PICCOLO OGGI NON È BELLO - Non esaltante, il momento attualmente vissuto dalle Keicar (keijidōsha, veicolo leggero in giapponese), le piccole vetture che rappresentano una delle icone giapponesi per antonomasia: liofilizzate nelle dimensioni (la lunghezza massima è contenuta per legge entro i 340 cm, e la larghezza entro i 148 cm) ma non nella tecnologia, che spesso anticipa quella utilizzata nelle sorelle più grandi. Il governo del primo ministro Abe, infatti, ha aumentato la tassazione vigente, tentando di renderle meno appetibili in favore di vetture più grandi. Quelle, per capirci, che è più facile esportare.
SPAZIO BENE PRIMARIO - Le Keicar hanno una valenza tanto storica quanto pratica: godono di tariffe assicurative più basse rispetto agli altri mezzi, visto che occupano meno spazio - e lo spazio, per il Giappone - è un bene ancor più prezioso che per la già angusta realtà europea. Difficilmente, tuttavia, hanno trovato grandi estimatori fuori dalla terra nipponica (e raramente, peraltro, sono arrivate dalle nostre parti: l'ultima in ordine di tempo è stata la Dahiatsu Copen) proprio per la loro settorialità. Per questo, in nome della politica economica, vengono penalizzate.
50% IN PIÙ - Di qui l'idea del Governo Abe di aumentare la tassazione di circa il 50% nei confronti delle Keicar, per assottigliare la differenza rispetto alle automobili tradizionali. L'intervento è finalizzato al medio-lungo periodo: dovrebbe infatti spingere i produttori a focalizzarsi su vetture di dimensioni maggiori, più adatte alle esportazioni e, per questo, in grado di migliorare la bilancia dei pagamenti impattando in ultima analisi sulla competitività del sistema-Paese.
MOSSA RISCHIOSA - La mossa, tuttavia, è sulla carta rischiosa: secondo Masanori Mitsui, presidente della Dahiatsu, nei prossimi due anni la categoria delle Keicar perderà 500.000 immatricolazioni, passando da 2,2 milioni a 1,7. All'industria giapponese servirà incrementare le vendite di un numero probabilmente minore (sempre a patto che i ricavi marginali di un'auto “normale” siano superiori rispetto a quelli di una Keicar, altrimenti la cifra diventerebbe ancor più importante), ma lo stesso significativo e, soprattutto, aleatorio, visto che occorre realizzare prodotti in grado di accaparrarsi quote di mercato estero. Sperando infine che i proventi da esportazioni siano superiori al decremento di potere d'acquisto interno, visto che le Keicar sono storicamente appannaggio delle classi meno abbienti.