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Alfa Romeo Giulia, 60 anni di emozioni 

Pubblicato 27 giugno 2022

Grande festa al museo di Arese per il 60° anniversario dell’Alfa Romeo Giulia. Un’auto che, tra i tanti modelli che hanno fatto grande la casa milanese, occupa un posto a parte nel cuore degli appassionati.

Alfa Romeo Giulia, 60 anni di emozioni 

UN MITO NEL MITO - Sarà quel suo sguardo accigliato. Sarà quella sua voglia matta d’asfalto. Sarà quella sua forma che, levigata così, mezza tonda e mezza squadrata, davvero pare disegnata dal vento. Sarà il rombo unico del suo motore: un ringhio tanto forte e struggente da rubarti il cuore al primo colpo d’acceleratore. Sarà che dai cancelli del Portello e di Arese, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, ne sono uscite più di 570.000, contribuendo a diffondere il mito e a cambiare per sempre le sorti di una fabbrica che è fonte d’orgoglio per il nostro paese e per cui gli appassionati si mettono in viaggio da ogni parte del mondo. È stata una bellissima festa, al Museo Storico Alfa Romeo, quella di ieri per il sessantesimo compleanno dell’Alfa Romeo Giulia. Un’auto che, tra i tanti capolavori del Biscione che hanno solcato le nostre strade e fatto sognare intere generazioni di automobilisti, è probabilmente quella che meglio rappresenta i tratti più irrazionali del suo spirito. Quei tratti che, per dirla con le intramontabili parole di Orazio Satta Puliga (il responsabile della progettazione di tutte le Alfa dal secondo dopoguerra fino all’Alfetta, ndr), “non possono essere spiegati con una terminologia logica” perché “hanno a che fare più con il cuore che con il cervello”.

FACEVA E FA ANCORA LA DIFFERENZA - In mezzo al fiume di Alfa Romeo Giulia d’epoca che ieri ha pacificamente invaso il pistino del museo disponendosi sul prato fino a comporre a caratteri cubitali la scritta “Giulia 60”, sogni e ricordi diventano come i capi di un elastico invisibile che, ondeggiando sospeso nel tempo, li mescola, rendendo assai difficile distinguere la leggenda dalla realtà. Ma per quanto incredibile e straordinaria, la storia dell’Alfa Romeo Giulia è tutta vera. E vive. Vive in chi oggi la possiede e la guida. Vive racchiusa in chilometri e chilometri di scaffali nell’archivio aziendale. Vive nei ricordi di chi l’ha vista e l’ha aiutata a nascere e l’ha fatta diventare grande. Come Luciano Colle, una vita all’Alfa, dove è entrato da apprendista nel 1955, fino a diventare responsabile dell’intera progettazione dei motori: “Sulla Giulia migliorammo la meccanica della Giulietta, che era di tipo sportivo, con due alberi a camme in testa. In particolare, i migliori risultati li ottenemmo con il passaggio all’alimentazione singola, assicurata da due carburatori doppio corpo. Un grande lavoro fu fatto nella messa a punto delle parti rotanti del motore, dagli alberi a camme alle bielle. Poi c’erano delle raffinatezze uniche, come la coppa fatta non in lamiera, com’era consuetudine allora, ma in alluminio fuso, per tenere a bada la temperatura dell’olio. Ecco perché, a distanza di sessant’anni, la Giulia si distingue ancora tra le auto stradali e in ambito sportivo”.

UNA CAMPIONESSA DI SICUREZZA… - Ma l’Alfa Romeo Giulia non si distingueva solo per la sua brillantezza di guida e l’esuberanza dei suoi potenti motori bialbero. L’erede della Giulietta era una macchina fuori categoria anche in fatto di sicurezza (un aspetto ancora marginale, all’epoca, nella progettazione di un’automobile). La scocca, progettata per deformarsi progressivamente, era in grado di assorbire gli urti riducendo di molto l’impatto sugli occupanti che, in seguito al contraccolpo, avrebbero inoltre subito meno danni meno gravi grazie a un cruscotto realizzato per la prima volta con materiali morbidi. La scatola guida, poi, era del tipo arretrato: in queso modo, in caso d’incidente, il piantone dello sterzo non si staccava, evitando il rischio di pericolose ferite per il conducente. 

