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Anche i cinesi della Baic prendono casa a Torino

03 novembre 2011

Sull’esempio della General Motors, la casa cinese Baic progetta di aprire un centro di sviluppo tecnologico nel capoluogo piemontese. Nel frattempo, va a caccia di commesse e collaborazioni con aziende italiane. Senza escludere acquisizioni.

PIANI AMBIZIOSI - La Beijing Automotive Industry Corporation (Baic) segue le orme della General Motors e prende casa all’ombra della Mole Antonelliana. Dopo il colosso di Detroit, anche il costruttore cinese avrebbe intenzione di aprire un proprio centro tecnologico a Torino. Il progetto è in fase di studio. Nel frattempo, una squadra di quattro specialisti della Baic setaccerà per un anno l’indotto torinese dell’auto a caccia di collaborazioni, commesse e – perché no? – pure acquisizioni. Non si esclude niente. Anche perché gli obiettivi dell’azienda, oggi quinta casa della Cina con 1,5 milioni di auto vendute nel 2010, sono decisamente ambiziosi: la Baic mira a produrre quattro milioni di vetture l’anno entro il 2015, diventando così uno dei maggiori costruttori al mondo. Per raggiungere questi obiettivi, la Baic (che di recente ha siglato un accordo per intensificare la collaborazione con la Daimler) deve imparare una materia che le case cinesi non masticano ancora bene: il design. Un campo, questo, che vede in Torino una scuola d’eccellenza. Non è quindi un caso che la Beijing Automotive collabori già da tempo con la Pininfarina.

“INVASIONE” CINESE - Quelli della Baic non sono i primi cinesi a insediarsi nel capoluogo piemontese. Già da qualche anno Torino ospita il centro di ricerca e design della Jianghuai Automobile (JAC), mentre a novembre dovrebbe insediarsi pure la Sokon, specializzata in truck e mini-van. Sul versante opposto, l’italiana Bertone Stile stima che il 65% dei 25 milioni del proprio giro d’affari 2011 sarà generato dalle collaborazioni messe in atto con i primi cinque costruttori cinesi. A “pasturare” ha provveduto anche il progetto “Dall’idea all’auto”, avviato dalla Camera di commercio torinese e dal Centro Estero per l’internazionalizzazione del Piemonte: ha permesso a molte aziende italiane di fare conoscenza con quelle cinesi. Il bilancio sembra positivo: attualmente, sarebbero 36 i negoziati in corso e sei i contratti già firmati.

LA GENERAL MOTORS RILANCIA - Non sono comunque soltanto le case dagli occhi a mandorla a mettere piede a Torino. Dopo aver divorziato dalla Fiat nel 2005, la General Motors ha scelto di non abbandonare il capoluogo piemontese, avviando una stretta collaborazione con il Politecnico. Un esperimento che pare riuscito, dato che, qualche mese fa, il gruppo statunitense ha inaugurato in loco un nuovo centro ricerche: il Technology Greenfield. Non solo. Il colosso di Detroit ha inoltre deciso di stanziare per il proprio centro di ricerca italiano altri 20 milioni di euro per gli anni dal 2011 al 2014, portando così a 50 i milioni investiti nella struttura: questo vuol dire che cinque nuove sale di prova si aggiungeranno alle 15 già in funzione. Scopo principale: fare ricerche sui motori diesel ibridi.



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Ritratto di gig
3 novembre 2011 - 17:27
...
Ritratto di impala
3 novembre 2011 - 18:33
giusto ... anché perché i Cinesi non fanno mai niente per caso
Ritratto di IchLiebeCorsa84
3 novembre 2011 - 21:16
Quindi: Cinesi e Americani investono vagonate di soldi in Italia (se lo fanno un motivo ci sarà!!!) per la ricerca. Perchè il GRUPPO FIAT non investe in Italia, invece di meditare (zitto zitto, tomo tomo, cacchio cacchio) la fuga oltreoceano?
Ritratto di cris25
4 novembre 2011 - 17:24
1
bella torino ;)
Ritratto di NURS
4 novembre 2011 - 18:28
.
Ritratto di alcazan
4 novembre 2011 - 23:58
Vado a cercare una scuola di Cinese, tra un pò comanderanno loro. ^^