PER L'ANTITRUST NON È UTILE - Il decreto trasparenza, che obbliga i benzinai a esporre il prezzo medio regionale dei carburanti per confrontarlo con quello che viene applicato, continua a fare discutere ed è stato il motivo principale che ha portato allo sciopero dei gestori. L’agitazione è poi parzialmente ridotta di un giorno, ma l’insoddisfazione continua a esserci. Anche l’Antitrust è intervenuta sulla questione, dicendo che risulta essere poco utile l’indicazione dei prezzi medi regionali, visto che i distributori sono in concorrenza tra loro nel raggio di pochi chilometri. Inoltre chi pratica prezzi più bassi potrebbe essere spinto ad alzarli per allinearsi alla media, non il contrario. Su questo dovrà riflettere il governo in vista del prossimo incontro con le associazioni di categoria fissato per l’8 febbraio.
L’APPELLO PER IL TAGLIO DELL’IVA. L’eliminazione del taglio delle accise, che ha permesso di ottenere uno sconto di circa 30 centesimi al litro in fase di rifornimento, ha inevitabilmente portato a un incremento dei prezzi in fase di rifornimento. Federconsumatori, associazione a tutela dei consumatori, si augura che venga presa una decisione che possa portare a una riduzione dei prezzi, pur non criticando del tutto l’operato del governo: “Continuiamo a sostenere la necessità di andare avanti sulla strada intrapresa all’indomani del grave errore commesso dal Governo eliminando del tutto lo sconto sulle accise, che resta comunque un'opzione da riadottare - si legge nella nota ufficiale -. Sarebbe sbagliato eliminare i nuovi cartelli indicatori dei prezzi e ridurre all'irrilevanza le sanzioni contro chi viola le regole, ma soprattutto chiediamo che, almeno in via transitoria, sia ridotta fortemente l’Iva sui carburanti (applicata anche sull’importo dell’accisa), portandola al 4%. Questo porterebbe a un risparmio di oltre 200 euro annui il risparmio a famiglia".