… E DI AERODINAMICA - Altro punto di vanto dell’Alfa Romeo Giulia è la sua efficienza aerodinamica, letteralmente eccezionale per i suoi tempi. Con un coefficiente di penetrazione di appena 0,34 (giusto per rendere l’idea, una supercar come la Ferrari 250 GTO, all’epoca, si fermava a 0,42), la nuova berlina del Biscione fendeva il vento senza sforzo. Merito di un lavoro “scientifico” da parte degli uomini del Centro Stile e del reparto carrozzeria, che per la prima volta poterono beneficiare delle preziose indicazioni suggerite dai test svolti nella galleria del vento del Politecnico di Torino. “L’ha disegnata il vento”, insomma, non era solo uno slogan pubblicitario: la scalfatura che “gira” tutt’intorno all’auto (dal muso ai fianchi fino alla coda, tronca per ridurre le turbolenze), così come il parabrezza avvolgente, realizzato con una doppia curvatura del vetro, erano il risultato di uno studio senza precedenti.

FORGIATA DA VERI ARTISTI DEL VOLANTE - Come tutte le automobili che hanno fatto grande l’Alfa Romeo e oggi ne tengono in vita il mito, l’Alfa Romeo Giulia è anche frutto di un lavoro di cesello da parte dei collaudatori della casa milanese. Tra gli oltre 80 chilometri di asfalto e ghiaia della pista prove di Balocco, nata praticamente insieme alla Giulia e da allora insostituibile palestra per la gestazione di intere generazioni di Biscioni, è come se l’auto avesse assorbito ogni singola sfumatura della proverbiale sensibilità con cui quegli straordinari piloti riuscivano a penetrare nelle pieghe più nascoste della meccanica. Il più anziano vivente di quella squadra di artisti del volante, capitanata dal grande Consalvo Sanesi, risponde al nome di Luigi Croci e, dall’alto dei suoi 86 anni, pensa e parla svelto come ha guidato per una vita: “La Giulia fu una vera genialata e chi all’inizio la criticò per il suo stile fuori dagli schemi dovette ben presto ricredersi, perché quella macchina era davvero la fine del mondo. L’Alfa Romeo, per noi che ci lavoravamo, era come una seconda famiglia: stavamo via di casa intere settimane, a volte mesi, in inverno sulle strade innevate della Svezia, d’estate nel deserto del Marocco. I primi test con i prototipi li effettuammo nella ex Jugoslavia, le carrozzeria erano costruite dalla tedesca Karmann. A deliberare il progetto fu Sanesi, che come sempre riuscì a trovare il giusto compromesso tra comfort e tenuta di strada. Posso assicurare che non è una cosa semplice, perché, come dico io, nella vita o si succhia o si soffia. Ma con lui era diverso. Aveva una sensibilità che non finiva più…”.

