BENE RIFUGIO - Impennata per le classiche di fascia alta, se non altissima: stando al Classic Car Auction Yearbook dell'italiana Historica Selecta, il riferimento per questo comparto, il giro d'affari del 2013-14 su base mondiale ha toccato quota 1,1 miliardi di dollari - al cambio, quasi un miliardo di euro. Rispetto al periodo 2010-11, c'è stato il raddoppio, mentre il valore di dieci anni fa (140 milioni di dollari) è pressoché decuplicato. In un momento di sostanziale crisi, si può pensare alle divine del passato come a un vero e proprio bene-rifugio, al pari di metalli preziosi e immobili di gran lusso: non tanto una protezione per l'investimento, quanto una rivalutazione dello stesso. Difficile, in altri termini, che chi spende qualche milione per la Ferrari di turno pensi solo a mantenere il valore: l'obiettivo è l'incremento in doppia cifra percentuale.
AUTO CON IL RATING - A essere buonisti, si può pensare alla valenza estetica e storica del bene a quattro ruote: in questo caso l'auto diventa il Picasso o il Rembrandt di turno. Ma è difficile che sia così: per investimenti calibrati è difficile che la componente emozionale sia preponderante. Più probabile, per contro, che un pool di consulenti ed esperti indichi a colpo sicuro la bella di turno da aggiudicarsi: insomma, più che amore o rischio da tavolo da gioco, a monte c'è un rating degno di un'agenzia specializzata quello che porta ai colpi più clamorosi.
BOLLE SPECULATIVE - Sono le classiche fino agli Anni 60 a essere tanto quotate quanto, in fin dei conti, più sicure: temono meno di altre eventuali bolle speculative - quelle, per capirci, che hanno portato sul finire degli Anni 80 a quotare centinaia di milioni delle allora lire alcune granturismo con meno di vent'anni di anzianità: ritenute di sicura rivalutazione, si sono in seguito assestate su quotazioni più corrette, spesso senza pareggiare il valore dell'acquisto.
LA TOP 10 PARLA ROSSO - In un mercato concentrato (le case d'asta che trattano auto di fascia alta sono poche: questione di credibilità nell'intermediazione e di prestigio), si può notare come la top ten degli affari più clamorosi veda nove delle auto più care della storia vendute dopo il 2011: dalla Ferrari 250 GTO del '62 (foto sopra) battuta lo scorso anno da Bonhams per 38 milioni di dollari fino alla Ferrari 250 LM di RM Auctions aggiudicata per poco più di 14 - se non fosse che la cifra è mostruosamente elevata, si potrebbe dire la meno cara del lotto. Inossidabile, in quinta posizione, la Bugatti Royale battuta da Christie's nel 1987 per poco meno di 10 milioni di dollari dell'epoca: con la rivalutazione, oggi sarebbero più di 20. È stata lei a fare decollare il fenomeno delle auto da sogno e da investimento - un graffio blu in mezzo a tante Rosse (ben otto nella top 10) e all'argentea Mercedes W196 da trenta milioni venduta da Bonhams lo scorso anno.