SECONDO COLPO DURISSIMO - Essere costretti a un richiamo gigantesco è una pesante tegola che può cadere sulla testa di un costruttore. Due richiami enormi (il secondo ancora più grande del primo) c’è il rischio che non siano una tegola a cadere, ma l’intero tetto. Viene da pensarlo leggendo l’ultima notizia arrivata dall’America a proposito della General Motors, che ha avviato il richiamo di 3,36 milioni di veicoli per lo stesso motivo per cui a febbraio aveva dovuto fare la stessa cosa per altre 2,6 milioni di auto. Il tutto con la conseguenza di una inchiesta del Congresso americano sulla vicenda e con una pesante sanzione di 25,6 milioni di euro inflittale dall’ente americano per la sicurezza stradale per il comportamento reticente sulla vicenda e il conseguente ritardo nel richiamo.
DUE VICENDE COLOSSALI - Come noto il problema in questione riguarda il blocchetto della chiave di accensione che può dare luogo a malfunzionamenti pericolosi nel caso venga sollecitato da pesanti porta chiavi. Si ricorderà che per le 2,6 milioni di auto richiamate a inizio anno gli incidenti con danni alle persone già riscontrati sono stati 54, di cui 13 con morti. L’inchiesta del Congresso aveva messo in luce che in General Motors c’era chi era al corrente del difetto già una decina d’anni fa e non ha fatto nulla per rimediarvi.
A sinistra la chiave originale con la ferritoia larga, a destra la nuova chiave con un foro stretto per far passare l'anello del porta chiavi.
COSTI ELEVATI - L'intervento previsto dalla casa in officina consiste nella sostituzione del blocchetto se danneggiato e nell'installazione di un adattatore nella ferritoia della chiave per farla diventare un foro passante per l'anello del porta chiavi (foto qui sopra); se questo non fosse possibile viene sostituita la chiave con una nuova. La General Motors ha già comunicato che metterà a bilancio per il secondo trimestre di quest’anno un costo di 515 milioni di euro (700 milioni di dollari) per far fronte ai costi del richiamo. Mentre il richiamo di febbraio ha riguardato le Chevrolet Cobalt (e una parte minore di Saturn Ion) nell’iniziativa di adesso sono interessati diversi modelli. Si tratta, anche in questo caso, di auto vendute in prevalenza nel Nord America e in Messico e non importate in Italia.
Buick Lacrosse (prodotte nel periodo 2005-2009)
BuickLucerne (2006-2011, nella foto più in alto)
Buick Regall LS e GS (2004-2005)
Chevrolet Impala (2006-2014)
Cadillac Deville (2000-2005) e DTS (2004-2011)
Chevrolet Monte Carlo (2006-2008)