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Quante novità per i pneumatici Hankook

Pubblicato 07 aprile 2016

Si chiama Ventus Prime³ l’ultima nata tra le gomme della Hankook: l’abbiamo provata assieme ad altri prodotti, tra i quali i pneumatici autosigillanti.

Quante novità per i pneumatici Hankook
DALL’EUROPA, PER L’EUROPA - Come tutti i pneumatici Hankook destinati al mercato europeo (molti dei quali vengono forniti direttamente ai produttori di automobili), anche il nuovo Ventus Prime³ (foto qui sopra) nasce nella fabbrica di Rácalmás, a poche decine di chilometri da Budapest. Qui, in uno stabilimento che occupa 3200 persone e che dal 2007 (anno in cui è nato) è già stato ampliato due volte, viene portata avanti anche una parte dello sviluppo (che si appoggia anche al centro di ricerca tedesco di Hannover e agli altri quattro sparsi per il mondo). Sulle linee produttive, che “sfornano” 19 milioni di pneumatici l’anno e che abbiamo avuto modo di visitare in questi giorni, prendono forma anche i pneumatici autosigillanti Ventus Prime² con tecnologia SealGuard (forniti per il momento solo per il primo equipaggiamento delle Volkswagen Passat e Touran). E sono quasi pronti per la produzione anche i Ventus S1 evo2 Suv con una particolare accorgimento che limita la rumorosità avvertibile nell’abitacolo.
 
AMPIA GAMMA - Il nuovo Hankook Ventus Prime³ arriva proprio in queste settimane dai gommisti e copre ben 53 misure (dalla 185/60 R 15 alla 245/45 R 18), per vetture di taglia media e grande. Si tratta di un asimmetrico con quattro ampi canali longitudinali per drenare l’acqua e una nuova mescola ricca di silice per conciliare proprio le prestazioni sul bagnato con una bassa resistenza al rotolamento (di cui beneficiano i consumi di carburante). Stando ai test del produttore, rispetto al precedente Ventus Prime² il nuovo pneumatico migliora dell’8% le prestazioni nella frenata sul bagnato e del 3% quella su asciutto: questo grazie anche a una maggiore area di contatto col suolo, più larga del 10%. Sempre stando ai test interni, anche la durata risulterebbe incrementata del 9%. Inoltre, una fascia laterale che corre lungo il fianco (nella zona più vicina al battistrada) consente di ridurre la rumorosità di rotolamento, che in effetti nel nostro breve test con un’Audi A4 Avant (equipaggiata con gomme di 225/50 R 17) si è dimostrata bassa.
 
A PROPOSITO DI RUMORE… - Parlando di decibel, con il nuovo “sound adsorber”, giunto ormai nella fase finale del suo sviluppo, la Hankook promette di ridurre da 5 a 7 dB il rumore prodotto all’interno del pneumatico, dovuto proprio all’effetto di “cassa acustica” della struttura. Per ottenere questo risultato, all’interno del pneumatico, in corrispondenza del battistrada e lungo tutta la circonferenza, viene aggiunto uno strato di un materiale sintetico (simile alla gommapiuma, ma più resistente agli sbalzi termici e all’invecchiamento). Questo accorgimento aumenta il peso di ogni ruota di circa 200 grammi, più o meno il 2% per le misure di taglia medio/grande: un valore molto modesto. Questa tecnologia è destinata soprattutto alle suv con gomme larghe e, per la Hankook, vedrà il debutto nei prossimi mesi. Altri costruttori, come la Continental e la Pirelli, hanno recentemente adottato soluzioni simili (leggi qui e qui per saperne di più).
 
 
CONTRO LE FORATURE - Nella gamma Hankook, già da tempo non mancano i pneumatici run flat (che il costruttore coreano identifica con la sigla HRS, Hankook Runflat System, omologati anche per diverse vetture BMW e Mercedes). Ma contro le forature ha di recente debuttato la tecnologia SealGuard (disegno qui sopra), adottata per ora in esclusiva per i pneumatici montati in fabbrica nelle Volkswagen Passat e Touran. Sulla wagon tedesca abbiamo avuto modo di provarla in pista, con gomme Ventus Prime² di 235/45 R 18 preventivamente forate in nove punti del battistrada: il guidatore non si accorge di nulla, visto che dall’interno del pneumatico non fuoriesce più neppure un filo d’aria. Lo strato di gel sigillante all’interno viene applicato in fabbrica da una speciale macchina e accresce il peso di ogni ruota di circa 1,4 kg: non poco, ma i vantaggi in termini di mobilità sono fuori discussione. L’unica zona vulnerabile della gomma restano i fianchi, non protetti dal gel (in caso di tagli dovuti a un contatto contro un marciapiede affilato o una buca l’aria fuoriesce). Ma nella maggior parte dei casi si può proseguire il viaggio e non occorre effettuare alcun tipo di riparazione: lo strato “colloso” spesso 4 millimetri tappa fori anche del diametro di 5 mm. Il gel è progettato per durare quanto il pneumatico stesso ed è stato testato sia con temperature artiche sia in condizioni di caldo estremo. Teoricamente è applicabile a qualunque pneumatico, ma al momento la produzione è limitata alle gomme fornite alla Volkswagen.

 



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