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Ritratto di Flynn
27 giugno 2022 - 18:59
E pensare che c’è un talento nel Nord-Est che gli preferisce l’Alfasud... bha !!!!!
Ritratto di Ricci1972
27 giugno 2022 - 21:39
Che amarezza, mio padre guidava le volanti della Polizia, la Giulia 1.6 era la sua preferita. Per restare alfista anche a casa su prese una Alfasud 1.2 Super....si pentì amaramente.
Ritratto di giulio 2021
28 giugno 2022 - 08:33
Come ha sempre sostenuto la stampa inglese e anche tedesca : l'Alfasud era intrinsecamente superiore alla Giulia, l'Alfasud s e l'avessero costruita bene e sviluppata (la 33 fu un ottimo sviluppo ma poi il nulla) avrebbe bloccato sul nascere la "mediocre" Golf basta intendersene un pò di auto per capirlo, e niente A3, Serie1 e Klasse A, ci sarebbe stata solo Alfa Romeo, ma purtroppo abbiamo una di quelle classi dirigenti.
Ritratto di Flynn
28 giugno 2022 - 19:47
Intrinsecamente superiore ma esplicitamente una Cag Aion
Ritratto di giulio 2021
29 giugno 2022 - 08:42
In realtà proprio superiore, o perlomeno simile, solo in Italia è passata la versione che la Giulia era eccezionale e l'Alfasud no, anzi progettualmente l'Alfasud era proprio superiore a tutte (costruita male ovviamente come tutte le Alfa) : spazi, abiltabilità, silenziosità, comfort, sicurezza, tenuta, consumi, prestazioni, design, layout, in tutto, tanto da non essere gradita nelle prove effettuate all'epoca dalle riviste specializzate dove surclassava qualsiasi cosa troppo facilmente, ricordo solo che i supponenti giornalisti inglesi trovarono l'Alfasud superiore in quanto a spazi e guida semplicemente alla magnifica Jaguar XJ6 2.8 appena esaltata 3 anni prima nel 1968...
Ritratto di Flynn
29 giugno 2022 - 09:00
In Italia è passata la realtà : a conti fatti l’Alfasud era un buon progetto realizzato male.
Ritratto di giulio 2021
29 giugno 2022 - 09:23
Un successo strepitoso insomma, poi bloccato dalla crisi dell'IRI e Alfa e soprattutto Fiat, e dalla nascita della Golf la prima che poteva davvero competere (nella qualità anzi creare un nuovo standard), ricordo ancora da piccolo comunque che l'Austin inglese e poi l'Alfasud che avevamo erano le uniche che partivano sempre al primo colpo, mentre con Fiat, SIMCA, Opel, Lancia, Renault etc spesso si doveva rinunciare anche ad andare al lavoro perchè non si avviavano mai...
Ritratto di Oxygenerator
27 giugno 2022 - 20:24
Mi rendo conto di sembrare algido, ma la retorica dell’articolo e palpabile. Forse al volante ha calcato un po’ troppo la mano. Ho guardato le foto, fanno tenerezza ste Giulia. D’altronde 60 anni sono veramente tanti. Rimarrá per me, l’auto della polizia.
Ritratto di Volpe bianca
27 giugno 2022 - 21:39
Eppure nonostante i 60 anni, gli interni sono migliori di buona parte delle elettriche attuali, Tesla in primis :-D
Ritratto di Oxygenerator
27 giugno 2022 - 21:57
Non farei a cambio neanche morto. Pur minimali quelli anni 60 hanno il problema della leva del cambio inguardabile in tutte le versioni.
Ritratto di Volpe bianca
27 giugno 2022 - 22:05
Sembra un vecchio joystick allungato :-))) però in quel contesto tutto sommato ci stava...
Ritratto di Giuliano Della Rovere
27 giugno 2022 - 22:21
@Volpe. Ma se hanno tanto in comune! Legno sul cruscotto, semplicità!
Ritratto di Volpe bianca
27 giugno 2022 - 22:27
Più o meno... :-)))
Ritratto di Tu_Turbo48
27 giugno 2022 - 22:59
@Oxygeneretor mah io non noto nessuna retorica leggendo l'articolo. Comunque sono sempre passati 60 anni ed ancora un'auto molto affascinante. Detto ciò Auguri Giulia.
Ritratto di giulio 2021
28 giugno 2022 - 09:50
Parlo di Alfasud perchè su quella ho letto ma si potrebbe metterci la Giulia e la situazione non cambierebbe, su Aronline sito inglese sulle auto inglesi soprattutto British Leyand, si legge che il governo britannico fece velatamente capire alle riviste specializzate di non inserire l'Alfasud in prove comparative con auto britanniche tanto era la superiorità della sudista, dopo un famoso test comparativo del 1979 in cui perfino la sportiva e costosa Triumph TR7 fu stracciata dall'Alfasud Sprint, e lo furono tutte le concorrenti che non riuscivano a stare in strada a certe velocità ad esempio, cioè Alfa Romeo stava lì in alto e gli altri competevano tra di loro, come al momento con Tesla oggi che non ha praticamente competitors.
