BRACCIO DI FERRO - Ci sono tutti gli elementi del caso internazionale, ma per il momento la cosa è circoscritta nell’ambito settoriale; e il settore è quello dell’automobile. Perché la vicenda a rischio crisi franco-tedesca riguarda le immatricolazioni in Francia delle Mercedes A, B, CLA e SL. Da metà giugno, tutti gli esemplari di questi modelli per cui è stata presentata la richiesta di immatricolazione all’Office des Mines (l’ufficio francese che si occupa delle immatricolazioni) hanno avuto la domanda respinta. La ragione del comportamento dell’amministrazione francese è da far risalire all’impianto di climatizzazione, che nei modelli citati funziona con il gas R134a, quello che una direttiva europea del 2011 ha vietato perché dannoso per l’ambiente, indicando come gas sostitutivo l’R1234yf.
PERICOLO FIAMME - Senonché l’industria tedesca, Mercedes in testa, da tempo sostiene con determinazione che il nuovo gas refrigerante, pur più “sostenibile”, è parecchio pericoloso perché soggetto a rischio incendio. A conferma della propria tesi, la Mercedes cita alcuni casi di incidenti con fiamme avvenuti negli ultimi mesi dell’anno scorso. Da ciò il ritorno al gas messo al bando. Questo per quanto concerne l’aspetto tecnico. Senonché, sotto il profilo formale, non è considerato legittimo il rifiuto dell’immatricolazione, in quanto le Mercedes in questione sono state regolarmente omologate dal KBA (Kraftfahrt-Bundesamt) in Germania, e per la regolamentazione comunitaria un veicolo omologato in uno dei Paesi dell’Unione europea, ha diritto a essere immatricolato in tutta l’Unione. Al momento la questione è bloccata e non si intravede ancora uno spiraglio per superare l’impasse. Anche perché da parte dell’amministrazione francese non è venuta alcuna iniziativa per affrontare la vicenda.