi si aggiungono le notizie di iniziative concrete immediate, fatte di accordi che vedono i costruttori stringere collaborazioni con le società nate e sviluppatesi per offrire possibilità di muoversi in forme originali e pratiche. 

PARTNER SPECIFICI - Nei mesi scorsi era arrivata la notizia dell’investimento della General Motors nella società Lyft, società dedicata al così detto “ride hailing”, traducibile con “trasporto a chiamata”. Ieri sulla stessa strada sono seguite… a ruota - è il caso di dirlo - la Volkswagen e la Toyota. La prima ha annunciato la firma dell’accordo con l’inglese Gett, che con la sua app permette di prenotare in tempo reale un trasporto in una sessantina di città del mondo (e la metà dei taxi londinesi usa l’applicazione di Gett). La Toyota invece ha raggiunto un accordo con Uber, la capostipite di questo genere di imprese, la quale mette a disposizione un servizio analogo a quello del tradizionale taxi, utilizzando le auto del “noleggio con conducente” e in diverse realtà del mondo anche le stesse auto private. Accessorio al servizio di mobilità per le persone, ci sono poi le attività logistiche, espletabili mediante app analoghe a quelle per il trasporto persone. 

INVESTIMENTI IMPORTANTI - La rilevanza delle iniziative dei tre costruttori - significativememte decise dai tre più grossi gruppi automobilistici al mondo… - è testimoniata dal fatto che in tutti i tre i casi si tratta di accordi che prevedono un intervento finanziario per sviluppare il business del partner. La General Motors ha investito 500 milioni di dollari nella Lyft; la Volkswagen ha invece messo sul tavolo 300 milioni di euro per lo sviluppo della Gett. Dell’accordo Toyota-Uber non si conosce l’importo esatto dell’operazione, ma la casa giapponese ha parlato di “investimento strategico”. Magari si tratta di poca cosa rispetto agli impegni necessari per sviluppare anche un solo nuovo modello, ma senza dubbio i tre accordi sono segno che GM, Volkswagen e Toyota condividono la convinzione che questo tipo di attività vedrà in futuro un buon sviluppo. Altro elemento in comune è il fatto che tutti tre fanno riferimento alle prospettive di diffusione delle auto a guida autonoma, rendendo così esplicito il loro interesse per l’attività dei servizi di mobilità e sottintendendo che la produzione di veicoli di questo tipo è cosa all’ordine del giorno nei loro programmi.



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