UN PASSATO DI SUCCESSI - Dalla Bianchina, alla Primula, fino alla A112 (foto sotto) e alla Y10 (qui sopra), nei suoi 37 anni di attività (dalla fondazione nel 1955, alla chiusura nel 1992) l’Autobianchi ha costruito vetture di piccola cilindrata, che sono passate alla storia per la loro personalità spiccata, per le finiture di un certo pregio e per alcune innovazioni. Per esempio, la Primula del 1964 è stata la prima vettura a trazione anteriore del gruppo Fiat e, già nel 1963, la spider Stellina aveva una leggera carrozzeria in vetroresina. L’Autobianchi, fondata non solo della Fiat, ma anche della Edoardo Bianchi e della Pirelli (tutti e tre soci con il 33% ciascuno dell’azienda) aveva sede e stabilimento a due passi da Monza, a Desio. La fabbrica, che arrivò a occupare un’area di 300.000 metri quadrati e a contare 4000 dipendenti, divenne uno dei poli industriali più importanti della Brianza (l’area a nord di Milano) e, quando la produzione cessò, aveva sfornato tre milioni e 700 mila veicoli.
RITORNO A CASA - Oggi il marchio lombardo vive ancora grazie al Registro Autobianchi. Dal 1987 il sodalizio riunisce gli appassionati della casa e ha sede alle porte di Torino, a Orbassano. Proprio la sede del club (compreso il suo ricco archivio di documenti storici) potrebbe essere presto trasferita a Desio, a villa Viganò, un tempo inglobata nello stabilimento (oggi smantellato) Autobianchi. L’iniziativa è del presidente del Registro Autobianchi, Marco Lerda, della Camera di Commercio di Monza e del sindaco di Desio, Roberto Corti. Con l’occasione, potrebbe essere aperto anche un museo del marchio, gestito degli ex dipendenti della casa. L’intenzione è che l’operazione si concretizzi in tempo per l’Expo 2015, quando verrà anche organizzato un grande raduno di vetture Autobianchi.