Ritratto di Goelectric
28 giugno 2022 - 00:55
Da fan di alfa romeo(n.b. non alfista che é diverso, e ormai sensa senso), la ricordo con piacere, perche l aveva mio nonno, color marroncino, però pou che celebrare le vecchie glorie, urge festeggiare qualche novità che non sarà mai un "alfa", ma va bene cosi
Ritratto di giulio 2021
28 giugno 2022 - 08:39
Auto stupenda, con una linea che sembrava di 10 anni dopo, aerodinamica già studiata nella galleria del vento e al computer (nel 1960...) una tenuta che nessuna aveva e prestazioni da fiaba, praticamente il doppio di una Ford paragonabile per cilindrata, però faccio una domanda: perchè allora dietro aveva poco più di una panchetta essendo una berlina da viaggio anzi una gran turismo, ecco che per esempio l'Alfasud di 10 anni dopo circa, pur con le stesse problematiche di delicatezza che avevano le Alfa Romeo di quei decenni offriva più spazio di una Jaguar o di una Volvo e di una Mercedes dietro, solo per dirne una, cioè meglio non fare il confronto con la seguente Alfasud perchè sarebbe comunque impietoso.
Ritratto di IloveDR
28 giugno 2022 - 10:10
3
ormai si tende a sopravvalutare queste auto storiche, stanno cercando di creare dei miti di auto che sono di epoche ed esigenze passate, va bene il ricordo, la riscoperta di quella meccanica, ma dovrebbe finire tutto li un tuffo nel passato nella tranquillità di una domenica pomeriggio. Poi bisogna tornare alla vita reale odierna, alle auto di oggi che devono inquinare il meno possibile ed essere sicure il più possibile...certo per chi può permettersele...invece è un continuo techetechete che fa perdere il contatto con la cruda realtà, in cui marchi come AlfaRomeo e Lancia sono praticamente falliti...ad maiora
Ritratto di giulio 2021
28 giugno 2022 - 12:25
Non si tende a sopravvalutare, le Alfa Romeo fino agli anni 70 e 80 erano auto realmente eccezionali ma poi intervenne Fiat a farle diventare non tanto normali ma subnormali, cioè alcune auto italiane erano davvero di molto superiori alle concorrenti straniere come guida, prestazioni / consumi / modernità / sicurezza diciamo, il problema è quando si pensa che basti il marchio, l'origine a garantire ancora queste caratteristiche, invece abbiamo visto che botta ci siamo presi ancora decenni fa dalle tedesche, poi dalle giapponesi e coreane, adesso con l'elettrico sarà la botta definitiva...
Ritratto di Volandr
28 giugno 2022 - 17:50
La rifacessero un'auto con un parabrezza così. Altro che radar, telecamere e sensori perimetrali. Ed era anche aerodinamica.
Ritratto di giulio 2021
28 giugno 2022 - 19:19
Si probabilmente la più aerodinamica a inizio anni 60.
Ritratto di Illuca
29 giugno 2022 - 08:16
Chissà se al raduno c'era anche una Giulia con il motore diesel della Perkins...
Ritratto di giulio 2021
29 giugno 2022 - 08:45
Quindi la Giulia era innovativa anche nell'introduzione del motore diesel (na schifezza Perkins da trattori : comunque...) credo nel 1975 o prima, ma l'Alfa Romeo era sempre un passo avanti.
Ritratto di palazzello
30 giugno 2022 - 10:30
Io amo da sempre le Alfa romeo!! mi piacevano e mi piacciono ancora le Alfa 75 e 164. Della Alfa 164 ero pazzamente innamorato!!! poi da grande ho avuto per 14 anni una stupenda Alfa 159 berlina. Ho cercato in ogni modo di prendere una Giulia ma il budget e le necessità familiari non lo permettevano e ho dovuto ripiegare su una Jeep Compass S e tra non molto quando le figlie saranno grandicelle spero di ritornare in Alfa romeo.
Ritratto di Romeo166
5 agosto 2022 - 16:37
Ho ancora la 166 Super 3.0. Beve ma i cavalli ci sono.
Ritratto di Ridolfo Giuseppe Ignotus
1 luglio 2022 - 16:22
@palazzello, pure a me piacevano, della 164, però, solo la Super.