L’ultimo mese dell’anno inizia con una notizia tutt’altro che positiva per gli automobilisti, in modo particolare per chi è abituato a spostarsi ogni giorno per motivi di lavoro. Il taglio delle accise carburanti, misura in vigore ormai da marzo, viene infatti quasi dimezzato, pur restando in vigore fino al 31 dicembre. Lo sconto disponibile in fase di rifornimento passa infatti da 30,5 a 18,3 centesimi e sarà valido per tutti, a eccezione degli autotrasportatori, che possono usufruire di un altro regime fiscale. Chi ne ha la necessità dovrebbe quindi muoversi entro la mezzanotte di oggi per fare il pieno se non vuole ritrovarsi a dover pagare un prezzo maggiorato.
La decisione presa dal governo Meloni sta generando particolare scontento non solo nei cittadini, ma anche nelle associazioni che operano a tutela dei consumatori, che ritengono questo non fosse certamente il momento adatto per pensare a un provvedimento simile. Il Codacons ha cercato così di fare una stima della situazione per avere un quadro più preciso: si parla di una spesa di 6 euro in più per ogni pieno, che può arrivare toccare quota a un rialzo di 146 euro medi l’anno per famiglia. Il quadro generale, però, a detta del presidente del Codacons, potrebbe essere destinato a peggiorare ulteriormente nel prossimo futuro, come già accaduto nell’ultimo periodo: “Potrebbe esserci un aumento dei prezzi al dettaglio dei beni trasportati, considerato che l’85% della merce in Italia viaggia su gomma, oltre a registrare anche conseguenze negative sull’inflazione, in un momento in cui i listini al dettaglio andrebbero calmierati”.
A complicare ulteriormente la situazione di molte famiglie, in modo particolare chi ha programmato un viaggio, c’è lo sciopero dei benzinai in autostrada previsto per le giornate che vanno dalle 22 di martedì 13 dicembre fino alla stessa ora di venerdì 16. L’agitazione è stata decisa dalle associazioni di categoria Faib, Fegica e Anisa, che non sembrano essere intenzionate a fare marcia indietro per protestare contro una situazione che ritengono sia ormai insostenibile. La protesta nasce da quanto previsto nella bozza di un decreto che prevede la “richiesta razionalizzazione della rete per una maggiore efficienza, che porta a riproporre un sistema di royalty a esclusivo vantaggio della rendita di posizione dei concessionari. Questo avviene senza abbattere la differenza abnorme di prezzi tra viabilità ordinaria e autostradale”.