MADE IN ITALY - I cinesi della LVCHI Auto hanno scelto l'Italia per costruire la supercar Venere (ma, in futuro, nel nostro paese dovrebbe essere assemblata anche una gamma di citycar a zero emissioni): è il primo frutto di un accordo che ha portato il giovane brand di Shanghai a collaborare con la I.DE.A Institute di Moncalieri (Torino) per una serie di progetti. Il primo a vedere la luce sarà, appunto, quello di Venere, una berlina EV ad alte prestazioni che sarà svelata al prossimo Salone di Ginevra. La vettura, interamente ideata dal centro italiano, sarà realizzata a partire dal 2019 (in un impianto produttivo che potrebbe sorgere nell'area di Torino) in una serie limitata a 500 unità, sotto lo stretto controllo della stessa I.DE.A. A questo primo progetto seguiranno tre veicoli da città, progettati e sviluppati a Moncalieri, da assemblare sia in Cina sia in Italia, in un impianto attualmente ancora da individuare. I termini degli accordi sono stati spiegati a grandi linee nell'ambito di una conferenza stampa tenutasi a Milano, a cui hanno partecipato il presidente e amministratore delegato dell'azienda orientale, Xiangyin Wang, e, in rappresentanza di I.DE.A Institute, il presidente Domenico Morali e il general manager Giuseppe Migliora. Si tratta, è stato detto, del primo passo di una collaborazione che potrebbe avere importanti sviluppi futuri. E, secondo quanto percepito durante l'evento, potrebbe addirittura essere l’antefatto di un legame ancora più stretto fra i due partner,
INVESTIMENTI FORTI - Nata il 1° agosto del 2016, la LVCHI è un'azienda che fa parte del gruppo ZNDD, una realtà che al suo interno, ha chiarito Xiangyin Wang, comprende varie imprese tra cui una specializzata nella distribuzione sul mercato cinese di veicoli elettrici di piccole e medie dimensioni e un’altra che si occupa della produzione di batterie e di motori EV. Da queste premesse è nata l'idea di fare profitti intercettando la crescente domanda di mezzi a zero emissioni, particolarmente forte in Cina. Secondo quanto spiegato dallo stesso Wang, sino a oggi sono stati investiti nell'operazione circa 600 milioni di euro e nei prossimi mesi ne dovrebbero essere spesi altrettanti. L'azienda, che ha sede a Shanghai, presso l'e-business park di Huaxin, occuperebbe già 400 persone: molte proverrebbero da esperienze nel settore automotive, maturate in patria o all'estero; il 75% sono impegnate presso il centro ricerca e sviluppo, l'84% è laureato. Le premesse, quindi, con cui la Leading Votive Cooperative Harmonius Innovative (questa la spiegazione della sigla LVCHI) si prepara ad avviare la produzione di veicoli elettrici sembrano, quindi, serie. Le macchine dovrebbero essere commercializzate con due marchi, uno dedicato all'alto di gamma e uno di profilo più basso per il mercato interno. Lo "start" dovrebbe essere dato proprio nel 2019, in Italia con la Venere e in Cina con un suv attualmente già in fase di sviluppo. Entro lo stesso anno dovrebbe partire, sempre all'interno della Grande Muraglia, la costruzione delle citycar, nate su un pianale modulare sviluppato dalla I.DE.A Institute. Dalle 100.000 vetture del primo anno, alla LVCHI ambiscono ad arrivare già nel 2022 a quota 400.000, di cui 50.000 assemblate in Italia.
L'ANTIPANAMERA GREEN - Progettata a Torino in meno di sei mesi, partendo da foglio bianco, la supercar Venere fa seguito al concept LVCHI Urano (nelle foto), presentato in patria nelle scorse settimane. Prima di snocciolarne i dati, Giuseppe Migliora ha voluto sottolineare che si tratta di un progetto concreto e, anche per questo motivo, si presenteranno alla rassegna elvetica con un prototipo perfettamente marciante, con stile definitivo e performance certificate dal Centro prove CSI di Bollate (Milano). Realizzata intorno a una cellula in fibra di carbonio, con sottotelai anteriore e posteriore tubolari in alluminio, la Venere è una quattro posti a quattro porte che si aprono a libro. Adotta quattro motori (due all'anteriore e due al posteriore) e batterie sviluppate internamente dalla società. Lunga 512 cm, larga 195 e alta 144, con un passo di 304 cm, la macchina pesa 2.100 kg. Imbarca un accumulatore agli ioni di litio da 100 kWh che dovrebbe assicurare oltre 500 km di autonomia. Accreditata di un coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx) di 0,28 e di una potenza massima di 990 Cv, dovrebbe accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi e raggiungere i 250 km/h. L'ambizione della LVCHI Auto è di posizionarla sopra la Tesla Model S, per offrire un'alternativa a zero emissioni alle attuali Porsche Panamera e Maserati Quattroporte. Il prezzo sarà annunciato al Salone, ma è stato anticipato che sarà compreso tra i 200.000 e i 300.000 euro.
SE SON ROSE... - I piani prospettati da Xiangyin Wang parlano di una produzione di 550.000 veicoli entro il 2023, di cui ben 100.000 assemblati in Italia. Il dirigente ha annunciato che entro il 2021 dovrebbero disporre di una gamma di otto modelli. Oltre alla Venere, il fiore all'occhiello del Costruttore, si conteranno tre citycar, una suv, una berlina, una coupé e una monovolume, tutte a zero emissioni. Le tre vetture da città nasceranno sul pianale modulare CC-Platform ideato a Torino. Si tratta, innanzitutto, di una vettura a due porte e due posti delle dimensioni dell'attuale Smart ForTwo, di un’auto più lunga, a quattro posti, e di una berlina compatta a quattro porte e quattro posti. Da Torino trapela che, secondo in piani, questi modelli dovrebbero avere prezzi veramente interessanti. Per quello che riguarda il livello qualitativo dovrebbe essere la stessa I.DE.A Institute a verificare il rispetto dei migliori standard europei.