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Alla scoperta dei giovani piloti italiani: Nicola De Marco

11 agosto 2010

È di Pordenone, da due stagioni partecipa al campionato di Formula 2 e ha vinto una gara sul circuito di Brno. Scopriamo chi è

UNA VITTORIA A BRNO - Vedendolo per la prima volta, col suo viso pulito, i capelli sempre ben pettinati con la scriminatura da una parte, gli occhi azzurri ed il fisico magro, quasi migherlino, non diresti che è un pilota. Nicola De Marco (foto in alto) ha il "fisique du role" del bravo ragazzo di buona famiglia, che qualunque suocera desidererebbe dare in marito alla propria figlia. Dal suo aspetto esteriore, dal suo modo di porsi e di parlare sempre tranquillo ed educato non traspare un solo grammo della grande passione per l’automobilismo e della grinta che sfodera quando è al volante di una monoposto da corsa. Passione e grinta che sono state premiate pochi giorni fa, a Brno, quando ha conquistato la prima, strameritata, vittoria in Formula 2 (foto sotto, sul podio) la categoria nata nel 2009 per volere della FIA e che è a monogestione. Cioè, le vetture non sono gestite da team, ma direttamente dalla organizzazione (inglese) che mette a disposizione meccanici e ingegneri.


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Com’è il livello della Formula 2 quest’anno, in termini di qualità dei concorrenti che vi partecipano?

"Credo che sia più difficile stare davanti. Alla prima gara del 2009, a Valencia, mi sono ritrovato quarto piuttosto facilmente, senza esperienza e provenendo dalla Formula 3, un’auto molto diversa e molto meno potente della Williams di Formula 2. Nonostante ci fossero nomi piuttosto quotati come Soucek, Pavlovic, Wickens, Aleshin, non era così impossibile stare con loro. Al secondo appuntamento stagionale avrei potuto vincere, ho fatto podii. Certo ho avuto un po’ di alti e bassi, ma penso che per un debuttante sulla scena internazionale com’ero io fosse normale. Lo scorso anno il gap tra la vetta ed il fondo classifica in qualifica era più ampio.

Non ci siamo mai ritrovati, come quest’anno, in quindici nello spazio di un secondo. Quando ho scelto di correre nuovamente in Formula 2 pensavo mi sarei giocato il titolo con Eng, Vasiliauskas, Jokinen e magari anche Afanasiev e Bratt. Mi sono detto: 'Beh, mi sembra abbordabile, sembra più facile della scorsa stagione'. Invece quest’anno basta sbagliare di mezzo decimo e ti ritrovi ottavo. C’è poi il discorso che riguarda i miglioramenti di alcuni piloti già presenti nella serie l’anno scorso: Palmer, Clarke, ecc., di cui sinceramente risulta difficile capacitarsi. Da un lato è deludente confrontarsi con piloti che hanno incrementato nettamente le loro prestazioni mentre io ed altri siamo rimasti, per così dire, stabili. Non hanno il nome dei vari Soucek, Wickens e compagnia, ma si stanno rivelando ben più duri da battere. Insomma, è un campionato tosto".

Che significato ha per te la vittoria in gara-1 a Brno?

"È importante per il morale. Sono ancora più contento di aver ottenuto la mia prima vittoria in Formula 2 proprio a Brno, dove lo scorso anno mi sfuggì un successo sicuro al terz’ultimo giro. Per il campionato invece non conta nulla, ormai sono tagliato fuori".

Che valutazioni dai sulla prima parte della stagione? Hai avuto solo molta sfortuna o c’è dell’altro?
"Ero partito per vincere il campionato. Nelle prime gare sono risultato abbastanza veloce, ma non come mi sarei aspettato. Ho patito qualche inconveniente tecnico di troppo e sono anche rimasto coinvolto in incidenti, con il risultato di non prendere nemmeno un punto per quattro-cinque gare di fila. Non credo ci siano differenze di pezzi tra le varie monoposto di Formula 2, ma mi sembra che qualcuna sia seguita e curata un po’ di più, qualcun’altra un po’ di meno. Una delle poche volte in cui tutto è filato liscio, per me, è stato il sabato a Brno e dopo il secondo tempo in qualifica è seguita la vittoria. La macchina era davvero a posto ed io credo di aver fatto la mia parte, su una pista che mi si addice".


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È la vittoria più importante della tua carriera?

"Sì poichè è stata ottenuta nel campionato più prestigioso al quale abbia partecipato sinora. Questo successo mi ha riempito di soddisfazione, dopo che nella prima parte della stagione, quando andava tutto storto, è stato molto faticoso mantenere intatte le motivazioni per cercare di andare forte e provarci ad ogni gara. È stata una liberazione, un sollievo ed una gioia in egual misura, che mi regala tranquillità per il finale di stagione. Sicuramente non è stata la più bella, dato che quella di Spa nel 2008 nella Formula 3 spagnola è imbattibile, al momento".

È difficile che possa farti da trampolino di lancio, dato che non potrai vincere il campionato. Ma correre in Formula 2 cosa ti ha regalato?
"Anche se avessi lottato per le prime tre posizioni del campionato credo che difficilmente avrebbe potuto lanciarmi. Punto a fare un finale di campionato alla grande e di potermi piazzare nella top 5. Risultati a parte, correre in Formula 2 mi ha fornito una buona esperienza tecnica. Maturare è stato necessario dato che in questa serie si ha a che fare ogni volta con un ingegnere diverso, talvolta giovane e non eccessivamente esperto della macchina. Anche sotto il profilo della guida credo di essere migliorato. Poi imparo sempre meglio l’inglese. Il mio desiderio primario sarebbe correre in GP2 nel 2011, ma devo vedere se il budget me lo permetterà".

A Brno era presente la tua ragazza, Isabella. È stata lei a portarti fortuna?
"Portare fortuna è una parola un po’ grossa. Calcola che prima di questa occasione era venuta a Donington lo scorso anno ed a Monza quest’anno, ed in entrambe le volte ero finito fuori sia in gara-1, sia in gara-2. Ormai temeva di portarmi sfiga e allora, per sfatare questa cosa, ho fatto in modo che mi accompagnasse. Ha funzionato, visto?".



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