DUE CONSEGUENZE - Sentenza importante della Cassazione: quando si guida, l’omicidio può essere valutato anche come volontario. E una condanna con formula più grave dell’omicidio involontario ha come conseguenza una pena più pesante per il guidatore. Inoltre, alla famiglia della vittima spetta un risarcimento più elevato.
HA ACCETTATO IL RISCHIO? - La Cassazione s’è espressa in quel senso dopo aver affrontato il caso di Ignatiuc Vasile, extracomunitario che nel 2008, a Roma, in fuga dalla polizia su un furgoncino rubato, attraversò ad alta velocità un incrocio con il semaforo rosso: nell’impatto con un’auto, morì un ragazzo di 20 anni. Dopo la condanna di primo grado (omicidio involontario), la Corte suprema ha rinviato il processo alla Corte d’appello di Roma, che dovrà valutare l’omicidio come volontario. Infatti, attraversare col rosso in tutta velocità può significare che il guidatore ha accettato il rischio di causare un incidente mortale.
SITUAZIONI PARTICOLARI - Chiaramente, l’omicidio volontario si può configurare solo in casi molto gravi: in particolare, la guida contromano in autostrada (con la consapevolezza di procedere in senso sbagliato), oppure la guida in stato notevolmente alterato da alcol o stupefacenti.