24 ORE - È notte fonda mentre scriviamo queste note sulla nostra partecipazione alla prima “
20quattro Ore delle Alpi” (prova di regolarità con tanto di regolamento certificato dall’ACI e iscritta nel calendario ACI Sport). Nel frattempo, l'
Audi A4 Avant che ci ha accompagnato fin qui è già ripartita per la terza tappa alla volta di Madonna di Campiglio. Dalla rinomata località sciistica trentina avrà quindi inizio la quarta e ultima parte della gara, che giungerà fino a Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno, dove l’arrivo delle quattro vetture è previsto a partire dalle 12.30, a 24 ore esatte dalla partenza. I quattro equipaggi partecipanti prendono il via a Sestriere (TO) alle 12.30 di lunedì 15 febbraio, “scaglionati” di 4 minuti l’uno dall’altro, con condizioni meteo che, fortunatamente, risultano molto più favorevoli di ciò che le previsioni avevano ipotizzato. La prima tappa porta le Audi A4 Avant a Courmayeur, in Valle d’Aosta. È proprio nella celebre località ai piedi del Monte Bianco che l’inviato di alVolante “riceve il testimone” dal collega, che arriva puntuale come un orologio svizzero al primo cambio dei piloti.
DIARIO DI BORDO - Dopo un rapido briefing col nostro “navigatore”, azzeriamo il contachilometri parziale e ci mettiamo al volante dell'Audi A4 Avant che ci è stata attribuita (la numero 4, l’ultima del gruppo). Sono le 19.12 e abbiamo il compito di portare la vettura fino ad Ascona, nella parte Svizzera del lago Maggiore. L’arrivo è previsto per le 23.42, con la possibilità di “sgarrare” al massimo di quattro minuti se vogliamo evitare delle penalità; due i posti di controllo intermedi prima dell’arrivo della tappa, ove si registrano i tempi di passaggio e si fa timbrare il road-book. Nei primi chilometri veniamo penalizzati da una vecchia Ford Focus che ci costringe a percorrere a 56 km/h il traforo del Monte Bianco, anziché ai 70 orari consentiti. Perdiamo quasi due minuti, che recuperiamo guidando fluidamente nella salita del Col de Montets, a quota 1461 metri. Subito dopo è la volta del Col de la Forclaz, a 1527 metri dove fanno la loro comparsa la neve, il ghiaccio in svariate curve e soprattutto la nebbia, che ci penalizza fortemente.
SPACCHIAMO IL MINUTO, MA… - Nonostante ciò, sfruttando a fondo tutte le malizie di guida nella successiva discesa, quando le condizioni migliorano, arriviamo a ridosso della vettura del terzo equipaggio. Ci accodiamo senza superarla. Qualche chilometro dopo Martigny, prendiamo l’autostrada in direzione del Sempione. La percorriamo, rispettando rigorosamente il limite di 120 km/h per 37 km, e ci dirigiamo verso Crans Montana, dove c’è il primo controllo orario (a 120,5 km dalla partenza). La strada è ampia e ben pavimentata, ma quando si sale di quota si forma una pesante nebbia che ci costringe a rallentare. Ciononostante, al controllo “spacchiamo il minuto”. Prima di ripartire i tecnici della Go-Pro (partner della manifestazione) ci chiedono di cambiare le schede delle telecamere: accettiamo, ma l’operazione ci fa perdere un paio di minuti. Senza contare che, su una strada dove non possiamo sorpassare, un’altra Ford Focus che procede per una decina di chilometri a bassa andatura ci fa perdere altro tempo prezioso.
…LA NEBBIA CI METTE LO ZAMPINO - Superata la Focus, iniziamo la scalata al passo del Sempione: la strada è ampia e scorrevole e tutto sembra filare liscio fino a pochi chilometri dal valico, ove, oltre alla neve e al ghiaccio (e a temperature variabili fra -5 e -8 °C), torna a manifestarsi la nebbia, stavolta persistente e fittissima, che ci costringe a rallentare parecchio. Come se non bastasse, prima di arrivare agli oltre 2000 metri del valico (dove c’è il controllo orario, a quasi 195 km dalla partenza), la fitta nebbia ci confonde, ed entriamo in un parcheggio precedente a quello dove è situato il posto di controllo. Il risultato? Sforiamo per un pelo i quattro minuti di tolleranza, pure arrivando a ridosso della vettura numero 3. I commissari ci comunicano che la nebbia finirà dopo pochi chilometri. Bene: è arrivato il momento di mettere alla frusta la nostra A4. Con una guida fluida ma determinata, scendiamo dal Sempione raccordando gli ampi curvoni del versante Est, e in una decina di chilometri riagguantiamo l'Audi A4 Avant numero 3: siamo in netto anticipo sulla tabella di marcia, per cui ci accodiamo volentieri. Col fondo quasi asciutto e scarso traffico, la discesa verso Ascona è una delle parti più divertenti del viaggio: le curve sono numerosissime e, specie nell’ultima parte della tappa, in direzione Val Vigezzo, le strade diventano anche strettissime e ipertortuose. Abbiamo accumulato un notevole vantaggio sulla tabella di marcia, e lo amministriamo rallentando negli ultimi chilometri, riuscendo ad arrivare esattamente al minuto prestabilito.
COMPAGNA DI GIOCHI - Tirando le somme, dobbiamo ammettere che ci siamo veramente divertiti alla guida della nuova Audi A4 Avant. Viaggiando di notte abbiamo goduto di minore visibilità, ma abbiamo sempre potuto contare su un notevole margine di sicurezza, grazie anche alla trazione integrale quattro e ai pneumatici Pirelli Winter Sottozero 3 (che garantiscono notevole sensibilità anche nei momenti più critici, quando cambiano repentinamente le condizioni di aderenza). Le qualità più convincenti della vettura sono l’equilibrio e l’agilità: al limite dell’aderenza, allarga la traiettoria in modo omogeneo e progressivo. Quella che abbiamo avuto a disposizione è la versione più potente dell’A4 Avant; il 3.0 V6 TDI, più che per la bella potenza di 272 CV, convince per la formidabile coppia, che viene erogata con decisione fin da 1500-1600 giri e consente di uscire dalle curve con incontenibile veemenza. Difetti? Solo un paio di “peccati veniali”: l’allungamento della corsa del pedale dei freni quando l’impianto viene stressato parecchio in discesa, e gli innesti più bruschi del cambio automatico tiptronic nelle marce basse.
UN PARTNER D’ECCEZIONE - Oltre al divertimento nella gara, e alla valida vettura che abbiamo provato, abbiamo avuto anche l’onore di condividere l’abitacolo con uno dei più validi piloti professionisti italiani, il mitico Giorgio Francia, protagonista di tante epiche imprese in Formula 3, e alla guida delle Alfa Romeo nel campionato italiano e nel DTM tedesco. Era lui il nostro copilota e navigatore, sempre pronto a intervenire in caso di necessità e a dispensare preziosi consigli. Nel corso della prova si è raccomandato non più di un paio di volte di stare attenti alle mutevoli condizioni di aderenza, in uscita dalle gallerie e all’ingresso dei ponti… Alla fine, scambiandoci un abbraccio di commiato, ci ha confidato che gli era bastato vedere come abbiamo affrontato le prime curve per “darci fiducia”, e - in seguito - di essersi proprio divertito: beh, dobbiamo ammettere che sono soddisfazioni…