SIMULAZIONE IN LABORATORIO - L'autonomia delle auto elettriche varia in base alle condizioni meteo. A dimostrarlo è uno studio dell'American Automobile Association (AAA) sottoponendo tre vetture (Mitsubishi i-MiEV del 2012, Nissan Leaf del 2013 e Ford Focus Electric del 2014) a un ciclo completo di ricarica e simulando sui “rulli” un percorso cittadino con numerose soste e ripartenze. Tragitto virtuale identico per i diversi modelli e ripetuto per tre volte impostando la temperatura all'interno del laboratorio su altrettante differenti condizioni climatiche: normale (24 gradi Celsius), caldo (35 gradi) e freddo (7 gradi).
CON IL FREDDO IL CALO E DEL 57% - L'esito delle diverse prove dell'AAA non lascia spazio a dubbi. In condizioni normali, cioè con clima a 24 gradi, le tre vetture hanno percorso in media 169 km a testa mantenendo fede, se non superando di poco, alle dichiarazioni ufficiali dei rispettivi costruttori. Con il termometro salito a 35 gradi il raggio d'azione delle elettriche è sceso del 33% ottenendo un'autonomia media di 111 km. Ancora maggiore il calo registrato nell'inverno virtuale a 6-7 gradi, freddo che ha tagliato la percorrenza del 57% limitando lo spostamento medio a 69 km.
SALE LA SPESA PER IL “PIENO” - I risultati ottenuti dall'associazione statunitense confermano la variabilità dell'autonomia consentita dalle batterie con temperature diverse registrato in altri test, come quello condotto dal FleetCarma, un sito USA riservato agli utenti della Leaf, che ha raccolto i dati forniti dagli utenti per creare una statistica credibile. Dalle migliaia di viaggi registrati con temperature comprese tra -15 e +40 gradi emerge chiaramente la riduzione dell'autonomia soprattutto con i climi freddi, mentre con quelli caldi il calo risulta meno evidente. Una riduzione che FleetCarma imputa principalmente al riscaldamento che, sulle auto a batterie, richiede maggiore consumo di corrente in quando il flusso caldo non può essere recuperato dalla dispersione di calore dei motori benzina o diesel. Da notare che con il variare delle temperature cambia pure il costo medio per miglio (1,6 km): 2,6 centesimi di dollaro a 23 gradi, 3,8 a “zero” gradi e 3,6 a -18.
MEGLIO SCALDARLA PRIMA - Il problema della riduzione della percorrenza con un “pieno” è ben noto ai costruttori che stanno sviluppando sistemi elettrici meno soggetti ai climi estremi operando sulla chimica delle batterie e sui sistemi per mantenerle alla temperatura ottimale di esercizio. A causare la minore resa sono ragioni fisiche e pratiche. Alle prime appartengono, ad esempio, la minore conduttività della corrente alle basse temperature che allunga i tempi di ricarica e riduce le prestazioni degli accumulatori. Alla seconda la necessità di riscaldare o raffreddare l'abitacolo, con conseguente consumo di energia, quando all'esterno fa freddo o caldo. In attesa di soluzioni tecnologiche per superare il calo di autonomia il consiglio è di sfruttare i dispositivi che permettono di impostare la temperatura dell'abitacolo desiderata nell'orario di partenza in modo che l'energia per “creare il clima giusto” sia presa dalla colonnina di ricarica e non vada a discapito della percorrenza.