Volkswagen Golf Variant: indossa l’abito della “sorella”

La versione famigliare della Golf, abbandonata la vistosa mascherina a “U” del vecchio modello, riprende il frontale della “sorella” caratterizzato dallo sviluppo orizzontale della griglia e dallo “sguardo” aggressivo dei fari.

Anche la coda è stata ritoccata, con un inedito paraurti, dal quale ora spunta lo scarico. Le dimensioni della carrozzeria sono le stesse della vecchia Variant; il prezzo diminuisce di poco, ma resta abbastanza alto.

L’abitacolo è quello della sesta generazione della Golf, con la consolle ben raccordata con il tunnel, due grandi strumenti tondi nel cruscotto e il volante a tre razze. Il navigatore satellitare, optional, ha lo schermo a sfioramento.

Sono immutati, invece, il generoso spazio interno e il bagagliaio, largo e profondo e con una bocca di carico ampia e squadrata, che facilita l’inserimento di oggetti voluminosi. Delude il divano, abbastanza largo per tre, ma scomodo al centro.

Il nuovo 1.6 TDI turbodiesel common-rail da 105 cavalli, che sostituisce il vecchio 1.9 TDI a pompa-iniettore, è adeguato alla famigliare tedesca e le dà il brio sufficiente per muoversi anche a pieno carico e in salita senza eccessivo sforzo. Inoltre, non si fa sentire troppo (la rumorosità era il tallone d’Achille del vecchio 1.9 a pompa-iniettore).

Sulle strade tortuose, la Variant mostra un’elevata agilità nei cambi di direzione. Come sulla vecchia Variant, la visibilità posteriore non è delle migliori.

PREGI
> Baule. È largo, profondo e ben fatto e ha una bocca d’accesso squadrata: si caricano senza problemi anche la tv lcd e la lavatrice.
> Motore. Il nuovo 1.6 common-rail è davvero adatto alla vettura: potente quel che basta, fluido e poco rumoroso.

DIFETTI
> Prezzo. Non costa poco e fa pagare parecchio accessori utili come i sensori di parcheggio (527 euro quelli anteriori e posteriori).
> Visibilità posteriore scarsa. La larga fascia scura che contorna il lunotto, ostacola in parte la visuale.