BILANCIO PESANTE - La
General Motors dovrà versare una
multa di
900 milioni di dollari al dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti per lo scandalo dei blocchetti della chiave di accensione difettosi: lo comunica la stessa casa americana (
nella foto l'ad Mary Barra durante l'annuncio ai dipendenti). Il difetto, che provocava l’improvviso spegnimento del motore, anche mentre l’auto era in movimento, è stato all’origine di gravi rischi e incidenti fatali: il bilancio della tragica vicenda, aggravato da 10 anni di ritardi nel riconoscere i problemi e avviare i necessari richiami dei veicoli sul mercato (vedi la news
qui) è risultato di 124 vittime. E sono stati proprio quei ritardi (quando i difetti erano ormai stati identificati dalla GM) a finire al centro dell'inchiesta penale condotta dai procuratori federali. Il gigante Usa ha anche dovuto accettare il monitoraggio delle sue pratiche da parte di un supervisore indipendente per almeno i prossimi tre anni.
POLEMICHE - Va detto che, nonostante ritardi e vittime, la multa alla GM è inferiore rispetto a quella inflitta alla Toyota, che l’anno scorso, per difetti all’acceleratore e per ritardi nei richiami dei veicoli, versò 1,2 miliardi: una differenza che ha suscitato polemiche. Anche perché nessun dirigente GM è stato incriminato. La vicenda ha comunque causato un grave danno d’immagine al gruppo americano, che ha avviato riforme per migliorare le procedure di sicurezza e controllo di qualità. Senza considerare che i richiami dei mezzi dal mercato, scattati a causa dell’accensione difettosa ma poi estesisi, si sono gonfiati a 30 milioni di vetture nel 2014, con riparazioni per 4,1 miliardi di dollari. Non ultimo, un fondo per risarcire i familiari delle vittime dovrebbe ricevere centinaia di milioni di dollari dall’azienda.